- Giornata nera per i mercati di tutto il mondo, in scia ai dazi annunciati da Donald Trump. Banche ko in Europa
- Debach: “I treasury Usa, soprattutto sulla curva 5-10 anni, tornano interessanti con l’avvicinarsi dei primi tagli dei tassi”
Borse in caduta libera. È ancora una giornata nera per i mercati mondiali, in scia ai dazi annunciati da Donald Trump la scorsa settimana. Hong Kong archivia la peggiore seduta dalla crisi finanziaria del 1997 a -13,22%, mentre Tokyo perde il 7,44%. In rosso anche il Ftse Mib di Milano (-4,43%), il Dax 40 di Francoforte (-4,22%), il Cac 40 di Parigi (-4,39%), l’Aex di Amsterdam (-4,71%) e l’Ibex 35 di Madrid (-4,96%). Avvio pesante per Wall Street. Il tutto mentre il presidente americano minimizza il panico sull’azionario, paragonando le tariffe a “una cura” destinata a risolvere i mali dell’economia a stelle e strisce. Ma come giocare in difesa e dove cercare rendimento, mentre la guerra commerciale alimenta l’incertezza?
“Dire di non farsi prendere dal panico è facile. Ma metterlo in pratica, quando i mercati tremano, è tutta un’altra storia. È proprio nei momenti di volatilità che si misura la tenuta di un investitore”, dichiara a We Wealth Gabriel Debach, market analyst di eToro. “Non serve tornare con la mente agli anni passati, quando – con il senno di poi – siamo tutti strateghi impeccabili”. Anche il 2025 offre una lezione concreta, spiega infatti l’analista: l’S&P 500 ha registrato un drawdown oltre il -10%. “Sembra tanto? In realtà è inferiore alla media storica dei ribassi intra-annuali, che si aggira attorno al -14%. Un segnale che ci ricorda come le correzioni, più che eccezioni, siano parte integrante del ciclo di mercato”, osserva Debach.
Borse europee in profondo rosso
I numeri sciorinati dall’analista forniscono una prima chiave di lettura: i pullback (termine con il quale si indica una pausa temporanea o un calo della tendenza generale di un asset, ndr) del 5% o più si verificano in media tre volte l’anno. Quelli del 10%, generalmente una volta l’anno. Le correzioni del 15% arrivano ogni due anni. “Detto ciò, nei mesi scorsi, mentre Wall Street arrancava sotto il peso dell’incertezza legata ai dazi, con l’S&P 500 che ha sottoperformato lo Stoxx 600 per nove settimane consecutive, l’Europa sembrava guardare altrove”, prosegue Debach. “Trainata dalla corsa al riarmo, dal pacchetto fiscale tedesco e dal risiko bancario, il Vecchio Continente ha ignorato i segnali d’allarme che arrivavano da Oltreoceano. Ora però anche l’Europa torna a scrutare Washington, con gli stessi occhi inquieti di Wall Street”. Basti pensare che nella seduta odierna lo Stoxx 600 ha bruciato 890 miliardi in poco meno di tre ore di contrattazioni.
Banche: azioni in mercato orso
Il colpo di grazia, continua l’esperto, arriva dalle banche. “La mappa del comparto finanziario europeo è un tappeto rosso sangue l’allarme non è più isolato, è sistemico”, dice Debach. “E il timore è chiaro: che il rallentamento americano contagi anche l’Europa, mettendo in crisi il cuore manifatturiero del continente”. Come approfondito da We Wealth, nella seduta del 7 aprile l’indice Ftse Italia banche è scivolato al di sotto dei livelli di inizio anno, azzerando il rally: il minimo intraday è stato di 20.255,32 punti, seguito da un parziale recupero.
La volatilità è qui per restare?
“Sebbene la volatilità possa sembrare inquietante nel breve, spesso è proprio dopo i momenti di maggiore incertezza che i mercati regalano le migliori sorprese: nei sei mesi successivi a periodi di alta volatilità, i rendimenti tendono a essere positivi con buona frequenza”, spiega tuttavia Debach. “Dopotutto, i rally più solidi si costruiscono proprio sulle spalle delle correzioni. Ecco perché, se abbiamo fatto i compiti prima, cioè costruito un portafoglio coerente con il nostro profilo, non c’è ragione di farsi prendere dal panico. Anzi: la correzione attuale può diventare un’occasione”, afferma l’analista.
Come investire al riparo dalle Borse
Ma come giocare in difesa nel frattempo, investendo al riparo dalle Borse? Debach evidenzia come l’oro in questo momento si stia mostrando non solo un rifugio tattico, ma anche un asset strategico, come dimostrerebbero i 12 miliardi di dollari confluiti in Etf sull’oro in febbraio e marzo, il ritmo più forte dal 2020. “Oltre all’oro, i treasury Usa, soprattutto sulla curva 5-10 anni, tornano interessanti con l’avvicinarsi dei primi tagli dei tassi. E poi i Tips, le obbligazioni indicizzate all’inflazione, iniziano ad attirare interesse come possibile hedge contro sorprese sui prezzi”, conclude l’esperto.
Yen, franco svizzero, dollaro: cosa fare?
Francesco Pesole, fx strategist di Ing, ricorda tra l’altro come nell’attuale contesto di instabilità i mercati abbiano cercato rifugio soprattutto nello yen e nel franco svizzero. “Con la revisione al ribasso della crescita statunitense, il dollaro ha perso una certa attrattiva come bene rifugio. Riteniamo che lo yen rimanga in una posizione solida per continuare a beneficiare delle turbolenze di mercato causate dai dazi e pensiamo che sia possibile un movimento fino a 140 in Usd/Jpy nel corso di questo trimestre. La forza del franco svizzero potrebbe invece innervosire la Banca nazionale svizzera, che in passato è intervenuta per indebolire la propria valuta”, osserva Pesole.
La liquidità alle stelle di Warren Buffett
Secondo Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote, yen e franco svizzero sono “interessanti”. Ma considerando i bassi tassi di interesse sia in Giappone che in Svizzera, detenere la posizione lunga ha un costo. “Un elemento chiave da considerare è quello del dollaro: occorrerà capire se Trump riuscirà a svalutarlo oppure no. Non dimentichiamoci che si può anche parcheggiare la liquidità, seguendo le orme di Warren Buffett, in attesa di schiarirsi le idee. Quindi restare liquidi e poi tentare di cogliere il rimbalzo, anche se chiaramente non è facile”, suggerisce De Casa.
“L’obbligazionario intanto può essere interessante, diversificando le scadenze. Mentre l’oro ha senso per chi investe nel lungo termine, non nel breve, perché i movimenti possono anche essere bruschi, come accaduto la scorsa settimana”, continua l’analista. In definitiva, conclude De Casa, le alternative sono due: “Per chi punta sul breve, restare liquidi e cercare di cogliere i rimbalzi. Per chi va lungo, aspettare che lo scenario si sia calmato”.