
Gianlorenzo Bernini, Quattro teste urlanti, FG Fine Art
Com’è andata la Biennale di Firenze 2024?
Cerco di non mancare mai alla Biennale di Firenze: può essere sentita come una scusa perfetta per passare qualche giorno in Toscana, ma in realtà è sempre più un appuntamento per il mercato dell’arte che non si deve ignorare.
La mattina poi, apre a quell’ora un momentino tarda, ma non troppo, le 10.30, il che ti rassicura di poter rivedere, non so, piccole cose nella città che sta per essere invasa dai turisti: la chiesa dei Santi Apostoli in Piazza del Limbo, rarissimo edificio medioevale a Firenze, con il tabernacolo di Giovanni della Robbia, o anche una passeggiata al Museo della Specola, che travolge i sensi con i minerali, gli animali impagliati, le cere e un piccolo gruppo di dipinti di Bartolomeo Bimbi.

Grotto di Palazzo Corsini, Firenze
“La Biennale di Firenze è il palcoscenico perfetto”
La Biennale è ospitata nell’imponente Palazzo Corsini, e gli stand dei vari espositori si aprono sugli ampi corridoi, seguendo il profilo delle sale della dimora e garantendo una visita dell’edificio che culmina al piano superiore con la terrazza sull’Arno mentre al piano terra con il grotto, opera di Antonio Maria Ferri della fine del Seicento. Lo dice bene in un’intervista Fabrizio Moretti, Segretario Generale e grandissimo mercante di fama mondiale “la Biennale è il palcoscenico perfetto, per qualsiasi tipo di collezionismo o di avvicinamento al collezionismo, perché la Biennale non è pesante […] siamo comunque dentro Palazzo Corsini che è secondo me uno dei palazzi più belli di Firenze se non del mondo, quindi già entrare lì e farsi una passeggiata, fermarsi in terrazza a prendere un caffè, significa non avere quella pesantezza di quando si vanno a visitare altre mostre o fiere che vengono solitamente allestite dentro un capannone”.

Piano commesso di marmi e pietre dure, Opificio delle Pietre Dure di Firenze, secolo 18, Alessandra di Castro (dettaglio); Capezzale trapanese, secolo 18, Carlo Orsi
Atmosfera elegante, umori frizzanti
L’atmosfera è elegante, gli umori frizzanti e sin dai primi passi all’interno del palazzo si percepisce il respiro internazionale che la fiera riesce sempre a raggiungere, soprattutto nelle ultime edizioni, con al timone Fabrizio Moretti. Dedicata all’arte italiana, non soffre di questo limite, anzi. Parlando infatti con vari collezionisti stranieri, la possibilità di vedere tanti secoli della nostra storia artistica senza essere distratti, che so, da Brughel o Picasso, diviene un’occasione di studio “ad immersione” e non solo di acquisto. Il rigore del vetting è pari a quello di TEFAF, ma, come diceva Moretti, non siamo al centro congressi di Maastricht…
Centinaia gli oggetti e i dipinti esposti molti dei quali inaspettati e di grande qualità, per tutti i gusti e tutte le tasche. Appena entrati, si è accolti da grandissimi mercanti di fama mondiale, primo fra tutti Gian Enzo Sperone, con una selezione di arte del Novecento sofisticata e raffinata, che ben rappresenta il suo gusto impeccabile e la sua capacità di far dialogare opere apparentemente lontane e diverse.
Un Tiziano recentemente riscoperto
Subito di fronte, lo stand di un’altro gigante del mercato internazionale, Carlo Orsi, che ha esposto un dipinto di Tiziano recentemente riscoperto, come pure un Capezzale trapanese settecentesco, che mescola avorio, ambra, corallo e madreperla. Seguono Agnews, con una scena di Giolfino su tavola, dove ben si riconosce Piazza dei Signori a Verona; Alessandra di Castro, vincitrice del premio per la scultura e l’arte decorativa, sempre con un gusto squisito, dalla quale ricordo un piano commesso di marmi e pietre dure a simulare perle e conchiglie, opera settecentesca dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Niccolò Giolfino, Storie di Muzio Scevola in Piazza dei Signori a Verona, Agnews
Insomma, impossibile elencare le innumerevoli meraviglie viste da Colnaghi, Lullo/Pampulides, Canesso – con Bronzino, Dickinson – con Michelangelo… Basti dire che il premio per miglior dipinto è giustamente andato a Matteo Salamon e ai suoi Giocatori di carte di Giacomo Ceruti, capolavoro del maestro.

Giacomo Ceruti, Giocatori di carte, Galleria Matteo Salamon
La migliore scultura alla Biennale di Firenze
Per la scultura, straordinario come sempre Bruno Botticelli della Galleria Botticelli Antichità, dove basti ricordare la Testa del Vescovo Andrea de’ Mozzi opera di un collaboratore di Arnolfo di Cambio vicina a una terracotta rarissima di Medardo Rosso…

Collaboratore di Arnolfo di Cambio, Testa del Vescovo Andrea de’ Mozzi; Medardo Rosso, Testa di giovinetto, Botticelli Antichità
Per il Novecento, l’imbarazzo della scelta è stato ancor più vasto, e per chi come la scrivente ha meno familiarità con il secolo scorso, la Biennale diviene una grande palestra per imparare.

Luigi Nono, Studi da “Funerali di un bambino”, Santa Tecla
Gli espositori sono stati più di 80 e il pubblico è entrato numeroso, sin dai primi giorni: i mercanti stessi hanno notato un flusso maggiore ripetto alle edizioni precedenti, e anche molto variato, con più giovani e più stranieri. Notevole anche la partecipazione delle istituzioni museali, oggigiorno sempre più importanti acquirenti di arte antica e moderna.
Com’è andata la Biennale di Firenze 2024? I nuovi espositori
14 i nuovi espositori, tra i quali molto ammirato Flavio Gianassi, di FG Fine Art, che in una mini intervista a chiusura della mostra ha notato con entusiasmo la vitalità che ancora esiste nel mercato italiano, e in particolare una “energia molto positiva” durante la fiera, che è diventata un appuntamento anche glamour per Firenze. Gianassi era presente con i commoventi bronzetti di Gianlorenzo Bernini, eseguiti dal maestro per la sua propria carrozza e provenienti dagli eredi Bernini. Commenti simili da molti altri partecipanti, che parlano di un grande “successo di pubblico e di vendite”.
Mentre rivivo com’è andata la Biennale di Firenze 2024, e aspettando con ansia l’edizione del 2026, ricordo con nostalgia la sera della preview, straordinaria come sempre con la grande e deliziosa cena di gala – quest’anno organizzata da Gucci Osteria – e i fuochi d’artificio sull’Arno.

Palazzo Corsini la sera dell’inaugurazione della XXXIII edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato