Per ora nessun taglio, ma la Banca Centrale Europea offrirà una più chiara indicazione sul fatto che la sforbiciata ai tassi si farà a giugno: sono queste le aspettative che dominano in modo pressoché unanime fra gli analisti e i gestori patrimoniali a pochi giorni dall’incontro del consiglio direttivo di giovedì 11 aprile. Le aspettative dei trader, d’altro canto, si sono ormai concentrate sul taglio ai tassi per il prossimo giugno, dopo che numerose dichiarazioni dei membri del consiglio Bce, hanno indicato questo scenario come il più probabile, comprese le indicazioni della presidente Christine Lagarde.
“Poiché una riduzione dei tassi di 25 punti base a giugno è quasi completamente prezzata dai mercati degli swap, il grado di incertezza delle comunicazioni della Banca Centrale in merito a tale riunione può essere interpretato in relazione alle riunioni successive a quella di giugno”, hanno affermato gli analisti di Ebury in una nota del 9 aprile. Mentre regna una quasi certezza sulle tempistiche del primo taglio, a giugno, l’agenda sulle mosse dei mesi successivi sarà cercata nella filigrana delle dichiarazioni di Lagarde e colleghi. Secondo Ebury, “la riunione di questa settimana sarà utilizzata principalmente per attirare ulteriormente l’attenzione del mercato sulla probabilità di un taglio dei tassi di interesse a giugno, senza fornire alcuna chiara indicazione sul possibile ritmo di un ulteriore allentamento delle politiche dopo tale data”, con Lagarde che “probabilmente ribadirà invece la dipendenza dai dati”.
Un’economia sempre più propizia per il primo taglio
Il contesto economico dell’Eurozona continua a sostenere la tesi del rientro dell’inflazione: i dati di marzo, hanno indicato un tasso del 2,4%, in calo dal 2,6% di febbraio e anche l’inflazione di fondo è scesa di due decimali al 2,9%. Entrambi i dati sono stati inferiori alle attese degli analisti. La Bce probabilmente aspetterà “la conferma della moderazione della crescita salariale”, ha affermato Frederik Ducrozet, Head of Macroeconomic Research di Pictet Wealth Management, con “la pubblicazione del dato sulla crescita salariale negoziata per il 1° trimestre prevista per il 23 maggio, pochi giorni prima della riunione di giugno”.
Considerando che molti dei punti che emergeranno dalla prossima riunione nella Bce sembrano in qualche modo già scritti, a partire dalle indicazioni sul taglio a giugno ormai prezzato, gli analisti di Bank of America non si aspettano “un impatto di mercato sostenuto in seguito al meeting”. Se, al contrario, dovesse emergere un copione diverso “dal tono moderatamente dovish atteso dagli operatori di mercato”, questo “potrebbe causare alcune oscillazioni dell’euro” hanno sottolineato da Ebury.
Le mosse future, guardando dopo giugno
“La nostra fiducia nell’avvicinarci ai tagli dei tassi sta crescendo, ma resta dipendente dai dati, insufficienti per agire”, ha dichiarato il team di BofA, “l’approccio ‘riunione per riunione’ significa che non dovremmo aspettarci indicazioni sul ritmo e sulla portata del ciclo di taglio dei tassi” da parte della Bce. Per il momento, le attese di BofA restano fisse su altri due tagli nel corso del 2024, uno a settembre e un altro a dicembre. Entro il luglio 2025 si tornerebbe a un tasso di riferimento a 2%, procedendo al ritmo di un taglio per riunione nel corso della prima metà del prossimo anno.
Le aspettative attualmente prezzate dal mercato indicano tagli per circa 90 punti base nel 2024, uno scenario compatibile con tre o quattro tagli da un quarto di punto. “Riteniamo che queste aspettative siano realistiche”, hanno affermato gli analisti di Ebury, visti “gli argomenti a favore della normalizzazione della politica monetaria nell’Eurozona più solidi che negli Stati Uniti e nel Regno Unito”.
Bond e azioni bancarie: come potrebbero reagire alla nuova fase
Nell’ultimo mese il rendimento del Btp decennale è aumentato di 14 punti base portandosi, al 9 aprile, al 3,74%. Per gli investitori cassettisti, interessati a ricevere interessi nel medio-lungo termine, la finestra di opportunità sembra attualmente favorevole e potrebbe gradualmente chiudersi se la BCE offrirà conferme sull’intenzione di tagliare i tassi a giugno, aprendo ufficialmente la fase di discesa. L’aspettativa del calo dei tassi dovrebbe contribuire a comprimere i rendimenti sulle obbligazioni dell’Eurozona, Btp incluso.
Nonostante l’impatto che il taglio ai tassi potrebbe avere sul margine d’interesse delle banche, la voce di ricavo che deriva dall’attività tipica di prestito correlata al costo del denaro, le azioni bancarie italiane hanno continuato a sovraperformare dall’inizio dell’anno. Fra i gestori globali, tuttavia, il comparto bancario non è più fra i preferiti nell’allocazione di portafoglio e, in vista del calo dei tassi, è possibile che una presa di beneficio sul settore possa favorire una rotazione verso altre componenti dei listini azionari.