La Bamboo Bag è uno dei simboli perenni del made in Italy di lusso e della casa fiorentina fondata nel 1921 da Guccio Gucci. Una delle borse più agognate della storia, ma forse non ancora tanto da essere considerata un asset al pari delle Kelly e Birkin Hermès. Soppesandone il potenziale, la divisione borsette di Christie’s ha annunciato di aver stretto proprio con Gucci un accordo per presentare tre delle più rare borse mai prodotte dalla maison, selezionate e riconcepite per l’occasione della vendita Handbags Online: The Paris Edit, che si terrà sulla piattaforma della casa d’aste dal 31 ottobre al 14 novembre 2023. Rachel Koffsky, SVP, responsabile internazionale delle borsette di Christie’s: «Siamo lieti di collaborare con Gucci. La Bamboo Bag è un simbolo iconico e duraturo di Gucci, questi pezzi sono preziosi: tre eccezionali e uniche borse Made-to-Treasure Bamboo, ciascuna rivisitata con le più raffinate tecniche dell’artigianato italiano, offrendo versioni uniche dell’iconico manico che rappresenta il passato, il presente e il futuro della maison, coerentemente con i valori della casa. Queste borse esemplificano lo spirito di innovazione, artigianalità e bellezza derivante dalla maestria di Gucci, dal suo ricco patrimonio tradizionale che guarda costantemente al futuro».
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Quotazioni delle Bamboo Gucci-Christie’s
La prima borsa della triade, quotata nella forchetta 6.000-8.000 euro, è un omaggio all’eredità più classica del marchio: presenta la tela GG originale beige ed ebano degli anni ’60, con manico in bambù.
La seconda comunica l’impegno del marchio per la sostenibilità, vantando un manico in vetro di Murano lavorato a mano e ornato da una stampa herbarium dipinta a mano (la stima è di 20.000-30.000 euro).
Infine, la terza creazione (stima 150.000-200.000 euro) è definita come «la più squisita, preziosa e pregiata borsa in bambù mai creata». Questa borsa Bamboo, mette in mostra l’eccezionale maestria della maison e lo spirito della collezione Gucci High Jewelry: si caratterizza infatti per il manico in oro 18 carati incrostato di 927 diamanti, che la rendono a ragione un pezzo unico da collezione.
La Gucci Bamboo con manico in oro e diamanti incastonati. Cortesia di Christie’s
Questi tre pezzi da collezione sono stati reinterpretati attraverso abbellimenti unici, che alludono all’evoluzione della borsa nel corso della storia di Gucci. «Ognuno dei tre pezzi rappresenta virtualmente un pilastro della maestria e dell’arte della casa».
Com’è nata la Bambù Gucci? Origine di una borsa mitica
Forgiata su una fiamma viva, la borsa con manico in bambù, nata nel 1947, fu originariamente creata da Guccio Gucci e dai suoi artigiani fiorentini nell’Italia del dopoguerra. Un contesto storico in cui le materie prime erano ancora estremamente scarse. La squadra di maestri pellettieri combinò la leggerezza e l’eleganza del bambù con la resistenza e la morbidezza della pelle. La borsa divenne in breve tempo un classico della produzione Gucci, simbolo dell’ingegnosità del suo fondatore.
Negli anni ne sono state forgiate diverse varianti per dimensioni e colori. A tutt’oggi gli artigiani altamente qualificati dell’ArtLab di Gucci continuano a lavorare su questo modello eterno di borsetta.
L’accordo Gucci – Christie’s
La partnership per questa asta è stata realizzata nell’ambito di una collaborazione già in corso tra Christie’s e Gucci, presentata la scorsa estate durante la settima edizione di Art+Tech Summit: Future Frequencies: Explorations in Generative Art and Fashion, una vendita collaborativa che ha presentato opere di artisti digitali di spicco all’incrocio tra moda, arte e tecnologia (fra cui Claire Silver, Tyler Hobbs, Emily Xie, Botto, William Mapan, Zach Lieberman), accessibile sulla piattaforma d’asta on-chain Christie’s 3.0 (dal 18 al 25 luglio 2023) e presentata anche nella galleria virtuale di Gucci.
Ancora oggi spetta a Christie’s il record di aver venduto le borsette più costose di sempre. La casa d’aste britannica ha infatti venduto nel 2016 e nel 2017 due Birkin Himalaya in coccodrillo rispettivamente a 300.168 e 388.738 dollari, con la metalleria in oro bianco a 18 carati e diamanti da 9 e 10 carati. Il nome Himalaya si deve motivo sfumato grigio-bianco perlaceo che ricorda la catena montuosa più alta del mondo.
Il mercato delle borse di lusso resta un comparto in crescita e si prevede che raggiungerà i 42 miliardi di dollari entro il 2029 (Data Bridge). Credit Suisse dal canto suo stima che le borse di fascia alta siano uno dei migliori investimenti del 2023, battendo sia l’arte che i gioielli. Ma l’anno non è ancora finito…
La Birkin Himalaya