La tecnologia si conferma regina della scena, dominando i mercati sia nella fase pre che nella fase post pandemia. Restano da scoprire i dati trimestrali relativi al secondo quarter.
Secondo gli esperti di Capital Group, quello a cui ci troviamo davanti rappresenta un vero e proprio cambiamento epocale: “di solito, i leader di mercato che entrano in una fase di recessione non mantengono la loro leadership durante o dopo la crisi”. Qualcosa, ora, è andato diversamente.
Panoramica delle performance
Una prima indicazione arriva dai numeri: in attesa di conoscere i dati trimestrali relativi al secondo quarter 2020, le quotazioni del comparto tech proseguono la propria corsa. Tra gennaio e giugno 2020, l’Indice tecnologico Nasdaq ha registrato un movimento del 8% circa, con un +27% nel solo secondo trimestre, dopo il crollo di metà marzo. Diversa storia per l’S&P500, che nel primo semestre ha subito una contrazione poco al di sopra del 4%, recuperando parte del terreno perso nel periodo più acuto della crisi con un +20% tra aprile e giugno. “Se guardiamo sotto la superficie” ha commentato Anne-Marie Peterson, equity portfolio manager di Capital Group “scopriamo che esiste un’ampia divergenza di rendimenti”; una divergenza anzitutto settoriale.
Tecnologia e calendario delle trimestrali
Da una parte, Amazon, Netflix, Zoom ed altri player che, dal lockdown, hanno tratto enormi benefici; dall’altra, quelle aziende che hanno avuto maggiori difficoltà. I nomi sono ormai noti: United Airlines (-61%), Royal Caribbean (-62%) e Boeing (-43%).
Netflix presenterà i propri risultati trimestrali giovedì 16, aprendo la strada agli altri titoli tech. Seguiranno poi Amazon (giovedì 23), Facebook (mercoledì 29), Alphabet e Apple (giovedì 30).
Settore tech Usa: rialzi duraturi?
Secondo l’esperta di Capital Group, la domanda chiave che dovrebbero ora porsi gli investitori di lungo termine è quali di questi fenomeni saranno duraturi. Un primo ambito di discussione riguarda anzitutto l’acquisto e il commercio online: gli utenti torneranno di certo a recarsi negli store, ma consci, nel caso, di avere una alternativa più smart.
Altro comparto è quello dei pagamenti online: acquisti da remoto significa pagamenti cashless, che potrebbero avere la meglio anche nell’attività retail fisica. La comodità delle transizioni e la spinta anche dei governi ad affidarsi a metodi di pagamento tracciati crea le condizioni floride per il comparto dell’e-payments. Ad una condizione: che parallelamente si sviluppino le aree della cybersecurity e dei controlli sul web.
Oggi come nel 2030: epoca del cambiamento
“Penso che una delle cose più interessanti a cui potremmo assistere nel 2030 è una nuova versione di Davide e Golia” ha concluso Peterson: “il trionfo delle piccole imprese e il potere degli individui rispetto alle grandi aziende. Stiamo assistendo a una nuova ondata di fornitori di software online e aziende di e-commerce che stanno sviluppando strumenti per infrastrutture back-end che hanno il potenziale di fare emergere le piccole e medie imprese. Storicamente, per gestire un’attività di vendita al dettaglio erano necessari un alto budget d’investimento e un reparto IT di grosse dimensioni”.
“Stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti incredibili. E il cambiamento favorisce le opportunità per gli investitori attivi come noi”.
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