Quei pregiudizi che frenano ancora le consulenti donna

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Anche se gli investitori dichiarano di non dare importanza al genere del consulente, uno studio accademico ha mostrato come quest’ultimo incida nelle scelte (in particolare, dei clienti uomini)

Le donne sono decisamente più propense degli uomini a fare ricorso a un consulente finanziario, ma rappresentano solo il 20% dei decisori finanziari italiani. Secondo l’ultima rilevazione condotta dalla Consob sulle scelte di investimento delle famiglie, solo un uomo su tre si dice propenso a cercare un supporto professionale nelle sue decisioni finanziarie, contro il 43% del sottocampione femminile. L’indagine ha confermato come lo stile di investimento delle donne abbia alcune caratteristiche peculiari: l’avversione alle perdite è estremamente più elevata fra le donne, che la dichiarano come parte del proprio approccio nel 42% dei casi contro il 27% del campione maschile; così come risulta più alta l’avversione al rischio (74% vs 67%). Da questo atteggiamento più conservativo derivano, per esempio, un minore interesse verso le criptovalute (20% contro 25%), il trading online (20% contro 25%) e anche nei confronti del crowdfunding (19% contro 24%). 

L’attitudine a investire a lungo termine, però, è una caratteristica meno femminile e più maschile (28% vs 34%). Parte della maggiore avversione al rischio potrebbe essere giustificata da un maggiore livello di vulnerabilità finanziaria, vale a dire una maggiore variabilità del reddito (27% contro 22%), e da una più spiccata tendenza a sottostimare le proprie conoscenze finanziarie, che caratterizza il 40% delle donne contro il 31% degli uomini. 

Le proporzioni di genere fra gli iscritti all’Albo Ocf dei consulenti finanziari riflettono in modo sorprendentemente fedele la distribuzione dei decisori finanziari italiani stimati dalla Consob: solo il 22,1% dei consulenti registrati a fine 2021, infatti, è donna. La quota, comunque, è in aumento. Viene da domandarsi se incrementarla possa apportare o meno qualche beneficio nella relazione con i clienti. Mentre la letteratura scientifica è abbastanza ricca nell’attestare una sostanziale coincidenza fra le performance dei consulenti uomo e dei consulenti donna, molto più scarno è il corpus degli studi dedicati a come i clienti si comportino a seconda del genere del professionista finanziario che li segue. 

Il comportamento del cliente cambia se l’advisor è donna?

Uno degli studi più recenti è stato realizzato da alcuni ricercatori dell’Università di Ariel (Israele) nel 2021: Uncovering gender bias in attitudes towards financial advisors, Journal of Economic Behavior & Organization. Le evidenze mostrano ancora un problema di percezione che penalizza le consulenti donna. “Poiché i pregiudizi di genere sono spesso impliciti, abbiamo deciso di condurre due studi. Nel primo studio abbiamo condotto un’indagine sperimentale chiedendo ai partecipanti quali fossero i loro atteggiamenti nei confronti del rischio di investimento, della fiducia e degli atteggiamenti generali nei confronti delle consulenti finanziarie donne”, hanno spiegato gli autori nel loro paper, “nel secondo studio, abbiamo condotto un’analisi congiunta adattiva per esplorare atteggiamenti più nascosti nei confronti delle donne che lavorano come consulenti finanziari”. L’analisi del campione, basato 1.600 individui, ha mostrato che la discriminazione dei clienti verso i consulenti finanziari donna è stata superata solo “a parole”, ossia nelle dichiarazioni rese direttamente dagli intervistati. 

Nei fatti, però, le probabilità che le raccomandazioni di un consulente uomo vengano seguite è nettamente più elevata – soprattutto se lo stesso investitore è di sesso maschile. “I risultati della conjoint analysis, che ha esplorato preferenze più nascoste, hanno indicato che il genere del consulente è uno dei fattori più importanti che influenzano la decisione del consumatore nella scelta del consulente per gli investimenti”, si legge nello studio, “è stato quindi riscontrato che il genere, per i consulenti femminili, ha un effetto negativo sul desiderio di investire, e questo atteggiamento negativo è risultato significativamente più elevato tra gli intervistati di sesso maschile”. 

Quest’ultimo aspetto rimane di grande interesse per le reti di consulenza, poiché la maggioranza dei decisori finanziari rimane uomo. Esiste, dunque, un problema nella percezione delle competenze finanziarie delle consulenti donne che non trova riscontro, in media, nelle loro oggettive capacità. “C’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere una percezione completamente paritaria”, fra i consulenti uomo e i consulenti donna, “è evidente che esiste un divario tra ciò che gli intervistati affermano a livello dichiarativo, indicando che il genere del consulente non influisce sulle sue capacità professionali”.

In una precedente ricerca accademica (Lascu et al. 1997) era stato indagato quali tratti si associassero agli investitori che prediligono una consulente donna. Questi ultimi, si legge, sono contraddistinti da “un reddito più basso, investono meno denaro, si considerano più conservativi e preferiscono strumenti di investimento più sicuri”. Al contrario, “i clienti che preferiscono i consulenti di sesso maschile sono più giovani, più inclini al rischio e investono maggiormente il loro patrimonio in prodotti ad alto rendimento”. Dallo stesso studio era emerso come “le tendenze” più prudenti “delle donne come investitrici portano a commissioni più basse per i consulenti che hanno clienti donne”. 

Una lunga strada verso la parità, anche nella consulenza

Tutte queste evidenze possono aiutare a spiegare la relativa lentezza con la quale l’industria del risparmio sta adattando l’equilibrio di genere verso una maggiore rappresentanza femminile fra i consulenti, con un rapporto 50 e 50 che appare ancora fuori portata. Finché i clienti più numerosi e remunerativi resteranno uomini, con una inconfessabile preferenza verso le raccomandazioni provenienti da consulenti maschi è probabile che il progressivo bilanciamento fra consulenti uomo e consulenti donna seguirà la lenta scia dei cambiamenti sociali.

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