India: la sua corsa non si ferma, dove la Tigre trae la sua forza

La crescita della classe media può rappresentare il cuore del progresso economico. È il caso dell’India, che anche in momenti incerti come quello attuale continua a crescere e a conservare prospettive di espansione interessanti. Ecco i fattori che sostengono il Paese della Tigre, secondo UTI International

Mentre lo spettro della recessione incombe sulle principali economie mondiali, Stati Uniti ed Europa in primis, ci sono alcune aree che non stanno reagendo in maniera così negativa all’attuale contesto di mercato, caratterizzato da inflazione alta, tensioni geopolitiche e inasprimento delle politiche monetarie. Basta guardare alla performance dell’India, che si appresta a chiudere il 2022 con una crescita del 7,4%, secondo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale. Si tratterebbe del ritmo di espansione più elevato, persino maggiore di quello della Cina. Come è possibile? A spiegarlo è Praveen Jagwani, Ceo di UTI International: “La ragione principale si trova nel fatto che l’economia indiana si basa sulla domanda interna, quindi non è soggetta a shock esterni, come la recessione globale e l’inflazione, al contrario di tutti quegli Stati che invece basano la loro economia su fattori esterni, come esportazione e turismo”. In effetti, ben il 60% del Prodotto interno lordo (Pil) dell’India deriva proprio dal consumo interno.

In particolare, Jagwani, individua tre principali fattori che stanno sostenendo, e continueranno a farlo nel prossimo futuro, l’economia indiana e così anche il suo mercato azionario:

1. Crescita costante della classe media

L’Università delle Nazioni Unite ha provato, attraverso vari studi sul campo, che aiutare coloro che si trovano alla base della piramide sociale a liberarsi dalle catene della povertà è necessario affinché l’intero paese possa godere di una economia in crescita. Tre sono, solitamente, i settori che rendono questo processo possibile, ovvero che stimolano lo sviluppo di una nuova classe media, originata dal basso: riforme agrarie, sviluppo rurale e capitalizzazione di Borsa. “Per quanto riguarda l’India – spiega Jagwani – se, da un lato, vi sono stati veramente pochi passi avanti per quanto riguarda l’implementazione di riforme agrarie, dall’altro riforme di inclusione finanziaria sono risultate un successo”. Questo processo è stato fondamentale nel creare una nuova classe media. Secondo Brookings Institution, la middle class indiana cresce ogni anno del 6%, un ritmo imbattuto su scala globale.

2. Cultura degli investimenti più matura

Con l’aumento del reddito personale, la classe media non solo ha aumentato le spese per beni durevoli, viaggi o ristoranti, ma ha anche iniziato a investire”. Secondo Jagwani questa è una delle caratteristiche principali che stanno alla base dello sviluppo indiano. La maggior parte delle banche in India offre piani di investimento sistematico (Systematic Investment Plans, Sip), che prevedono un investimento mensile regolare, anche di basso valore, in una serie di fondi. Solo nell’ultimo anno finanziario (da aprile 2021 a marzo 2022), più di 27 milioni di nuovi investitori hanno investito in queste formule, quasi il doppio rispetto ai 14 milioni dell’anno precedente. Nel giro di poco gli investimenti sono passati da 1,12 miliardi di dollari al mese a oltre 1,54 miliardi, con un aumento del 34%. Questo processo è fondamentale per l’economia nazionale: da un lato aiuta la classa media a costruire una cultura famigliare basata sul risparmio e dall’altra migliora l’indipendenza finanziaria dell’India.

3. Sicurezza alimentare intatta

Nell’attuale contesto di conflitto tra Russia e Ucraina, che ha spinto alle stelle i prezzi di energia e di alcuni prodotti alimentari, l’India rappresenta una eccezione positiva: i prodotti agricoli indiani sono abbastanza per nutrire l’intera popolazione. Un aspetto che limita anche le pressioni inflattive, al contrario di quanto accade negli Stati Uniti o in Europa. E nonostante l’inadeguatezza delle infrastrutture di stoccaggio e di transito del paese (da migliorare), che provoca lo spreco di una grande quantità di cibo (circa il 40%), l’India butta via meno cibo pro capite di tutti i Paesi sviluppati.

In conclusione, il segreto dell’India sta proprio nella prosperità comune, ovvero nell’obiettivo di far uscire dalla povertà un numero crescente di persone per farle entrare nella classe media. Questo il traguardo da perseguire, secondo Jagwani: “se la middle class continuerà a espandersi, continuerà anche a spendere e a investire, e così le azioni del mercato indiano aumenteranno il loro valore a beneficio degli investitori”.

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