Tutte le incognite del mercato bancario italiano (e come investirci)

Il comparto dei servizi finanziari si conferma ancora in fermento. Analizziamo le principali tematiche

Oltre il 10% delle operazioni di M&A in Italia nei primi sei mesi del 2021 hanno riguardato il settore dei financial services, per un totale di 31 operazioni complessive ed un controvalore di 4,4 miliardi di euro. A sottolineare tali dati è KPMG, che ha condotto uno studio sulle operazioni di acquisizione e fusione sul mercato italiano tra gennaio e giugno 2021.

Settore bancario: fermento sull’M&A

Il comparto dei servizi finanziari si conferma così ancora in fermento. Su 42,4 miliardi di controvalore complessivo delle operazioni M&A in Italia (522 in tutto), 4,4 miliardi hanno interessato il solo segmento del credito. Tra i più celebri deal, quello di Credito Valtellinese con il gruppo francese Crédit Agricole (con una operazione pubblica di acquisto che ha determinato il delisting del Creval sul segmento MTA). E ancora, l’acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo, con la conseguente cessione, precisano da KPMG, di 486 filiali e 134 punti operativi a Bper e 26 filiali alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
Si aggiunga a queste, per la divisione bancassurance, l’acquisizione da parte di Intesa Sanpaolo Vita spa del 100% del capitale sociale di Cargeas Assicurazioni spa (prima in capo a Bnp Paribas Cardif), nonché la rilevazione, sempre da parte di Intesa Sanpaolo-Ubi, dell’80% di Aviva Vita (da Aviva Plc) per un controvalore di oltre 400 milioni di euro.

Settore ancario: i due lati della medaglia

Seppur caratterizzato da dinamiche interessanti, il settore dei servizi finanziari nasconde però qualche incognita. Sempre KPMG, nella sua Analisi dei bilanci dei gruppi bancari italiani, edizione 2021, ha evidenziato come le banche italiane abbiano registrato nel 2020, da un lato, un peggioramento dei profili economico-finanziari rispetto all’esercizio precedente (dopo un triennio di progressivo miglioramento); dall’altro, un ulteriore rafforzamento della posizione patrimoniale, unito ad un sensibile miglioramento qualitativo degli asset detenuti, in linea con il trend avviato a partire dal 2015.
Inoltre, dopo aver superato gli effetti della pesante crisi qualitativa del credito degli anni 2012-2015 (che ha portato i crediti non performanti, non-performing loan, verso la soglia monstre dei €300miliardi), il mondo bancario si prepara oggi ad affrontare gli impatti di medio periodo di una possibile nuova ondata di npl legati alla pandemia e attesi tra la fine del 2021 e il 2022. Il sistema, aggiungo da KPMG, beneficia però di basi più solide e di sistemi di gestione più efficaci rispetto ad un quinquennio fa.

I pesi del settore bancario italiano

Tra le principali realtà italiane, l’ultima analisi condotta da Banca d’Italia sul 2020 ha incluso nella Top3 dei gruppi bancari a rilevanza sistemica nazionale UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banco BPM. Differente la Top3 stilata da Abi (associazione bancaria italiana) degli istituti di credito per numero di filiali sul territorio, che mostra Intesa Sanpaolo al primo posto per presenza sul territorio, seguita da UniCredit e Bper Banca.
Qualche indicazione circa la tenuta del settore bancario italiano potrebbe infine giungere con l’avvio della reporting season europea, attesa a fine luglio. Intesa Sanpaolo pubblicherà i propri dati trimestrali il prossimo 4 agosto, come anche Bper Banca. Segue Banco BPM, i cui dati sono previsti per il 5 di agosto. Leggermente prima, UniCredit, che pubblicherà i propri risultati il 30 di luglio.
La domanda è complessa: come posizionarsi sul comparto bancario italiano?

Settore bancario: i nuovi Certificate Top Bonus di UniCredit

I nuovi Certificate Top Bonus emessi da Unicredit a luglio 2021 hanno per sottostante azioni e indici italiani e internazionali. Lo strumento prevede date di osservazione finali a dicembre 2021, giugno e dicembre 2022. Nel caso in cui il sottostante, alla data di osservazione finale sia pari o superiore al livello di barriera, a scadenza, lo strumento rimborserà l’importo di rimborso massimo pari al bonus. Viceversa, se alla data di osservazione finale il valore del sottostante è inferiore al livello di barriera, a scadenza verrà corrisposto un valore pari alla performance del sottostante, non garantendo la restituzione del capitale investito.
Tra i titoli sottostanti, alcuni nomi celebri del comparto bancario italiano, rispettivamente Intesa Sanpaolo, Banco BPM e Bper Banca. Per tutti e tre i Certificate Top Bonus il livello di barriera è fissato al 75% e la scadenza al 16 dicembre 2022. Varia invece il bonus: per Intesa Sanpaolo (Isin DE000HV8CF17) si attesta a € 113,5; per Banco BPM a € 114 (Isin DE000HV8CEW0); per Bper Banca (Isin DE000HV8CEZ3) a € 111,5.

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