Mercati alla prova del Bce-day, quale reazione di euro e Btp

Tutto pronto a Francoforte per il primo rialzo dei tassi da oltre un decennio e il nuovo scudo anti-spread. Ecco gli impatti sui mercati, in particolare sulla moneta unica e i titoli di Stato italiani, secondo BNY Mellon Investment Management

Occhi rivolti a Francoforte dove tra poche ore scatterà il Bce-Day. La Banca centrale europea si appresta infatti ad annunciare la sua decisione di politica monetaria. Un appuntamento particolarmente importante, perché l’istituto guidato da Christine Lagarde metterà mano al costo del denaro, con un primo rialzo dei tassi da oltre un decennio (dal 2011 per la precisione). Ma non solo. Sempre in questa occasione, la Bce illustrerà anche i dettagli del nuovo strumento ideato contro il rischio frammentazione, meglio noto come scudo anti-spread o scudo salva-Btp. Un doppio annuncio, dunque, che scatenerà una reazione sui mercati, avverte BNY Mellon Investment Management, soprattutto sull’euro e sui titoli di Stato italiani.

Scocca l’ora della Bce, arriverà in tempo per fermare l’inflazione?

Di fronte a un’inflazione galoppante, arrivata a livello record da quando è stata creata la moneta unica (all’8,6% su base annua secondo l’ultima rilevazione di giugno da parte dell’Eurostat), la Bce corre ai ripari. Arriverà in tempo per contenere l’avanzata dei prezzi?

“Nutriamo il sospetto sempre più deciso che le banche centrali abbiano compiuto un errore durante la pandemia, sovrastimandone le conseguenze negative di lungo termine, e che di conseguenza abbiano allentato sin troppo le proprie politiche monetarie, generando così l’elevato livello di inflazione attuale – commenta Lale Akoner, senior market strategist di BNY Mellon Investment Management – Gli investitori, oggi, temono che le banche centrali siano dietro la curva rispetto alle misure per controllare l’inflazione, e che pertanto sia necessario un programma globale di rialzi dei tassi più veloce e più ampio”.

L’interrogativo principale sui mercati infatti riguarda proprio la possibile evoluzione della politica monetaria, ovvero il ritmo di rialzo dei tassi. Nelle ultime ore, tra gli operatori si sta facendo largo l’ipotesi di una stretta monetaria di 50 punti base, e non di 25 punti base come anticipato dalla stessa numero uno della banca centrale, Lagarde. Secondo un articolo del Financial Times, alcuni membri del consiglio direttivo della Bce starebbero infatti spingendo per un rialzo dei tassi più aggressivo, ovvero non di 25 punti base ma già di 50 punti base.

“Ci aspettiamo un rialzo dei tassi di 25 punti base, come già apprezzato dal mercato, e un possibile rialzo di 50 punti a settembre. – prevede però Akoner – In questo modo la Bce si lascerebbe un margine di manovra per la fine dell’anno, quando saremo in grado di vedere con maggior chiarezza gli impatti di più lungo termine della crisi delle forniture di gas e petrolio russo”. Sì perché, una possibile crisi energetica in Europa sarà una variabile da non sottovalutare.

Euro e Btp osservati speciali

A poche ore dall’appuntamento clou, sono ancora tanti gli interrogativi. I mercati quindi rimarranno alla finestra, pronti a prendere una posizione. In particolare, da osservare la reazione della moneta unica, che nei giorni scorsi è arrivata alla parità nei confronti del dollaro. “Il fatto che l’euro si sia indebolito e non rafforzato contro il dollaro Usa indica un orientamento orso del mercato rispetto all’outlook di crescita economica in Europa, mentre la Bce sta appena recuperando terreno rispetto alla Fed. – spiega l’esperto di BNY Mellon Investment Management – In aggiunta, l’euro sarà messo ulteriormente sotto pressione per via dell’aumento dei prezzi del gas, delle prospettive di recessione, dei rischi di frammentazione, della prossimità alla crisi ucraina e dei rischi per la filiera energetica”.

Insomma, Il contesto attuale vede la compresenza di diversi fattori avversi per l’Eurozona. E da qui la conseguente paura che l’avvio di una stretta monetaria da parte della Bce, in una situazione in cui l’inflazione è provocata da una scarsità dell’offerta e non da un’economia surriscaldata, finisca per innescare una recessione, in un contesto in cui tra l’altro il piano di acquisti netti di titoli attraverso il programma App è terminato lo scorso primo luglio.

E a questo proposito, l’altro focus chiave per i mercati sarà rappresentato dallo strumento anti-frammentazione, che secondo un’indiscrezione Bloomberg presenterebbe ancora alcuni aspetti sia legali sia riguardanti alle condizionalità ancora da risolvere. Secondo Jan Felix Gloeckner, Investment Specialist di Insight Investment di BNY Mellon Investment Management, questo scudo potrebbe favorire i titoli governativi italiani, nonostante il momento particolarmente delicato del paese: “potrebbe far sì che le banche vendano le posizioni dei titoli di Stato dei paesi centrali per acquistarne altri di paesi come l’Italia”. Sempre che nel frattempo a Roma non si scateni una crisi politica.

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