Temi d’investimento 2024: per i bond inizia l’età dell’oro, ecco dove guardare

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L’era della grande moderazione è giunta alla sua fine e gli investitori si adattano al nuovo regime di rendimenti obbligazionari più elevati che permette a questa asset class di tornare protagonista. Ecco qualche consiglio di PGIM per approcciarsi a questo nuovo paradigma

Un 2023 fatto di alti e bassi ha preparato gli investitori a entrare in un nuovo paradigma di mercato. Non ci sono più dubbi sul fatto che l’era della Grande Moderazione sia ormai giunta al suo termine e abbia lasciato il passo all’era della volatilità della crescita e dell’inflazione.
Senza dubbio, la resilienza di alcune economie e l’attenuazione dell’inflazione hanno portato ottimismo nei cuori – e soprattutto nei portafogli – degli investitori, ma l’era dell’incertezza non è che appena iniziata.

Quali saranno i trend che plasmeranno questo nuovo anno? Ma soprattutto, quali nuove opportunità emergeranno?

Le economie di Usa, Europa e Cina prendono tre sentieri differenti

Il 2023 è stato caratterizzato da un ciclo di rialzo dei tassi da capogiro, di quelli che non si vedevano almeno dagli anni ’80, eppure l’economia globale è riuscita a mantenersi resiliente. Gli esperti di PGIM sono convinti che negli Stati Uniti la weakflation, ovvero la combinazione tra crescita debole e inflazione elevata, anche se in calo, sia lo scenario base, stimando una crescita del PIL reale statunitense tra l’1% e l’1,5% e un calo dell’inflazione al 2,5-3% nel 2024.

La situazione in Europa appare meno rosea, infatti la lotta contro l’inflazione non è ancora finita e a quella vanno aggiunti i prezzi dell’energia che rimangono elevati e i tassi di interesse che sembra si manterranno alti ancora a lungo.
La realtà potrebbe invece sorprendere in Cina: dopo un anno di finte ripartenze, sembra che Pechino sia finalmente scesa in campo per cambiare la situazione di stallo concretizzando maggiori stimoli fiscali che supporteranno una nuova crescita del Pil.

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Prospettive per il reddito fisso

In generale, il mercato è ormai fermamente convinto che la fine del ciclo di rialzo dei tassi sia vicina, con la Federal Reserve che si prepara a un taglio già nella prima parte del 2024. E, storicamente, una volta che il ciclo dei tassi volge al suo termine, le obbligazioni tornano a splendere, offrendo rendimenti rettificati per il rischio migliori rispetto alle azioni. Proprio per questo, gli esperti di PGIM sono convinti che stiamo entrando nell’età dell’oro per gli investimenti obbligazionari, che stanno piano piano tornando in primo piano. “Le obbligazioni svolgono un ruolo chiave nelle allocazioni di portafoglio a lungo termine
e grazie ai rendimenti più elevati si confermano importanti strumenti di generazione di reddito e diversificazione rispetto ai mercati azionari”. Inoltre, nel caso di un imprevisto vuoto d’aria delle economie, ora esistono ampi spazi di calo dei rendimenti e ulteriore rafforzamento delle performance.

Sono molti i settori obbligazionari che sembrano ben posizionati in questo momento per offrire rendimenti rettificati per il rischio solidi nel lungo termine, fattore che favorisce il rafforzamento del valore tramite la gestione attiva. Questo non significa che il periodo dell’incertezza sia volto al suo termine, anzi il mondo macro continua a essere caratterizzato da una forte instabilità, quindi il consiglio di PGIM è quello di focalizzarsi su bond di qualità elevata, evitando strumenti vulnerabili.

Tre punti cruciali per il 2024

PGIM ha le idee chiare sull’inefficienza della liquidità, che tanto aveva attirato l’attenzione negli scorsi mesi. Piuttosto, sarebbe meglio guardare verso asset con duration più breve che “potrebbero offrire un rendimento interessante, unitamente a una protezione contro l’ulteriore volatilità”.

È tornato anche il momento per allungare la duration: con la fine del ciclo dei tassi e i mercati che scontano questi tagli nel 2024, gli investitori potrebbero trarre profitto da un allungamento della duration, assicurandosi tassi più elevati. Inoltre, dopo un periodo di crollo dei rendimenti sulla scia delle recenti tensioni geopolitiche, è possibile che stia iniziando un nuovo periodo di normalizzazione, che offre agli investitori attenti una breve fase di opportunità per assicurarsi tassi più elevati a lungo termine.

Infine, come già si è fatto intuire, è importante cercare opportunità di valore relativo di qualità elevata, come le obbligazioni high yield e, perché no, il debito dei paesi emergenti. Infatti, “dopo che le banche centrali hanno posto fine ai consistenti rialzi dei tassi, i settori del credito hanno registrato un miglioramento delle performance, un trend che a nostro avviso continuerà prevedibilmente a favorire i portafogli obbligazionari diversificati”, concludono gli esperti.

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