Sanità e investimenti: il MedTech dà il cambio ai BigPharma

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Nonostante la fine della pandemia da Covid, il settore sanitario rimane ben posizionato nel breve e medio termine. Parola di T.Rowe Price, che vede nella tecnologia medicale interessanti opportunità di investimento. Basta sapere dove guardare

Con la fine della pandemia da Covid i BigPharma rischiano di tramontare nel panorama degli investimenti? Il dubbio è lecito, visto che dagli ultimi risultati trimestrali e outlook sembra che le tasche dei grandi signori dei vaccini si stiano sgonfiando: Pfizer, Moderna e BioNTech hanno tagliato le stime di fatturato di 60 miliardi per il 2023. È forse stato un azzardo investire in loro?

Mitch Unger, Credit Analyst Health Care Sector di T. Rowe Price cerca di rassicurare gli investitori. Se si guarda alle BigPharma, nonostante il previsto calo del fatturato, non è ancora necessario preoccuparsi, perché grazie al boom degli ultimi due anni hanno in cassa ancora decide di miliardi di dollari. Ma, soprattutto, il settore sanitario non è solo BigPharma.

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La sanità cresce mentre la popolazione invecchia

Il comparto sanitario è molto ampio e complesso. Basti pensare alle case farmaceutiche che creano medicinali sempre più specifici e virtuosi, da quelli di cui facciamo uso quotidiano come gli antiinfiammatori, ad altri più complessi che cercano una cura diretta per il cancro, ma anche alle strutture di cura e, soprattutto negli ultimi anni, alle nuove tecnologie mediche, che, grazie all’intelligenza artificiale, affiancano la medicina tradizionale. In un panorama così ampio e diversificato, T.Rowe Price vede opportunità di crescita e di guadagno. Una promessa non esattamente ignorabile, soprattutto quando incombe lo spettro della recessione.

Due le motivazioni indicate a favore del settore sanitario: resilienza e trend demografici.
Innanzitutto, il comparto sanitario è conosciuto per le sue caratteristiche acicliche. In altre parole, rappresenta una delle aree dove risulta più difficile per i consumatori tagliare le spese, dal momento che raramente si tratta di necessità date dal mercato. Proprio per questo è un comparto resiliente, che è in grado di performare bene anche in momenti di crisi.
In secondo luogo, è indubbio che la popolazione stia invecchiando e, naturalmente aumentano le spese mediche. Se si guarda alla popolazione dei 27 Paesi membri dell’Europa, gli over 65 aumenteranno in modo significativo, passando dai 90,5 milioni all’inizio del 2019 a 129,8 milioni entro il 2050. Nello stesso periodo, guardando i dati Eurostat, si prevede che il numero di persone con età compresa tra i 75 e gli 84 anni aumenterà del 56,1% e quello di persone in età compresa tra i 65 e i 74 anni del 16,6%. Senza dubbio una tendenza che avrà un forte impatto sull’economia dell’Europa. Con l’invecchiamento della popolazione cresce, di pari passo, anche la necessità di cure mediche, rendendo il settore sanitario più centrale che mai.

La rivoluzione tecnologica entra in ospedale

Il settore MedTech, che prevede l’unione tra la medicina tradizionale e la tecnologia, come quella genica o l’intelligenza artificiale, sta prendendo sempre più piede. “Gli ultimi anni sono stati particolarmente sfidanti per il MedTech, dove queste aziende sono rimaste indietro rispetto al loro potenziale di guadagno a causa di una combinazione di fattori in gran parte al di fuori del loro controllo (come la pandemia che ha spostato la priorità su trovare un vaccino il più rapidamente possibile) – spiega Unger – ora invece si trova in una posizione molto favorevole”.

Nella seconda metà di quest’anno, grazie a un allentamento delle pressioni sui costi delle materie prime e dei trasporti, possiamo aspettarci una espansione dei margini, che renderà il comparto MedTech ancora più attraente. Ma attenzione, non tutte le aziende in questo settore sono uguali: è meglio “considerare con cautela le società che dipendono eccessivamente dalle vendite di beni strumentali e a preferire quelle con un elevato mix di ricavi ricorrenti da materiali di consumo e servizi”, conclude l’esperto di T. Rowe Price.

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