Dalle riunioni all’azione: tre step per rendere un team più produttivo

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Compito del leader è quello di creare le basi per il successo, ma è anche importante stabilire un ambiente dove i dipendenti siano a loro agio a esprimere le loro opinioni, così da trovare obiettivi comuni e crescere sempre di più. Ecco i consigli di Janus Henderson Investors

Dall’esterno è semplice distinguere team di grande successo che hanno superato le loro stesse aspettative di crescita e gruppi di lavoro dove invece mancano chiarezza e direzione. Ma nella pratica e in prima persona, non è sempre così semplice prendere le decisioni migliori e, soprattutto, capire come implementarle. Bryan Powell, Senior Director di Janus Henderson Investors, ritiene che la figura del leader sia fondamentale per fare la differenza e il punto di partenza per condurre riunioni che ispirino veramente all’azione e al cambiamento. Ecco i tre punti chiave da seguire.

Mostrare le proprie fragilità non è un limite

Solitamente i leader sentono di dover dimostrare costantemente le loro conoscenze, competenze, capacità di spronare il team a raggiungere i propri obiettivi, così da poter provare di meritarsi la posizione di prestigio in cui si trovano. Ma per creare un gruppo di lavoro forte, con degli obiettivi ben precisi, è fondamentale che anche il leader si metta in gioco: parlare delle proprie vulnerabilità e delle battaglie che si combattono ogni giorno non è un limite, richiede molto coraggio, ma è fondamentale per dimostrare al gruppo il continuo miglioramento quando di base c’è molto impegno. Powell spiega che “avendo il coraggio di condividere le proprie vulnerabilità, il leader permette al suo team di assumersi la responsabilità, pur comprendendo che non sarà un viaggio perfetto”.

Ascoltare più voci per seguire obiettivi comuni

Solitamente quando si immaginano delle riunioni, si pensa al responsabile che presenta un discorso, il vero cuore della riunione e, solo in un secondo momento i dipendenti possono interagire, anche se in minima parte. I leader ritengono di dover parlare per la maggior parte del tempo, non si tratta però solo di una questione di controllo, ma anche perché pensano sia loro responsabilità. Ma se l’obiettivo è quello di crescere e migliorare, ascoltare voci diverse è fondamentale: creare un ambiente dove tutti i membri si sentono sicuri nel far sentire la propria voce è il primo passo fondamentale per rendere uno scambio di idee possibile. Una situazione in cui non solo uno o pochi esperti hanno parola, ma il team si sente libero di proporre diverse prospettive, è per eccellenza la culla di nuove idee.

Valorizzare la subordinazione dinamica

“Chiunque sia più vicino al problema ed è più capace si fa avanti e prende il comando e tutti lo sostengono immediatamente”, questo è l’insegnamento di Rich Diviney, ora autore bestseller ma prima responsabile dei Navy SEAL, nel suo libro The Attributes: 25 Hidden Drivers of Optimal Performance. Nella pratica significa che, partendo dal presupposto che ognuno sia libero di contribuire con le proprie opinioni, gli altri membri del team devono sostenere queste idee e spingere perché vengano messe in pratica. Provare a lavorare su questo punto è sempre importante, ma potrebbe essere fondamentale soprattutto per i team che stanno iniziando a lavorare insieme per la prima volta, così da chiarire gli obiettivi comuni e impegnarsi insieme per raggiungerli.

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