Presidenziali Usa 2024: per Trump una vittoria difficile, ma non impossibile

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Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, in agenda nel 2024, promettono un grande show ancora prima di iniziare, grazie anche a nomi noti, tra cui non sfugge quello di Donald Trump. Ma cosa potrebbe succedere se il magnate americano venisse eletto nuovamente?

La Corte Suprema del Colorado ha deliberato che Donald Trump sarebbe ineleggibile per le prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, avendo infranto il quattordicesimo emendamento della Costituzione americana, secondo cui nessuno può assumere un incarico di governo “se è stato coinvolto in una insurrezione o una ribellione contro gli Stati Uniti, o ha dato aiuto o sostegno a coloro che l’hanno intrapresa”. Proprio come è accaduto nel caso dell’ex presidente quando, il 6 gennaio 2021, un gruppo di manifestanti pro-Trump ha assaltato Capitol Hill. Ma cosa potrebbe succedere se il magnate americano si presentasse per la terza volta alle elezioni presidenziali e, addirittura, cosa potrebbe accadere se vincesse? Una risposta arriva da Legal & General Investment Management (LGIM) che ha provato a immaginare questo scenario.

Una spaccatura sempre più profonda e una rosa di candidati ancora volatile

Ormai è da qualche anno che la politica statunitense si sta polarizzando con sempre più forza, creando una spaccatura profonda, e quasi inedita, tra repubblicani e democratici. Si tratta di un fattore chiave, che sta rendendo gli accordi bipartisan sempre più complessi, basta guardare agli scontri accessi che si sono creati qualche mese fa per le variazioni della spesa pubblica.

Se la spaccatura è già visibile ora, nei prossimi mesi “questa faglia potrebbe ingigantirsi ancora, dato che potrebbe presentarsi per la terza volta uno dei personaggi che maggiormente hanno contribuito a crearla, ovvero l’ex presidente Trump, il quale cercherà di ripetere un’impresa riuscita solo a Grover Cleveland: farsi eleggere in due occasioni non consecutive”, affermano da LGIM.

Nonostante ad oggi i nomi più chiacchierati siano quelli di Donald Trump per i repubblicani e Joe Biden per il partito democratico, è bene specificare che le nomine ufficiali non sono ancora state inviate. Tuttavia, sembra chiaro che la probabilità che nel 2024 si ripeta la sfida del 2020 è alta.

Trump verso la vittoria: è davvero possibile?

La domanda sta già animando il dibattito e Matthew Rodger, Assistant Economist di LGIM, sembra convinto che “gli eventi che hanno seguito la sconfitta di Trump (in special modo la marcia sul Campidoglio del 6 gennaio 2021) e il fatto che la sua popolarità risulti ancora piuttosto bassa nei sondaggi nazionali, rendono difficile una sua vittoria nel 2024; ma non impossibile”. L’esperto ha quindi individuato tre fattori principali che potrebbero accrescere le chance di vittoria di Trump:

  • Economia: non si tratta di un momento particolarmente facile per l’economia statunitense e la probabilità che gli States subiscano un rallentamento nel 2024 non è ancora stata azzerata. Trump potrebbe giocare su questa situazione, rassicurando gli elettori con prospettive migliori nel caso venga eletto.
  • Età avanzata di Biden: classe 1942, è indubbio che gli 81 anni dell’attuale presidente degli Stati Uniti inizino a farsi sentire. Basti sapere che in un recente sondaggio i tre quarti degli intervistati hanno sostenuto che Biden non ha, e forse non ha mai avuto, l’energia adeguata a ricoprire il suo ruolo. Poco, invece, sembra interessare l’età di Trump, nonostante abbia solo quattro anni in meno dell’attuale presidente.
  • Sistema elettorale USA: non si tratta certo di una novità, nelle elezioni statunitensi sono i grandi elettori a giocare il ruolo di protagonista. Questo significa che, nonostante i democratici abbiano una vittoria quasi assicurata in alcune roccaforti come la California o New York, anche i repubblicani possono scommettere su alcuni stati chiave (come Arizona e Florida). Inoltre, quest’ultimi risultano in vantaggio anche in alcuni wing states, ovvero stati bandiera che non si identificano storicamente con un unico partito e, solitamente, sono quelli che segnano la differenza alle urne.

Elefante al governo: cosa potrebbe succedere?

Supponendo che accada l’impossibile, anche se forse così impossibile non è, ovvero che Trump diventi il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America, cosa aspettarsi dalla sua amministrazione? Secondo l’esperto di LGIM, il nuovo governo si concentrerebbe principalmente sul commercio, portando avanti gli embarghi contro la Cina e instaurando nuovi dazi, come aveva fatto durante il suo primo mandato; su una politica fiscale particolarmente favorevole, come un nuovo taglio delle tasse, simile a quello del 2017, sacrificando però alcuni importanti piani statali, come quelli implementati dall’Inflation Reduction Act; e sul rafforzamento del potere decisionale dell’esecutivo, “rendendo più semplice il licenziamento di funzionari ed accrescendo le competenze delle agenzie governative (come l’ufficio immigrazione) per far rispettare alcune leggi controverse”.

E per gli investitori che guardano agli Stati Uniti, un secondo mandato di Trump che effetto potrebbe avere? Guardando al passato, il governo Trump ha avuto qualche effetto positivo sui portafogli. Senza dubbio, i pacchetti fiscali emanati durante la sua presidenza avevano generato ricavi solidi per l’azionario statunitense, tuttavia una politica estera così rigida non avevano fatto altro che creare un clima di volatilità persistente.

Ma lo scenario oggi sarebbe diverso e tornando al presente, sono due le problematiche principali che il governo statunitense si troverà di fronte: una inflazione ancora alta e crescenti tensioni geopolitiche. Che vincano i repubblicani o i democratici è chiaro che “l’inflazione sia in cima alle preoccupazioni della Federal Reserve e i mercati potrebbero reagire molto male a nuovi stimoli che impedirebbero a questa di convergere verso il target prefissato”, spiega Rodger. Mentre, parlando di geopolitica, dal conflitto russo-ucraino a quello tra Israele e Hamas, passando anche per le crescenti pressioni tra Cina e Taiwan, il “metodo Trump” messo in pratica durante il primo mandato potrebbe recare qualche danno.

Ad oggi, è impossibile prevedere il nome del vincitore delle prossime elezioni presidenziali statunitensi, non resta che lasciare la parola agli elettori.

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