Si sente sempre parlare di quanto sia fondamentale trasformare l’economia per renderla il più sostenibile possibile e raggiungere, entro il 2050, il net zero. Tuttavia, se oggi si vanno ad analizzare le aziende, cercando quelle ad impatto zero, è come cercare un ago in un pagliaio, vista la moltitudine di dati, e a volte anche poco rigorosi e standardizzati. Investitori privati e istituzionali chiedono così aiuto agli asset manager per ottenere un portafoglio sostenibile su misura alle loro esigenze specifiche. Anche perché è improbabile che un approccio “taglia-unica” risponda agli obiettivi ESG e al profilo rischio-rendimento di ogni singolo investitore.
Per Lazard Asset Management costruire un portafoglio a zero emissioni non significa solo decarbonizzarlo, cioè escludere quelle aziende che inquinano di più, ma implica anche:
- Escludere aziende che potrebbero creare un danno all’ambiente e alle persone, ovvero che magari non producono emissioni ma causano la degradazione di un territorio o della salute
- Avere un impatto positivo, ossia utilizzare il proprio voto per supportare compagnie che si impegnano attivamente nell’implementare una strategia a impatto zero
- Allocare i proprio fondi in modo proattivo in tutto il mondo green. In altre parole, investire anche in nuove tecnologie e soluzioni innovative per proteggere l’ambiente.
Per mettere in pratica tutto questo è fondamentale costruire un chiaro paradigma di base da seguire. Ecco allora che Lazard AM ha costruito quella che, secondo loro, è la ricetta perfetta (anche se non l’unica) per costruire il portafoglio ideale a zero emissioni. La ricetta si compone di tre ingredienti fondamentali:
Si sente sempre parlare di quanto sia fondamentale trasformare l’economia per renderla il più sostenibile possibile e raggiungere, entro il 2050, il net zero. Tuttavia, se oggi si vanno ad analizzare le aziende, cercando quelle ad impatto zero, è come cercare un ago in un pagliaio, vista la moltitud…