Polizze vita, strumento vincente per le fiduciarie e i loro clienti

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I servizi del private insurance possono combinarsi con quelli offerti dalle società fiduciarie per supportare i clienti di elevato standing patrimoniale, garantendogli una gestione efficiente e discreta della loro ricchezza

Che sia per esigenze lavorative, familiari o per il semplice desiderio di rendere meno incombente l’amministrazione del proprio patrimonio, sono sempre più gli individui High Net Worth (HNW) e Ultra High Net Worth (UHNW) che decidono di usufruire dei servizi delle società fiduciarie. Tra i diversi strumenti a disposizione della clientela di elevato standing patrimoniale e dei professionisti del wealth planning, le polizze vita di private insurance offrono al contempo la possibilità di cogliere le opportunità dei mercati finanziari, pianificare il passaggio successorio, semplificare gli adempimenti fiscali e garantire il massimo livello di privacy. Con Fabrizio Palumbo, Country Head Italy di Octium Group, analizziamo le dinamiche e i vantaggi di questa strategia.

Società fiduciarie e polizze vita: diverse opportunità…

Grazie al rapporto duraturo instaurato con i propri fiducianti, le società fiduciarie hanno acquisito una profonda conoscenza delle dinamiche familiari e della composizione dei patrimoni di questi ultimi. “Non sorprende che queste società rappresentino quindi un interlocutore privilegiato nei processi di pianificazione successoria e patrimoniale” spiega Palumbo. Il loro supporto, inoltre, non si esaurisce con la mera attività di pianificazione, in quanto le società fiduciarie possono ricoprire un ruolo attivo nella realizzazione dei processi successori, ad esempio mediante l’intestazione su mandato del cliente di polizze vita. “Le società fiduciarie possono essere sia contraenti che beneficiarie dei prodotti assicurativi vita, a seconda delle esigenze del cliente e degli obiettivi che questi intende perseguire”.

…e diverse strategie per coglierle

In primo luogo, attraverso la c.d. intestazione fiduciaria, il cliente può dare mandato alla società fiduciaria di sottoscrivere, in qualità di contraente, la polizza vita per suo conto, indicando al contempo sé stesso come assicurato e individuando liberamente i beneficiari della polizza come previsto dall’articolo 1920 c.c.. “Grazie a questa strategia, il fiduciante può trasferire il capitale assicurato in polizza a un soggetto terzo godendo di un elevato grado di riservatezza”.

In secondo luogo, il fiduciante può dare disposizione alla fiduciaria affinché questa assuma l’intestazione della posizione di beneficiario della polizza per l’amministrazione dei relativi diritti. “Così facendo, alla sua morte, la fiduciaria potrà gestire il capitale assicurato per conto dei beneficiari/eredi, secondo quanto indicato dal fiduciante-assicurato. Grazie a questa configurazione è possibile conseguire due importanti vantaggi: per prima cosa si rafforza il livello di privacy, dato che i nominativi dei beneficiari restano riservati nei confronti di terzi in fase di liquidazione parziale o totale del capitale; il secondo vantaggio si realizza nel massimo grado di personalizzazione di cui il fiduciante può godere per quanto concerne la modalità di liquidazione del capitale assicurato”, spiega Palumbo.

Infine, il contraente o il beneficiario possono altresì prevedere che, in caso di premorienza di quest’ultimo rispetto all’assicurato, sia sempre una società fiduciaria ad esercitare i diritti derivanti dalla posizione di beneficiario, continuando così a soddisfare l’esigenza di riservatezza nel trasferimento del patrimonio.

I vantaggi delle compagnie assicurative bi-optate

Al momento della sottoscrizione di una polizza vita estera sorgono in capo al contraente una serie di obblighi sia di natura dichiarativa che impositiva.

Per quanto concerne i primi, il contraente di una polizza vita estera è tenuto a segnalare la polizza al Fisco tra gli investimenti esteri idonei a produrre redditi imponibili in Italia di cui essi risultino titolati. L’informazione deve essere resa in occasione della dichiarazione annuale dei redditi, nell’apposito quadro RW (Investimenti e attività finanziarie all’estero, monitoraggio – IVIE/IVAFE). “Il contraente non è tenuto all’adempimento di tale obbligo qualora conferisca un apposito mandato di amministrazione o mandato all’incasso ad un intermediario finanziario residente, quale è una fiduciaria”, spiega l’esperto.

Quanto agli obblighi di natura impositiva, ve ne sono due. Il primo consiste nel versamento dell’imposta sostitutiva sui redditi di capitale, costituita per le polizze vita dal reddito derivante dalla differenza tra i premi versati e l’ammontare percepito, attualmente pari al 26%. Octium, inoltre, ottimizza il trattamento fiscale attraverso un look-through degli asset sottostanti con relativa applicazione del 12.5% sulla quota parte investita in titoli di stato ed equiparati. Il secondo e ultimo obbligo impositivo consiste nel versamento dell’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (IVAFE), attualmente pari allo 0,2%.

“Quanto all’adempimento di tali obblighi Octium presenta ai suoi clienti un importante vantaggio: sia Octium Life DAC, assicurazione irlandese, sia la branch italiana di Octium Assurance AG, assicurazione con sede in Liechtenstein, operano in Italia come compagnie bi-optate agendo quali sostituto di imposta sia per l’imposta sui redditi di capitale sia per l’imposta di bollo virtuale (che in questo caso sostituisce l’IVAFE in maniera equivalente). Chi sceglie Octium sa di poter contare su un partner solido ed affidabile, in grado di offrire soluzioni assicurative all’avanguardia, oltre ad erogare servizi complementari che rendono ancora più efficiente la gestione del capitale assicurato”, conclude Palumbo.

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