Bond, rischi e opportunità per il 2024 secondo Carmignac

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Secondo la casa di gestione parigina nel 2024 il settore del credito offre diverse sfide e opportunità. Rischi come la volatilità di mercato e i default si trasformano in opportunità di investimento, con un focus sul rendimento e settori come quello finanziario ed energetico

Nel contesto economico del 2024, il settore del credito si presenta come un terreno dinamico e complesso, influenzato da una serie di fattori che ne determinano la stabilità e le opportunità di investimento. Pierre Verlé, Head of Credit, co-Head of Fixed Income e Fund manager di Carmignac, identifica i principali fattori di rischio e le potenziali opportunità per il 2024.

Quali sono i principali fattori di rischio per il settore del credito nel 2024?

“Il segmento del credito è sempre esposto a due tipi di rischio: quello di volatilità del mercato e quello di default. Il rischio di volatilità del mercato è diminuito di molto. A parità di altre condizioni, più alto è il rendimento minore è il rischio di duration. Quest’ultimo è molto più basso dopo la normalizzazione dei tassi nel 2022, è significativamente più basso rispetto a prima. Per quanto riguarda il rischio di default è praticamente certo che il numero di fallimenti aumenterà, ma questo è da considerarsi un fattore positivo: i default, infatti, sono la base del credito e sono anche ciò che genera performance. Per questo il nostro lavoro di gestori consiste proprio nell’individuare e nell’investire in quei rischi che il mercato sopravvalutati. Naturalmente, il rischio è molto più sovrastimato quando ci sono default rispetto a quando non ce ne sono”.

Quale invece le opportunità per il 2024?

“A seguito della normalizzazione del costo del capitale occorsa nel 2022, ci ritroviamo in un contesto in cui gli investitori obbligazionari possono tornare a concentrarsi sui rendimenti, tornati interessanti dopo dieci anni di assenza tra il 2012 e il 2022. Allo stesso tempo, un carry elevato comporta un minor rischio di duration, una minore sensibilità ai tassi di interesse e una minore volatilità del mercato. Il carry di oggi è appena inferiore a quello di un anno fa, sebbene nel 2023 si siano registrate ottime performance nel settore del credito proprio grazie ai rendimenti offerti dalle obbligazioni. In questo contesto, alcuni settori obbligazionari vengono privilegiati, in particolare quello finanziario, che sta beneficiando della normalizzazione del costo del capitale, e quello energetico, che si è sempre caratterizzato per un costo del debito relativamente elevato, Infine, consideriamo che il 2024 possa presentare opportunità per gli strumenti obbligazionari garantiti da collaterale (CLO) e altre special situations (ossia opportunità di investimento su crediti deteriorati) che ci consentono di trarre vantaggio dal previsto aumento dei tassi di default”.

Che cosa caratterizza la strategia obbligazionaria di Carmignac?

“Innanzitutto l’esperienza: in Carmignac, infatti, abbiamo un team dedicato al credito che vanta un track record di quasi nove anni, che ha potuto creare i diversi fondi obbligazionari e gestirli secondo le modalità che ritiene più opportune. Ma non è tutto, in quanto il nostro team ha anche una competenza molto rara, quella di ristrutturare. Questo torna estremamente utile nel contesto che ci attendiamo caratterizzerà il 2024, in cui i tassi di default sono destinati ad aumentare. Saper ristrutturare significa individuare e selezionare i titoli, gestirli e persino creare performance attraverso queste situazioni speciali. Dal punto di vista pratico, ci concentriamo sui fondamentali, ma teniamo allo stesso tempo d’occhio anche i mercati, dal momento che le loro dinamiche sono oggi strettamente complementari. Per quanto riguarda i nostri fondi, sia Carmignac Portfolio Credit che i fondi target maturity consentono a ogni investitore di investire secondo un orizzonte temporale comodo e con l’esposizione di rischio che essi ritengono più appropriata”.

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