Unicredit ha consegnato al mercato una performance resistente, che ha confermato lo stato di salute della banca, compresa la qualità degli attivi stabili e segnando nuovi record a partire da quello della redditività (RoTE), arrivato al 19,8%. Gli obiettivi sui ricavi sono stati innalzati da 22,5 a 23 miliardi, mentre quelli sugli utili e la distribuzione di valore agli azionisti sono stati confermati rispettivamente a 8,5 miliardi e 10 miliardi di euro nell’anno solare.
“Abbiamo annunciato un acconto sulla distribuzione relativa al 2024 pari a €1,4 miliardi sotto forma di dividendo e €1,7 miliardi sotto forma di riacquisto di azioni proprie come parte della nostra distribuzione già accantonata complessivamente pari a €5,2 miliardi nella prima metà dell’anno”, ha affermato l’ad di Unicredit, Andrea Orcel, in una nota, “nonostante l’accantonamento del 100% dell’utile netto, o del 60% del nostro obiettivo di distribuzione per l’anno, il nostro CET1 ratio, tra i migliori del settore, è aumentato al 16,2% anno su anno, su una base comparabile, grazie alla nostra eccellente generazione organica di capitale”.
Il titolo Unicredit ha accolto i conti trimestrali senza particolare giubilo, con il titolo partito in territorio fortemente negativo, seguendo approssimativamente la performance dell’indice Ftse Mib – con un ribasso attorno a mezzo punto a circa tre ore dalla chiusura di Piazza Affari.
Unicredit, crescita stabile delle commissioni
“Le commissioni sono migliorate nettamente su tutti i fronti, con i nostri investimenti nelle fabbriche prodotto e nella rete commerciale che iniziano a produrre risultati più visibili”, ha commentato Orcel. “Le commissioni sono aumentate del 7% nel semestre e del 10% nel trimestre (anno su anno), grazie ai nostri investimenti nelle fabbriche di prodotti e al rinnovato interesse dei clienti”, ha precisato l'ad di Unicredit in conference call, “questi risultati sono stati trainati dai clienti che stanno riequilibrando i loro portafogli in vista della prevista normalizzazione dei tassi, e abbiamo beneficiato della rinegoziazione di alcuni contratti nell'asset management”.
“Le commissioni”, ha aggiunto Orcel in una nota, “hanno ben complementato un margine di interesse resiliente che eccede ampiamente il nostro costo del capitale, ottenendo una crescita redditizia di elevata qualità”.
Nel dettaglio delle entrate commissionali, i numeri confermano come gli investimenti siano stati una delle componenti cruciali nella crescita: nel primo semestre le entrate sui prodotti d'investimento hanno mostrato una crescita del 17% a 1,2 miliardi di euro. Meno esuberante la componente assicurativa, i cui ricavi sono aumentati del 3% a 0,5 miliardi. In crescita anche le soluzioni corporate (+4% nel semestre) e quelle di pagamento (+6%), ad eccezione dei ricavi generati dai conti correnti, in calo del 10%.
Sebbene le commissioni siano aumentate con forza, specialmente per la parte di asset management, Unicredit non intende rivedere al rialzo le proprie previsioni per l'intero anno. Una cautela che deriva dalla consapevolezza che gran parte della crescita è stata guidata dai clienti che stanno ribilanciando i loro portafogli in anticipazione di una normalizzazione dei tassi di interesse, ha spiegato Orcel: “Siamo cauti nel replicare questi risultati anche nel secondo semestre, poiché molti di questi movimenti sono dovuti ai clienti che anticipano la prevista normalizzazione dei tassi e ribilanciano i loro portafogli. Quando questo ribilanciamento finirà, capire cosa verrà dopo sarebbe ora una speculazione, quindi pensiamo sia prudente non raddoppiare i risultati del primo semestre per quanto riguarda le commissioni; pertanto, manteniamo invariate le nostre previsioni". Un 2024 più ricco di entrate commissionali rispetto alle previsioni resta definita, per ora, in criptico gergo finanziario: "un rischio al rialzo".