Il nuovo interesse delle società? Non il 5G, ma l’idrogeno verde

Grazie all’aumento della capacità e al drastico calo del costo di produzione, l’idrogeno verde potrebbe essere adottato su larga scala già dal 2030. Grandi aziende e startup innovative ne stanno cogliendo il potenziale

Il nuovo interesse delle società non è il 5G, la Blockchain e nemmeno l’Intelligenza artificiale, ma l’idrogeno verde. “Benché la discussione su tale fonte di energia rinnovabile abbia continuato a crescere stabilmente, nell’ultimo anno ha raggiunto livelli smisurati, come sottolineano il numero di dichiarazioni societarie e di menzioni nelle trascrizioni degli analisti”, spiegano Benjamin Kelly, Senior analyst global research e Heiko Schupp, Global head of infrastructure investments di Columbia Threadneedle Investments. La domanda sorge spontanea: cosa è cambiato nel 2021 per alimentare tale crescita?

Idrogeno verde, calo dei costi e aumento della capacità produttiva

“Anzitutto, continuano ad acquistare slancio alcuni fattori che nell’ultimo decennio sono stati importanti catalizzatori per l’aumento dell’adozione di idrogeno verde” affermano Kelly e Schupp. In primo luogo, i costi di produzione sono diminuiti notevolmente nel corso degli ultimi anni grazie all’aumento della capacità di elettrolisi (il processo con cui si estrae l’idrogeno), che secondo l’Hydrogen Council nel 2025 sarà 55 volte superiore ai livelli del 2015. Anche la tipologia verde, ovvero quella prodotta per elettrolisi alimentata da fonti di energia rinnovabile, entro il 2050 dovrebbe risultare più economico del gas naturale, evidenzia una ricerca di BloombergNEF. Attualmente, il costo di produzione di un kilogrammo di idrogeno verde si attesta tra i 3 e i 6,55 dollari, secondo le stime della Commissione europea di luglio 2020. Tuttavia, già al 2025 per estrarre un kg di idrogeno verde potrebbero servire solo 1,5 dollari, come riporta la società svedese NEL (leader del mercato degli elettrolizzatori).

Idrogeno verde in prima linea per la decarbonizzazione

“Prezzi inferiori e maggiori capacità produttive potrebbero quindi consentire un rapido incremento dell’adozione dell’idrogeno verde a partire dal 2030 in molti settori, dall’industria chimica ai camion a celle a combustibile” spiegano da Columbia Threadneedle. “Visti i prezzi elevati del carbonio in tutto il mondo e i massimi storici raggiunti dall’Ue, il potenziale dell’idrogeno come principale soluzione per la decarbonizzazione non ha mai goduto di una tale percorribilità commerciale”.

Cresce l’impegno dei governi, così come il numero di progetti in cantiere

Altro fattore cruciale sono i numerosi e promettenti progetti basati sull’idrogeno verde annunciati negli ultimi 12 mesi, “il cui totale è più che triplicato tra il dicembre 2020 e l’agosto 2021, secondo Statista. L’Europa sta facendo da apripista con investimenti per 130 miliardi di dollari e la Cina potrebbe diventare un vero colosso dell’idrogeno, con oltre 50 progetti in cantiere” continuano Kelly e Schupp. Dovendo pianificare la vita dopo i combustibili fossili, i governi avranno un peso non indifferente nel ruolo che l’idrogeno verde ricoprirà nella rivoluzione energetica.

Il potenziale per gli investitori, dalle grandi imprese alle startup

Investire nel futuro dell’idrogeno verde significa guardare anche alle società più innovative. “Alcune imprese specializzate stanno unendo le proprie expertise tramite attività di fusione e acquisizione, mentre stiamo cominciando a veder confluire investimenti più rischiosi nelle startup in fase iniziale dedite alla produzione di idrogeno non da elettrolisi. L’Hydrogen Council stima che gli investimenti totali nella filiera dell’idrogeno potrebbero superare la cifra di 300 miliardi di dollari entro il 2030 e, stando alla Energy Transitions Commission, raggiungere circa 15 mla miliardi entro il 2050. Ciò dimostra tanto l’esigenza quanto l’opportunità di far confluire investimenti privati nella catena del valore” concludono gli esperti.

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