Non c’è più tempo: partecipare alla transizione o fallire

Il settore energetico è attraversato da una transizione epocale che richiede la collaborazione di governi e aziende che operano lungo tutta la catena del valore. Gli esperti di Robeco spiegano come agevolare la trasformazione del settore verso il futuro a zero emissioni nette

Il capitale finanziario si dirigerà sempre più liberamente verso le aziende focalizzate al raggiungimento dell’obiettivo “net zero”. Ad affermarlo sono gli esperti di Robeco. Non è più soltanto l’azione governativa, infatti, a sostenere i mercati dell’energia pulita: anche nel settore privato si registra uno slancio crescente. “Il costo dell’inquinamento e del capitale sono destinati inevitabilmente ad aumentare e saranno in grado di erodere i profitti non solo dei produttori di combustibili fossili, ma anche quelli delle aziende che non hanno investito in soluzioni a basse emissioni e che non sono efficienti dal punto di vista energetico”. E anche le aziende stesse sembrano averlo capito.

Una maggiore consapevolezza comune

Secondo quanto riportato nel rapporto sul clima pubblicato nell’agosto 2021 dall’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) delle Nazioni Unite (Onu), entro il 2030 potrebbe registrarsi un catastrofico aumento delle temperature di 2,7°C, invece che di 1,5° C (come pattuito nell’Accordo di Parigi del 2015). “Le conferenze dell’Onu sui cambiamenti climatici hanno contribuito ad accrescere la consapevolezza collettiva e le pressioni politiche tra i governi, fattore chiave per un cambiamento efficace”, sottolinea gli esperti. “Ciò è quanto mai evidente nei mercati dell’energia”, aggiungono, “dove gli eventi metereologici estremi, le politiche energetiche e la domanda dei consumatori stanno già creando volatilità per gli operatori di mercato”.

L’impegno dei governi e il carbon pricing

I governi di tutto il mondo sono impegnati nella definizione di nuove politiche che promuovano tecnologie e infrastrutture per l’energia pulita nei principali mercati. Gli esperti ricordano che nel prossimo decennio gli Stati Uniti potrebbero spendere 73 miliardi di dollari per modernizzare la rete elettrica, 7,5 miliardi di dollari per le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e altrettanti per gli autobus green.
Anche l’amministrazione nazionale dell’energia cinese mira ad aumentare il livello minimo degli acquisti aziendali di energia rinnovabile al 40% entro della capacità il 2030, per far sì che le rinnovabili rappresentino la metà della capacità installata nel paese entro il 2025.
“Tuttavia, i provvedimenti di politica economica più efficace per promuovere l’adozione di risorse tecnologiche pulite e a basse emissioni di carbonio sono i regimi di carbon pricing”, sostengono gli esperti. Secondo la World bank, con l’espressione “carbon pricing” si fa riferimento a uno strumento che cattura i costi esterni delle emissioni di gas serra – i costi delle emissioni che il pubblico paga, come i danni alle colture, i costi sanitari causati da ondate di calore e siccità e la perdita di proprietà da inondazioni e dall’innalzamento del livello del mare – e li lega alle loro fonti attraverso un prezzo, solitamente sotto forma di prezzo sull’anidride carbonica (Co2) emessa”.
L’Unione europea e ha ampliato il suo Sistema per lo scambio delle quote di emissione (Ets, nato del 2005) includendo settori aggiuntivi. Nel tempo ridurrà progressivamente il numero di permessi di carbonio disponibili per le aziende del mercato.

Il ruolo dei privati

L’aumento del prezzo dell’inquinamento e del costo del capitale renderà i produttori di energie rinnovabili e di tecnologie di abbattimento delle emissioni sempre più attraenti.
Le campagne UN Global Impact e Race to Zero stanno spronando le imprese ad assumere impegni per limitare il riscaldamento globale e i finanziamenti privati non tardano ad arrivare. Alcune di esse (1045, secondo quanto riportato dagli esperti, per un totale di oltre 23000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato complessiva) durante la Cop26 di novembre 2021 hanno concordato di investire nelle strategie necessarie per azzerare le emissioni entro il 2050.
Inoltre, la Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), guidata dall’ex governatore della Bank of England Mark Carney, rappresenta l’impegno di 450 istituzioni finanziarie globali con patrimoni con 130000 miliardi di dollari orientate a promuovere investimenti e soluzioni green sul mercato.
In Robeco, la strategia RobecoSAM Smart Energy Equities investe nella trasformazione del settore energetico, focalizzandosi in particolare sull’elettrificazione dei trasporti stradali e sull’infrastruttura delle costruzioni e di alcuni processi industriali e generando, allo stesso tempo, valore a lungo termine per gli stakeholder della società.

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