Impresa uguale genere maschile? No, secondo Vincenzo Trani, Presidente di Mikro Kapital, intervenuto nel corso dell’evento digitale Fattore ‘S’ e le nuove leve Esg. Il wealth management è pronto?, organizzato da We Wealth, live lo scorso 30 settembre. “L’aspetto della donna nella microimpresa è molto interessante. Generalmente, infatti, l’impresa e l’imprenditore hanno sempre un’accezione al maschile. Siamo abituati a questa denominazione, ma nella realtà questa è una concezione errata perché nel mondo, soprattutto nelle piccole imprese, le donne sono tantissime”.
Cos’è il microcredito?
Tuttavia, prima di analizzare la presenza femminile nell’imprenditoria della microfinanza, è utile capire che cosa questa rappresenti. Si tratta infatti, secondo Trani, di un modello molto interessante, con un impatto non indifferente. “Per sua natura, il microcredito è un finanziamento di piccole dimensioni erogato a un piccolo imprenditore che difficilmente incontra i requisiti richiesti dal sistema bancario tradizionale. L’erogazione di credito non fa altro che agevolare lo sviluppo non solo della piccola impresa, ma anche del segmento economico all’interno del Paese in cui l’operatore si trova, creando un vero e proprio volano economico”.
nel portafoglio di investimento rientra non solo il piccolo imprenditore, ma tanti imprenditori, per cui la diversificazione in termini numerici è enormeNon di secondaria importanza è anche l’aspetto dell’investimento, in quanto il microcredito concede all’imprenditore di investire nell’economia reale, avendo anche un impatto sociale importante e una buona diversificazione del rischio. Trani sottolinea infatti come “nel portafoglio di investimento rientra non solo il piccolo imprenditore, ma tanti imprenditori, per cui la diversificazione in termini numerici è enorme. Pensiamo per esempio al fatto che un credito medio in un portafoglio di microcredito è intorno ai 25-27mila euro tra i vari Paesi. Noi di Mikro Kapital, per esempio, a oggi abbiamo quasi 300 mila piccoli imprenditori che sono nostri clienti”. La diversificazione delle micro-imprese non dipende solo dal numero opzioni, ma anche della loro distribuzione in diversi stati e in vari settori.
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Microcredito e imprenditoria femminile
Tornando al tema iniziale, esistono molti progetti di microfinanza dedicati all’imprenditoria femminile. Trani ha portato un esempio pratico, ritenendo che parlare solo di dati generali fosse riduttivo. Questo è il caso del Tagikistan, dove Mikro Kapital è proprietaria della terza società di micro-finanza più importante del paese.
Nonostante si tratti di uno stato musulmano, la presenza di clienti donne è altissima: per essere precisi, “nel paese il 67% delle clienti è donna, quindi il 67% è imprenditrice. Si tratta di storie molto interessanti, che nella realtà fanno capire qual è la riserva di potenza che può essere impiegata in una crescita economica anche in un contesto, se vogliamo, non tanto conosciuto come in Tagikistan. Ma immaginiamo che lo stesso potenziale si possa trovare in tanti altri paesi”.
Spesso, quando si pensa al micro-credito si immagina che i riceventi siano piccoli commercianti, come possono essere quelli di frutta o verdura. Senza dubbio è così, ma sarebbe sbagliato immaginare che sia unicamente così. Proprio per questo, Trani ha deciso di raccontare il caso della “signora Gaffulora, che dopo 12 anni di lavoro in un centro medico, non una clinica di quelle occidentali ma una piccola realtà, ha deciso di offrire servizi aggiuntivi alla clientela e di diventare imprenditrice. È ricorsa al microcredito proprio per comprare una piccola attrezzatura che le ha consentito uno start-up nel settore”.
Si tratta di un esempio pragmatico che prova l’efficienza della struttura del micro-credito non solo per i singoli imprenditori, ma anche per le realtà in cui questi operano, creando nuovi posti di lavoro. E, “senza dubbio, grazie all’empowerment femminile abbiamo nella realtà una crescita del sistema economico dell’intero paese” ha concluso l’esperto.