Eleganza senza tempo: ecco perché i bond non passano mai di moda

Il 2024 sembra l’anno delle azioni, ma non solo. Anche i bond offrono rendimenti attesi molto interessanti, supportati dalla discesa dell’inflazione e dalla prospettiva di un taglio dei tassi da parte delle banche centrali

L’inflazione scende, mostrandosi anche meno persistente rispetto a quello che le banche centrali si immaginavano. Ma cosa succede al mercato quando va in contro alla fine di un ciclo di rialzo dei tassi e la prospettiva di un ribasso diventa sempre più concreta? Di quanto scenderanno i tassi di rendimento nel futuro?

Sono tutte domande lecite, e Paolo Bernardelli, responsabile Fixed Income di Eurizon, ha risposto cercando di capire cosa accadrà al mercato obbligazionario nei prossimi mesi. Intanto, “ci aspettiamo che i rendimenti scendano più di quello che il mercato si aspetta, questo perché l’inflazione, un driver molto importante che guida i mercati obbligazionari, nonostante una pausa nei primi mesi dell’anno negli Stati Uniti, è attesa in calo, anche più velocemente di quello che gli investitori si aspettano”. Quindi, per semplificare, nei prossimi mesi le aspettative sono per rendimenti in discesa e mercati obbligazionari con ritorni positivi.

Mercati obbligazionari: mare piatto all’orizzonte

Il 2022 verrà ricordato da tutti come un annus horribilis e, chiaramente, il comparto obbligazionario non ne era uscito incolume. Come accade ogni volta che il mercato ha un movimento negativo improvviso, la fiducia degli investitori è stata messa a dura prova. Eppure, come si è visto negli ultimi tre mesi dello scorso anno, è stato sufficiente un piccolo ritorno di fiducia sui mercati, con le banche centrali che si sono mosse nella direzione di un taglio dei tassi, per avere ritorni estremamente positivi. Al punto che in soli tre mesi, è stato recuperato quasi il 50% di ciò che era andato perso nel corso del 2022.

Secondo l’esperto, il 2024 sarà un anno molto simile, senza grosse perdite, ma neppure con performance eccezionali. É bene però ricordarsi che spesso il mercato sorprende gli investitori, muovendosi all’improvviso e senza cenni di anticipazione. Proprio per questo, è importante farsi trovare preparati e posizionasi sui temi che guideranno il mercato nel corso del 2024.

Come posizionarsi per non perdere nuove opportunità

Secondo Bernardelli, questo è un buon momento per scegliere un posizionamento lungo sulla duration.

Guardando invece alle diverse aree valutarie, stanno tornando interessanti gli Stati Uniti e il Regno Unito, dopo la loro sottoperformance rispetto all’Eurozona, e ora i tre mercati sembrano promettere un andamento molto simile. Infatti, nonostante la Banca centrale europea potrebbe iniziare prima una politica di taglio dei tassi, questo non dovrebbe influenzare particolarmente i rendimenti del mercato obbligazionario globale, anche perché, nel lungo termine, sia Bce che Fed e BoE tendono a muoversi nella stessa direzione.
Focalizzandosi sull’area euro, è bene osservare con attenzione i livelli di spread, soprattutto per quanto riguarda i Paesi periferici. Infatti, saranno proprio questi a beneficiare della fase di calo dei tassi, essendo maggiormente indebitati.

Mettendo un focus ancora più ristretto sull’Italia, è lecito chiedersi se il forte interesse per i Btp sia destinato a rimanere dopo la corsa degli ultimi mesi. L’esperto ritiene che i Titoli di Stato italiani si trovino ancora in una posizione molto interessante, per vari motivi. Per prima cosa, la curva dei rendimenti dei Btp è ancora inclinata positivamente, quindi, i rendimenti sulle parti lunghe delle curve sono più alti di quelli sui tratti a breve. Ma non solo, considerando che la volatilità sta diminuendo, il rendimento aggiustato per il rischio migliora.
Eppure, i Btp non rappresentano la scelta migliore per tutti. Per quanto riguarda gli investitori privati, potrebbero minare la diversificazione del proprio portafoglio, senza considerare che questo tipo di investitori non ri-investe immediatamente le cedole incassate. In una situazione molto diversa si trovano invece i fondi: in questo caso, infatti, le cedole rimangono all’interno del portafoglio, questo permette di perseguire un rendimento a scadenza in linea con le attese.

Come detto poco fa, la diversificazione è molto importante, soprattutto in un’ottica di lungo termine. Proprio per questo, nonostante al momento gli esperti siano molto positivi sull’andamento dell’inflazione, è bene introdurre nel portafoglio degli strumenti che possano “proteggere” l’investimento complessivo in caso in cui il mercato sorprenda nuovamente. In tal senso, le obbligazioni indicizzate all’inflazione (inflation-linked bonds) potrebbero rappresentare un investimento opportuno, offrendo tassi reali interessanti per investitori di medio e lungo termine.

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