Mercato delle batterie a rischio bolla, occhio a questi 6 segnali

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In scia ai veicoli elettrici, si scalda il mercato delle batterie e con lui una produzione molto specifica: quella dei catodi. Si tratta di un settore molto ristretto, ma con una richiesta altissima. Tanto che gli esperti di Man Group lanciano l’allarme sul rischio bolla. Esploderà a breve?

La corsa all’elettrificazione è solo all’inizio, ma è già così frenetica che potrebbe portare a qualche sbandamento. Basti pensare che solo nei primi tre mesi del 2023 il mercato dei veicoli elettrici (EV) è cresciuto del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia, a fine anno verranno venduti almeno 14 milioni di EV, un nuovo record con un progresso del 35%. Un ritmo impressionante che ha dato un boost incredibile ai produttori di batterie. E proprio all’interno di questo mercato, gli esperti di Man Group starebbero iniziando a vedere alcuni segnali di rischio bolla. Più nello specifico nel settore che si occupa della produzione di un componente complesso delle batterie: il catodo. I produttori tecnologicamente più avanzati di questo particolare componente si trovano in Corea del Sud. E, secondo Man Group, proprio in questo mercato così ristretto si starebbe gonfiando una delle più grandi bolle mai viste, la cui esplosione potrebbe avere effetti ampi.

Catodi a rischio bolla? Sei segnali per capirlo

Per capirlo e stabilirlo, la società di gestione inglese suggerisce di monitorare sei segnali specifici che generalmente anticipano lo scoppio di una bolla: 

1. Aumento colossale dei prezzi delle azioni, ma fondamentali invariati

“Una delle holding sudcoreane quotate in borsa che si occupa di materiali per batterie di veicoli elettrici ha registrato un rendimento del 1.100% annualizzato nell’ultimo anno (YTD) e ora vanta una capitalizzazione di mercato di quasi 25 miliardi di dollari. La sua controllata quotata in borsa è salita di oltre il 400% nell’ultimo anno”, sottolinea Firminio Morgado, portfolio manager di Man GLG. Un aumento forsennato dettato non dai fondamentali, ma semplicemente dagli annunci di future espansioni di capacità produttiva. Insomma, “più i team di gestione annunciano aumenti di capacità, più i titoli salgono”. 

2. Valutazioni alle stelle ingiustificate

Man Group rileva che le società coreane produttrici di catodi scambiano a circa 40-50 volte i multipli dell’Ebitda a 1 anno. Eppure, la media storica e il riferimento mondiale per un fornitore di auto è un multiplo di circa 5 volte. Le valutazioni stellari si dimostrano essere quindi prive di significato e sostanza. In altre parole, non sono supportate da risultati che possano giustificare queste quotazioni di borsa.

3. Movimento sproporzionato nella catena di fornitura

Un altro segnale ben visibile riguarda lo squilibrio di performance all’interno di questo mercato: l’incredibile accelerazione in borsa delle aziende produttrici di catodi non ha coinvolto gli altri attori della catena di valore, come i loro clienti, ovvero i produttori di batterie. È così che oggi “i produttori coreani di catodi hanno una capitalizzazione di mercato superiore a quella dei produttori di batterie che acquistano da loro”. 

4. Eccesso di offerta, senza copertura del costo

Il settore dei catodi è esploso negli ultimi mesi e non sembra destinato a fermarsi, dovendo seguire la crescente richiesta di batterie. Secondo gli esperti, entro il prossimo decennio il mercato globale dei catodi si troverà però in una situazione di eccesso di offerta, con gli operatori più grandi destinati a trarre i maggiori profitti. Eppure questo non basterà a coprire tutti i costi del capitale.

5. Mancanza di tutela e leggi specifiche

Essendo un comparto nuovo, non esistono normative specifiche che regolino il commercio non solo fisico, ma anche intellettuale dietro allo sviluppo dei catodi. Proprio per questo, ci sono stati individui che hanno approfittato della frenesia per utilizzare informazioni sensibili e non divulgate dalle aziende produttrici.

6. Inclusione negli indici

L’indizio finale che potrebbe avvertire dello scoppio di una bolla sarebbe la prospettiva che i titoli delle grandi aziende di catodi vengano inseriti negli indici di mercato, spingendo i fondi tracker ad acquistarli. Questo non farebbe altro che incrementare ulteriormente la domanda di queste azioni con effetti sulla loro valutazione di borsa. Almeno per il momento, però, si tratta di un fattore che può essere escluso dalla lista di preoccupazioni.

In conclusione

Tutto quello che sta accadendo nel settore dei catodi non è una novità per i mercati (il famoso scoppio della bolla delle .com negli anni 2000 ne è un esempio) e non sarà certo l’ultima. Sebbene sia indubbio che il tema della transizione energetica produrrà per gli investitori delle grandi opportunità nel lungo periodo, bisogna fare anche molta attenzione: “La speculazione in questo specifico segmento del mercato sudcoreano potrebbe essere una bolla pronta a scoppiare”, concludono da Man Group.

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