India, 5 cose che forse non sai del suo mercato azionario

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Più del doppio dei titoli quotati sulla borsa di New York, oltre a una performance superiore a quella dell’S&P 500 negli ultimi 20 anni. Quali segreti nasconde il mercato azionario indiano?

Con un 5,9% di crescita del Prodotto interno lordo (Pil) reale stimata al 2023 secondo il Fondo Monetario Internazionale (contro l’1,6% degli Stati Uniti e lo 0,7% dell’Italia), l’India rappresenta una meta interessante per gli investitori, specie per le opportunità che riserva il suo comparto azionario. Non tutti però ne comprendono a pieno le dinamiche. Ecco quindi cinque curiosità per imparare a conoscere meglio l’equity del Dragone. 

India, 5 cose che non sai del suo mercato azionario

1. Dimensioni

In India sono presenti ben 23 borse in totale, ma solo due di queste hanno rilevanza a livello nazionale: la National Stock Exchange (NSE) e la Bombay Stock Exchange (BSE), entrambe basate a Mumbai, il centro finanziario per eccellenza in India. Nonostante BSE sia la prima borsa creata non solo in India ma in tutta l’Asia (nel 1875), la NSE è considerata la più importante del paese data la sua modernità e livello di liquidità. Questo la rende anche la più grande tra le due in termini di market cap. La BSE, tuttavia, vanta di un numero straordinario di titoli quotati, oltre 5.000, cifra che raddoppia le circa 2.400 compagnie della New York Stock Exchange. Se guardiamo al market cap totale del mercato azionario indiano, questo si posiziona al quinto posto, con 3,34 mila miliardi di dollari.

Fonte: Bloomberg. Dati al 01/06/23

2. Diversificazione dei settori

Nonostante si senta parlare quasi esclusivamente del settore dei consumi e IT in India, in realtà le opportunità d’investimento nel paese sono sparse piuttosto omogeneamente tra i diversi segmenti di mercato con un focus nel settore finanziario, come mostra il grafico qui sotto che illustra la composizione degli indici MSCI delle distinte regioni.

Fonte: Macquarie Research, Factset. Dati al 30/09/2022.

3. Track record storico

Come argomento a favore dello scorporamento dell’India dal pacchetto di mercati emergenti, trattandola quindi come un investimento diretto all’interno del portafoglio degli investitori, viene spesso chiamata in causa la performance relativa dell’indice MSCI India versus MSCI Emerging Markets o MSCI China (visto il peso della Cina nel basket di emergenti). In questo senso, negli ultimi 20 anni la superiorità storica dell’India è sorprendente, non solo rispetto agli indici citati, ma anche all’S&P 500.


Fonte: Bloomberg. Dati al 31/05/23


4. Volatilità

La volatilità del mercato indiano viene spesso sovrastimata. Nel grafico qui sotto, il Nifty 50 (indice di riferimento della NSE citata prima) viene messo a confronto con gli indici dei top 7 paesi con market cap più alto, più l’Italia, negli ultimi sette anni. L’India, in questo arco di tempo, si è dimostrata più stabile non solo rispetto ad altri paesi emergenti, ma anche ad alcune economie sviluppate.

Fonte: Bloomberg. Volatilità calcolata come deviazione standard dei valori giornalieri degli indici di riferimento.

5. Correlazione con altri mercati

Se si cerca diversificazione nel proprio portafoglio, l’India fa quello che ci si può aspettare da un paese la cui economia è così disconnessa da quella europea/italiana

Fonte: Motilal Oswal Financial Services Ltd. Dati al 06/06/23, correlazione calcolata utilizzando dati di fine mese a partire dal 31/01/2013.

Focalizzandoci sui paesi emergenti, l’India è anche tra i paesi meno correlati all’indice globale MSCI World

Fonte: Macquarie Research, Bloomberg, World Bank, CEIC.



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