Altro che inflazione, i danni causati dall’ambiente, tra alluvioni e siccità, hanno un impatto devastante sul portafoglio. Basta guardare agli eventi più recenti per capirne la portata: la siccità in Europa, Cina e Brasile è venuta a costare nel 2022 più di 32,4 miliardi di dollari, le inondazioni in altri paesi come l’Australia, il Pakistan e il Sud Africa sono arrivate a costare 28,4 miliardi di dollari e la tempesta Eunice che ha colpito l’Europa e il Regno Unito ha causato più di 4,3 miliardi di dollari di danni, stando ai dati del World Economic Forum. E guarda caso, ben 8 dei 10 disastri climatici del 2022 che hanno generato più danni economici sono legati all’acqua.
L’acqua è diventata una risorsa sempre più preziosa e un problema non più ignorabile, considerando il cambiamento climatico e la crescita della popolazione mondiale. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite, durante l’ultimo secolo, il consumo dell’acqua è salito a un ritmo due volte più alto dell’aumento della popolazione e sempre più regioni del mondo stanno arrivando al limite. Ad oggi sono 2 miliardi le persone che non hanno accesso a servizi di gestione sicura dell’acqua potabile ed è un dato destinato a crescere. Mancanza di acqua pulita significa anche mancanza di igiene personale e con questo aumentano sempre di più i rischi per la salute.
Non dovrebbe quindi sorprendere che tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile, uno (il numero 6) sia dedicato a garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. L’idea, come spiegano da BNP Paribas Asset Management (BNPP AM), è quella di “migliorare le infrastrutture e incoraggiare un consumo responsabile, così da assicurare per tutti l’accesso all’acqua potabile e un alto livello di igiene”.
4 modi per investire nell’acqua
Nonostante sia molto complicato creare una sola categoria che abbracci tutti i problemi legati all’acqua, trattandosi spesso di fenomeni opposti (dalla siccità all’inondazione, passando per la mancanza di acqua potabile), esistono alcune aree di investimento che considerano tutti questi aspetti. Justin Winter, esperto di BNPP AM ne ha selezionate quattro:
- Investire in infrastrutture più efficienti, come moderni sistemi di pompaggio e drenaggio, così da poter sfruttare l’acqua piovana
- Investire in soluzioni che ottimizzino l’uso dell’acqua, anche quando quella a disposizione è molto poca, come nel caso delle zone con un alto tasso di siccità
- Investire in grandi impianti per il trattamento delle acque, con l’obiettivo di “pulire” e poi riutilizzare l’oro blu
- Investire in utilities, puntare su tutte quelle aziende che forniscono acqua potabile, si occupano di sprechi e a loro volta investono in infrastrutture che minimizzino le perdite durante il trasporto
L’acqua rappresenta, sotto diversi punti di vista, un rischio più complesso e impattante di quello che deriva dalle emissioni di gas serra. E, senza dubbio, l’assenza di un quadro regolamentare concordato, rende molto complicato misurarne l’impatto.
“Le aziende stesse stanno diventando più proattive nel rispondere alle normative in materia di acque pulite e reflue – sottolineano da BNPP AM – Questo porta a una maggiore richiesta di fornitori di soluzioni in cui investire”.
Arriva l’onda del cambiamento, ma a che costo?
Entro il 2030 il gap tra domanda e offerta di acqua potabile arriverà al 40%, secondo Morgan Stanley, che prevede un investimento da 1.400 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per espandere e migliorare le infrastrutture idriche su scala globale ed evitare questo scenario. Senza dubbio le recenti politiche lanciate dal governo statunitense (Infrastructure Law) e da quello europeo (EU Water framework Directive) hanno l’obiettivo di rendere il comparto idrico prioritario, confermando la possibilità di investimento nel lungo termine.
Nonostante questo settore non possa essere considerato di tipo difensivo, come quello sanitario ad esempio, Winter sottolinea come “la costruzione e il miglioramento delle infrastrutture idriche richiedano anni e i progetti di questo tipo trascendono i possibili picchi e crolli del ciclo economico, dal momento che la richiesta di soluzioni non si consumerà a breve”. Anche la rapida crescita del segmento manufatturiero made in USA potrebbe rappresentare un’ulteriore spinta in questo senso: la fabbricazione dei semiconduttori, ad esempio, richiede ingenti quantità di acqua “ultrapura” e di impianti di depurazione che permettano di riciclare e riutilizzare l’acqua.
Le possibilità di investimenti in questo ambito sono molto ampie e diversificate. È forse arrivato il momento di rendere il proprio portafoglio sempre più blu?
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