Come investono le donne? 3 consigli pratici per i consulenti

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Le donne sono più conservative, quando si parla di investimenti. Ma sono anche meno propense a cambiare il loro profilo di rischio in caso di volatilità e a vendere ai minimi. Un’analisi di Ubs svela come possano essere affiancate nel costruire il proprio portafoglio finanziario

Il 53% delle donne con un’età compresa tra i 61 e i 65 anni prevede che i loro risparmi per la pensione e il loro reddito non saranno in grado di sostenerle per tutta la vita

Mamou: “Quando le donne investono tendono a ottenere risultati migliori rispetto agli uomini. Questo dato dovrebbe essere comunicato per aumentare la loro fiducia”

Pensare alla pensione, per le donne, può essere fonte di preoccupazione. Secondo alcuni dati raccolti in una nuova analisi di Ubs global wealth management dal titolo Women and investing. Achieving lifetime goals, circa il 60% delle statunitensi afferma di temere di non essere in grado di raggiungere una pensione finanziariamente sicura. Un sondaggio di Rbc su individui con un patrimonio elevato mostra come il 33% delle donne teme tra l’altro di non avere la capacità di mantenere il proprio stile di vita in età avanzata; senza dimenticare che molte più donne rispetto agli uomini non sanno quanto patrimonio sia necessario. Preoccupazioni confermate dall’analisi del divario pensionistico di genere a livello globale.

Gli ultimi numeri dell’Ocse mostrano come le donne con più di 65 anni ricevono in media dal sistema pensionistico il 26% in meno di reddito rispetto alla controparte maschile. “Sebbene l’identificazione dei fattori che determinano questo divario sia un’impresa complessa, è chiaro che esista un legame diretto tra il fatto di guadagnare meno e, di conseguenza, versare anche meno contributi a un fondo pensione, per esempio”, spiega Marianna Mamou, head advice beyond investing di Ubs e autrice del rapporto; analizzando poi alcune sfide che, nel corso della loro carriera, possono in parte spiegare questa discrepanza di entrate. 

Fonte: Ubs, Women and investing. Achieving lifetime goals

72 donne manager ogni 100 uomini

C’è innanzitutto il cosiddetto fenomeno del “brokenrung” (“gradino rotto”) della scalata ai vertici aziendali: secondo uno studio di McKinsey & Company e LaeanIn.Org, ancora oggi per ogni 100 uomini che ottengono un ruolo manageriale, vengono promosse solo 72 donne. Di conseguenza, gli uomini occupano il 62% delle posizioni a livello dirigenziale a fronte del 38% delle donne. “Claudia Goldin, vincitrice del Premio Nobel per le sue ricerche sulla partecipazione femminile al mondo del lavoro, sottolinea tra l’altro come le donne con figli in genere dedicano più tempo alla cura dei bambini e questo fa sì che il divario retributivo aumenti”, aggiunge Mamou. In più, in base a un rapporto di Deloitte, il 37% delle donne afferma di mettere al primo posto la carriera del proprio partner. “La ragione più comunemente adottata è che il partner guadagna di più”, scrive Mamou. “Questo potrebbe potenzialmente creare un circolo vizioso: le possibilità delle donne di guadagnare di più possono diminuire se continuano a privilegiare la carriera del partner rispetto alla propria”. Ultimo tema da attenzionare, per un consulente o una consulente, è quello della longevity. Le donne vivono in media più a lungo degli uomini (la media mondiale è di circa cinque anni). Ciò significa che i loro piani patrimoniali devono sostenerle più a lungo, dice Mamou.

I consigli per i consulenti e le consulenti

Fatte queste premesse e considerato che le donne tendono ad avere un approccio più conservativo agli investimenti, Mamou ha esaminato come possono essere affiancate nel costruire il proprio portafoglio finanziario. “Quando le donne investono, tendono a ottenere risultati migliori rispetto agli uomini. Questo dato dovrebbe essere comunicato in modo più ampio per favorire la consapevolezza e aumentare la fiducia delle donne negli investimenti”, suggerisce Mamou. Basti pensare che un sondaggio di Fidelity del 2017 ha mostrato come solo il 9% delle donne ritiene di poter superare le controparti maschili, mentre uno studio della Warwick Business School ha recentemente concluso come – quando investono, appunto – superino gli uomini dell’1,8% all’anno. “Tra le ragioni, vi è il fatto che negoziano meno spesso, sostenendo meno costi”, spiega l’esperta. In più, un sondaggio di FinanceBuzz dice che il 60% degli uomini controlla il proprio portafoglio una volta a settimana, a fronte del 41% delle donne. 

“Questo potrebbe spiegare perché le donne tendono a mostrare una minore propensione a vendere ai minimi. Sono anche meno propense a cambiare il loro profilo di rischio in caso di volatilità, sono più disciplinate e investono in linea con i loro obiettivi”. Per Mamou è importante sviluppare una strategia patrimoniale che sia in linea con questi obiettivi e la loro situazione finanziaria. “Forse la prima domanda che un investitore deve porsi è: come investo? Seguita da: quanto rischio devo correre? La risposta dipende dalla situazione finanziaria individuale, dall’importo iniziale investito e dai flussi di cassa previsti”, afferma Mamou. Poi conclude: “Anche le preferenze di investimento e la tolleranza al rischio influiscono sulla strategia. Quando si investe, è importante farlo nel contesto di un portafoglio ben diversificato. In questo modo, il denaro non solo viene distribuito su un gran numero di opportunità di investimento, ma viene distribuito e ridotto il rischio”.

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