Donne e consulenza finanziaria: oltre i pregiudizi tante opportunità

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La consulenza finanziaria è ancora poco associata al genere femminile, con la conseguenza che molte donne talentuose non prendono in considerazione questa professione. È tempo di andare oltre i pregiudizi e investire in una corretta comunicazione

Libertà, possibilità di realizzarsi come donne e professioniste e una prospettiva di guadagno significativa: nonostante queste siano solo alcune delle opportunità che la professione di consulente finanziaria offre alle donne, esse costituiscono solo il 22% degli iscritti all’Albo dei Consulenti Finanziari. Una discrasia derivante dagli stereotipi e dalla mancanza di informazioni, che può essere eliminata investendo e lavorando sul fronte della comunicazione e della condivisione di esperienze. Banca Widiba ha fatto di questo impegno una vera e propria mission, dando vita a iniziative e programmi volte a valorizzare il ruolo della donna nella consulenza finanziaria. Vediamole insieme.

Consulenza finanziaria al femminile: com’è percepita e com’è realmente

Secondo il progetto di ricerca “Donne e Denaro: La Consulenza Finanziaria – Analisi e Opportunità di una Professione Contemporanea Oltre gli Stereotipi di Genere“, condotto da Banca Widiba in sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, quella della consulente finanziaria viene ancora percepita dalle donne, in particolare quelle più giovani nei primi stadi della loro carriera, come una professione poco conosciuta, precaria e potenzialmente rischiosa soprattutto a causa delle dinamiche della libera professione e della volatilità dei mercati finanziari. I dati della ricerca dimostrano come ad alimentare questa visione siano la mancata valorizzazione della professione durante i percorsi formativi ed un generale pregiudizio diffuso nelle reti sociali informali delle donne stesse, che le dipinge meno adatte a ricoprire questa professione.

La realtà, tuttavia, è ben diversa, dal momento che andando ad analizzare la reale condizione delle consulenti finanziarie le donne non sembrano affatto penalizzate, bensì arricchite da questa scelta professionale. La fotografia scattata dalle evidenze della ricerca riporta come le consulenti finanziarie, infatti, godano e apprezzino la flessibilità, l’indipendenza e le possibilità di guadagno che questa professione offre. Caratteristiche che consentono loro di costruirsi un vasto network grazie al quale le consulenti si sentono più in sintonia con le persone con cui e per cui lavorano e che, in generale, permette alle professioniste di sentirsi realizzate grazie al proprio lavoro. Ciononostante, le consulenti donne, sebbene generalmente apprezzino le dinamiche della libera professione, rispetto ai propri colleghi ne risultano comunque più intimorite e più preoccupate, soprattutto per quanto concerne la stabilità del lavoro.

È l’ora di sfatare i miti

Com’è possibile allora che solo un consulente finanziario su cinque sia donna? La ricerca condotta dai due istituti dimostra che l’errata percezione delle donne rispetto a questa professione dipende in larga misura dalla quantità e dalla qualità delle informazioni disponibili. “In altre parole” – spiega Claudia Manzi, Ordinaria di Psicologia sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile scientifico del progetto – “serve lavorare sul lato della comunicazione. È uno sforzo indispensabile sia per abbattere i tanti stereotipi di genere che tengono lontane le donne da questa professione, sia perché avvicinare le professioniste alla consulenza finanziaria vuol dire anche facilitare le clienti a entrare in contatto con il mondo degli investimenti finanziari”, afferma la docente.

Sul piano concreto, quindi occorre in primis rendere più chiare e complete le informazioni disponibili sui canali formali, che sono quelli attraverso cui le donne arrivano alla consulenza finanziaria. Serve, in particolare, fare attenzione a come comunicare appieno i vantaggi che questa professione porta alle donne, soprattutto in merito alla conciliazione vita privata-professionale e alla tutela rispetto al rischio che molti istituti bancari offrono.
In secondo luogo, serve ampliare le attività di supporto concreto che le banche e le reti offrono alle proprie professioniste. In particolare, gli istituti che vorranno studiare soluzioni di welfare organizzativo applicato a queste particolari figure professionali potrebbero essere particolarmente vincenti nell’attrarre nuovi talenti femminili.

L’esempio di Banca Widiba

Lo sa bene Banca Widiba, che sin dalla sua nascita ha costantemente lavorato per rendere più consapevoli le donne rispetto ai temi finanziari e per valorizzarle sia come professioniste che come risparmiatrici e investitrici, sviluppando per loro iniziative dedicate. Il progetto “Wow – Women of Widiba” avviato nel 2018, ad esempio, è nato proprio per consapevolizzare le donne riguardo ai temi della finanza e trova realizzazione con iniziative di educazione finanziaria e di riconoscimento delle caratteristiche strategiche delle donne. “Le pari opportunità – dichiara Francesca Marchelli, Direttrice della Comunicazione di Banca Widiba – non sono più infatti soltanto un tema sociale, ma rappresentano una sfida di natura economica e occupazionale in tutti i settori”.

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