Compliance e antiriciclaggio: l’importanza del consulente

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La normativa antiriciclaggio, introdotta dal Decreto Legislativo n.231/2007, riveste un ruolo cruciale nella corporate governance degli intermediari finanziari

La prevenzione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo è un compito complesso e richiede un approccio olistico. L’esperienza operativa del team consulenziale è fondamentale

Istituti bancari, Società di Gestione del Risparmio (Sgr), Società a capitale Variabile (Sicav), tra gli altri, nell’ambito delle operazioni in cui sono coinvolti, sono tenuti a rispettare una serie di regole, prassi e norme prudenziali, volte a evitare potenziali conflitti di interesse, garantire trasparenza nella gestione patrimoniale e, non da meno, ridurre l’esposizione a taluni reati. 

A tal riguardo, alla luce dell’attività particolarmente sensibile svolta da questi organismi, il legislatore, unitamente agli interventi della Commissione UE, ha nel tempo previsto misure sempre più stringenti per la prevenzione dal rischio di riciclaggio e il reimpiego di denaro di provenienza illecita.

Per fare il punto sulla questione, We Wealth ha interpellato Elio Blasio, fondatore e partner di Blasio Legal Advisors, e Arianna Anastasia, partner del medesimo studio, con consolidata esperienza, tra le altre cose, in materia di compliance e antiriciclaggio.

Quali sono i principali obblighi e gli adempimenti che Sim, Sgr, Sicav, Sicaf, intermediari ex art. 106 del Tub, Società fiduciarie (tra gli altri), devono rispettare in materia di antiriciclaggio?

La normativa antiriciclaggio, introdotta dal Decreto Legislativo n.231/2007, riveste un ruolo cruciale nella corporate governance degli intermediari finanziari. Nel corso del tempo, ha subito molteplici modifiche, adattandosi agli orientamenti comunitari e alle necessità emergenti. L’ultimo intervento, datato agosto 2023 ed emanato da Banca d’Italia, ha introdotto ulteriori cambiamenti alle Disposizioni AML, seguendo le indicazioni dell’Autorità Bancaria Europea e della V Direttiva UE 2015/849.

Questi interventi si focalizzano sulla creazione di presidi organizzativi basati sul “risk-based approach,” mirando a una proporzionalità delle misure in relazione alla natura, dimensione e complessità dell’attività finanziaria svolta dall’intermediario. L’obiettivo centrale del legislatore è la messa a punto di un sistema di governance e compliance che sia efficace ed adeguato nella prevenzione e gestione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.

Può indicare alcune tra le operazioni considerate sospette?

Il nostro studio, con una consolidata esperienza nel settore, si occupa di consulenza e assistenza su queste tematiche sin dall’entrata in vigore della normativa specifica. La mia esperienza ultradecennale come ufficiale di carriera della Guardia di Finanza ha permesso di trasferire al team competenze fondamentali per individuare, nell’espletamento dei mandati ricevuti, possibili operazioni sospette, al di là degli indicatori tradizionali segnalati dall’UIF.

L’importanza degli “indicatori di anomalia” resta comunque molto importante, poiché essi contribuiscono a ridurre le incertezze legate a valutazioni soggettive del responsabile antiriciclaggio. Le recenti modifiche ai suddetti indicatori, emanate da Banca d’Italia a maggio 2023, illustrano l’evoluzione delle prassi e dei comportamenti anomali riscontrati dall’UIF, integrando le conoscenze delle autorità investigative e di vigilanza.

Nel contesto delle operazioni sospette, si evidenziano i casi in cui il soggetto rinuncia all’operatività dopo una richiesta di documentazione, o quando si rifiuta di fornire informazioni sullo scopo dell’operazione o sull’origine delle disponibilità. Anche nel settore del commercio di opere d’arte, oro e preziosi, si evidenziano comportamenti sospetti, come il rifiuto di fornire informazioni sulla provenienza o autenticità del bene.

Inoltre, nel caso di trust, occorre prestare attenzione alle omissioni di indicazioni relative al “Deed of trust” e all’esistenza di “letters of wishes,” con l’obiettivo di occultare o rendere difficile l’identificazione del titolare effettivo.

La nostra esperienza pregressa, unita agli “indicatori di anomalia”, permette una valutazione ponderata degli elementi informativi disponibili, qualificando le operazioni o comportamenti sospetti, a supporto dell’organo deputato per le segnalazioni all’UIF.

Come è possibile migliorare l’attività e il processo di verifica della clientela?

La risposta a questo quesito richiede un approfondimento correlato a quanto precedentemente esposto. La Banca d’Italia, con interventi normativi del 2019, ha introdotto disposizioni sulla verifica adeguata della clientela, sottolineando l’importanza della corretta profilatura del rischio – cliente.

La valutazione del rischio è strettamente legata al cliente, al titolare effettivo del rapporto e agli esecutori delegati, considerando anche l’area geografica di ubicazione o provenienza dei fondi. La presenza del titolare effettivo nelle “black list” comporta un innalzamento delle misure AML, con una verifica rafforzata quando necessario.

Il monitoraggio continuo della posizione del cliente è essenziale per rilevare eventuali cambiamenti operativi, modifiche nella compagine societaria e altre attività connesse. Nella verifica del cliente, specialmente se diverso da una persona fisica, la consultazione di fonti affidabili diventa cruciale per la ricostruzione dell’assetto proprietario e di controllo.

La procedura da seguire in caso di verifica rafforzata del cliente, dovuta a un elevato rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, richiede una valutazione attenta del responsabile AML ed una corretta ed intelligente  interpretazione  delle disposizioni normative vigenti. I rapporti e le operazioni che coinvolgono paesi terzi ad alto rischio impongono, inoltre,  l’obbligo di astensione dall’ instaurare o proseguire rapporti già in essere.

La corretta verifica del cliente deve sempre accompagnarsi a un costante monitoraggio della sua posizione, intervenendo tempestivamente in caso di mutamenti comportamentali o attività che possano influire sulla profilatura del rischio del cliente.

Quali sono le principali novità e gli aspetti più rilevanti che riguardano il contrasto al riciclaggio relativamente agli operatori della gestione collettiva del risparmio?

Le novità introdotte di recente nella normativa AML, con il provvedimento di Banca d’Italia pubblicato nell’agosto 2023, includono la figura dell’Esponente Responsabile per l’antiriciclaggio. Questa figura funge da raccordo tra il Responsabile della funzione antiriciclaggio e gli organi aziendali, fornendo un collegamento strategico per la definizione delle politiche di governance del rischio di riciclaggio.

L’individuazione dell’Esponente responsabile AML può avvenire in figure chiave come il Direttore Generale o un consigliere indipendente. Tuttavia, la necessità di coordinamento tra questa figura e il responsabile AML potrebbe generare, a nostro avviso, interferenze o divergenze di opinioni.

Nel contesto delle società che costituiscono il Comitato Rischi, il coordinamento con il nuovo Esponente responsabile è fondamentale. Il Consiglio di Amministrazione è inoltre incaricato di valutare, almeno annualmente, l’attività della funzione antiriciclaggio e l’adeguatezza delle risorse a essa assegnate.

Il provvedimento del 2023 incide anche sui gruppi di imprese, obbligando la società capogruppo a nominare l’Esponente responsabile AML di Gruppo e il Responsabile antiriciclaggio di Gruppo. Questa nuova figura funge da “ufficiale di collegamento”, vigilando sull’operato del responsabile AML di Gruppo e garantendo il necessario coordinamento tra i vari responsabili AML delle società controllate.

Nonostante l’introduzione di nuove figure e responsabilità, è fondamentale evitare, a nostro avviso, che tali presidi organizzativi generino solo un aumento della burocrazia senza un impatto effettivo sulla prevenzione dei fenomeni criminali.

In che modo un consulente esterno può aiutare e supportare la società coinvolta in questo ambito nel prevenire i rischi, ottimizzare i processi e tutelarsi da possibili esposizioni a responsabilità?

La prevenzione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo è un compito complesso e richiede un approccio olistico. L’esperienza operativa del team consulenziale è fondamentale, unita a un costante aggiornamento sulle normative vigenti. La verifica del cliente non deve limitarsi alla mera documentazione, ma deve coinvolgere una valutazione completa a 360 gradi.

Gli “indicatori di anomalia” sono preziosi, ma la loro interpretazione richiede saggezza, esperienza  e un’analisi attenta. Le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, siamo convinti che  potranno offrire, a breve,  un contributo enorme. A tal fine, il nostro studio sta esplorando l’applicazione di tecniche di intelligenza artificiale in collaborazione con esperti del settore per migliorare il monitoraggio di operazioni sospette, la customer due diligence e altre attività legate alla normativa AML.

La tutela del consulente da possibili responsabilità professionali è , infine, da non sottovalutare. La redazione accurata di report per ogni attività svolta è un buona prassi, che noi suggeriamo, consentendo, da un lato,  la verifica legittima da parte del cliente e , dall’altro, fornendo al consulente un documento probatorio, ove mai necessario,  delle azioni svolte,  in conformità alle norme di legge, alle direttive  europee applicabili ed alla best practice di settore.

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