Le banche italiane rimangono osservate speciali, dopo lo scossone della tassa sugli extra-profitti decisa dal governo Meloni. Il provvedimento ha messo sotto pressione i titoli del comparto bancario a Piazza Affari, che dopo l’annuncio di martedì 8 agosto hanno perso quasi 9 miliardi di euro in termini di capitalizzazione (8,96 miliardi), con alcuni arrivati a cedere oltre 10 punti percentuali nel corso della seduta. Una discesa che ha portato sotto la pari il prezzo di alcuni certificati di investimento centrati sulle banche italiane.
Un aspetto, quest’ultimo, da tenere in considerazione, in quanto può essere sfruttato in maniera flessibile per ottenere un rendimento aggiuntivo alla scadenza del certificate. In altre parole, il rendimento potenziale di questi certificati è migliorato, mantenendo livelli di protezione ancora elevati. Si tratta, in particolare, di tre prodotti all’intero della gamma dei Cash Collect di UniCredit.
Quello che ha subito la maggiore flessione di prezzo è stato il Cash Collect Autocallable Maxi Cedola scritto su Banco BPM, FinecoBank, Intesa Sanpaolo e la francese BNP Paribas (ISIN: DE000HC5F5T4), scivolato addirittura sotto i 93 euro (al 13 agosto 2023). Il certificato, emesso da UniCredit lo scorso marzo, garantisce ampi margini di flessibilità grazie alla barriera di protezione fissata al 60%. Tollera quindi ribassi dei titoli sottostanti fino a -40% rispetto al loro valore iniziale di riferimento (o strike). Ha staccato un maxi premio iniziale del 15% lo scorso giugno e prevede premi trimestrali dell’1% fissi, ovvero indipendenti dall’andamento delle azioni sottostanti. Il certificate ha durata triennale (scadenza marzo 2026) ma con finestre autocall che entrano in struttura a partire dalla rilevazione di dicembre 2023 con un trigger level al 100% a cui poi verrà applicato il meccanismo Step-Down (ovvero il livello di rimborso anticipato diminuisce del 5% ogni due date di osservazione). L’investitore, quindi, potrebbe puntare al richiamo anticipato del certificato già entro l’anno dato che al momento soltanto Fineco mostra un ribasso, e solo del 4%, rispetto al suo valore iniziale.
Della stessa gamma è il Cash Collect Autocallable Maxi Cedola agganciato a Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, la fracese BNP Paribas e la tedesca Deutsche Bank (ISIN: DE000HC86DK8), emesso però più di recente, solo lo scorso luglio, da UniCredit. Il certificato, il cui prezzo è scivolato sotto i 98 euro, presenta caratteristiche molto simili a quelle descritte prima: la barriera è posta anche in questo caso al 60%, il coupon condizionato iniziale è del 15% ma con data di valutazione già il prossimo novembre, a cui seguiranno premi trimestrali fissi dell’1% del valore nominale (pari a 100 euro). Questo certificate scade a settembre 2026, ma anche qui con finestre autocall che possono aprirsi a partire dalla rilevazione di giugno 2024 con meccanismo Step-Down.
Diverso è invece il Cash Collect Worst Of con sottostante Banco Bpm, Intesa Sanpaolo e Mediobanca (ISIN: DE000HC4T4V8), il cui prezzo è scivolato intorno ai 96 euro. In questo caso, la barriera è ancora più profonda in quanto posta al 50% del valore iniziale. Per quanto riguarda i premi, questi sono mensili, fissi, quindi indipendenti dall’andamento dei sottostanti, e pari a 0,60 euro. Il certificate, emesso lo scorso marzo da UniCredit, scade a dicembre 2025 e non prevede alcuna possibilità di rimborso anticipato.
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Il prossimo da segnarsi in agenda è fissato per il 18 settembre.
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