AI e data center: domanda di energia alle stelle

I progressi dell’intelligenza artificiale e lo sviluppo dei data center vanno a braccetto, ma con loro aumenta drasticamente anche la domanda di elettricità. Cosa succede quando la domanda supera l’offerta?

La rivoluzione tecnologica si sta ormai facendo spazio in ogni settore, dalle grandi aziende fino alla vita privata. Ma qual è l’ingrediente principale che sta permettendo all’intelligenza artificiale di espandersi in ogni aspetto della nostra vita? Un enorme numero di dati che vengono integrati e analizzati grazie a delle strutture specializzate, i data center.
Nei prossimi anni si sentirà sempre più parlare di data center e questi occuperanno una posizione sempre più centrale. Con l’aumento delle richieste di dati, si prevede che le principali aziende tecnologiche investiranno almeno 1000miliardi di dollari in queste strutture nei prossimi cinque anni.

Il mondo dei data center non ha però solo un impatto sulle nuove tecnologie, bensì anche sulla domanda di energia elettrica. Agron Scully, Portfolio Manager di Janus Henderson Investors, spiega che “negli Stati Uniti nel 2022 i data center rappresentavano il 4% dell’utilizzo di elettricità. Entro il 2026, si prevede che tale percentuale salga al 6%, poiché il passaggio a rack di dati AI ad alta intensità energetica – che richiedono fino a sette volte più energia rispetto alle configurazioni tradizionali – accelera la crescita della domanda di energia elettrica a livello di settore, portandola al 10% annuo fino al 2030”.
Insomma, insieme alla domanda per dati maggiori e di alta qualità crescerà anche la richiesta di energia elettrica, ma l’attuale offerta sarà in grado di tenere il passo con la rivoluzione tecnologica?

Il futuro parte dagli Stati Uniti, ma l’energia sarà sufficiente?

Gli Stati Uniti rappresentano la culla per molte innovazioni e il fenomeno dell’intelligenza artificiale, prima di espandersi in tutto il mondo, è nato proprio nella Silicon Valley. Ma con l’aumentare della richiesta di data center sempre più sviluppati, gli States saranno in grado di tenere il ritmo per quanto riguarda la domanda di energia necessaria? Il Paese a stelle e strisce fa da casa a più della metà dei 9mila data center di tutto il mondo. Se nei prossimi anni la generazione dei data center è destinata a crescere, gli Stati Uniti saranno allora probabilmente obbligati a separare l’energia utilizzata per i data center, da quella per la classica rete di trasmissione.

Si tratta di un problema non indifferente, soprattutto considerando che alcuni stati come la Virginia, l’Arizona e alcune zone della California, hanno già problemi di elettricità insufficiente.
Ma senza un numero sufficiente di data center, i fornitori di AI sarebbero costretti a limitare le loro risorse di calcolo o guardare fuori da confini statunitensi: per quanto ancora gli States manterranno il loro primato?

Efficienza energetica? Sì, ma a partire da fondi rinnovabili

Dovrebbe essere chiaro che stiamo andando in contro ad un futuro dove la fornitura di energia elettrica tradizionale non sarà più sufficiente. Se questo può preoccupare, dall’altra parte le soluzioni di energia rinnovabile potrebbero arrivare in soccorso.
Si tratta di un processo che è già iniziato. Basti pensare che secondo un rapporto di S&P Global, cinque giganti del settore tecnologico da soli rappresentano oltre la metà degli acquisti aziendali di energia rinnovabile in tutto il mondo. Inoltre, Scully è convinto che “entro il 2026, si prevede che la quota di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili aumenterà e compenserà la crescita della domanda nelle economie avanzate come gli Stati Uniti e l’Unione Europea, contribuendo a sostituire i combustibili fossili”.
La transizione verso fonti di energia rinnovabile mettono in luce le opportunità per tutti quei fornitori che si focalizzano sul net zero: da Innergex a Boralex, passando per SSE Renewables, fornitore di sviluppo eolico, e l’italiano Prysiam Group, fornitore di cavi ad alta tensione.

Non ci sono dubbi sul fatto che la richiesta di energia è destinata a crescere, ma, d’altro canto, è innegabile che le prestazioni per watt siano aumentate esponenzialmente. Ad esempio, il consumo energetico delle GPU di Nvidia è passato da 350 watt nel 2017 a 700 watt nel 2024, ma la performance è più che raddoppiata.

Opportunità non più tanto nascoste

Il boom dei data center e il miglioramento della loro efficienza avrà un effetto indiretto su tanti attori chiave. Non saranno solo i proprietari di queste strutture o i fornitori di apparecchiature a godere del cambiamento, ma anche la più ampia catena di fornitura dell’energia.
Per ottenere una maggiore efficienza, considerando l’impatto dei calcoli sempre più massicci legati all’intelligenza artificiale, sono fondamentali anche sistemi di raffreddamento. Basti pensare che i centri che adottano tecnologie di raffreddamento all’avanguardia, possono ridurre il consumo energetico del 20%.
Ma anche i servizi di pubblica utilità si trovano in una buona posizione, essendo costretti ad aumentare il budget delle spese in conto capitale per potenziare l’infrastruttura di rete.
Insomma, le opportunità sono molte, basta avere un occhio attento per trovarle, anche quelle che sembrano più scollegate.

Futuro che è già presente

Nonostante siano pochi anni che si parla di intelligenza artificiale e le incertezze intorno a questo argomento sono ancora molte, non ci sono dubbi sul suo impatto rivoluzionario. Un aumento dell’utilizzo di energia può spaventare, ma sulla bilancia i benefici continuano a superare i rischi, ancora di più se verranno sfruttate energie rinnovabili.

Migliorare la produttività umana, riallocazione di risorse in modo efficace, introduzione di innovazioni, accelerazione per la scoperta di farmaci. Insomma, le opportunità sono troppe per lasciarsele scappare.

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