La giornata dello spread inizia in forte rialzo. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi in apertura schizza fino a 240 punti base
Il Ftse Mib scivola in territorio negativo e cede oltre il 2%. A trascinare al ribasso il listino milanese è l’intero settore bancario
Il 7 agosto il premier Giuseppe Conte non ha presentato le dimissioni, forzando il passaggio parlamentare della crisi nelle sedi istituzionali. Non si è fatto attendere il vicepremier Matteo Salvini, visto che la Lega ha presentato ufficialmente in Senato la mozione di sfiducia. Si attende quindi la convocazione delle Camere e intanto gli effetti dell’incertezza politica si fanno sentire su Borsa e spread nazionali.
Borsa in rosso, titoli bancari in tilt
Lo scoppio della crisi di governo, con possibili elezioni anticipate in autunno, ha fatto perdere parecchi punti al Ftse Mib. Il principale listino italiano ha aperto in netto calo, cedendo oltre il 2%. Il semaforo rosso non si spegne nemmeno a metà seduta: verso le ore 13.00 il Ftse Mib scivola del 2,22% a quota 20.379,45 punti. A trascinare al ribasso il listino milanese è soprattutto la zavorra dei titoli bancari.
Il settore degli istituti di credito si posiziona in territorio fortemente negativo. Dopo la raffica di sospensioni in avvio, il titolo Banco Bpm viene sospeso per eccesso di ribasso a 1,6825 euro (-7,01%), per proseguire la sua discesa fino a quota -8,81% (a 1,65 euro). Cali superiori al 6% anche per Unicredit e Ubi Banca. Bper Banca a metà mattinata perde il 6,39%, Mps il 7,23% e Intesa Sanpaolo cede oltre il 4%.
Lo spread torna a salire
La giornata dello spread italiano inizia in forte rialzo. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi in apertura schizza fino a quota 240 punti base, in forte aumento rispetto ai 210 registrati solo l’8 agosto. Il rendimento dei decennali balza all’1,8%, dall’1,5% del giorno precedente. Esito comunque positivo per l’asta dei Bot: il Tesoro è riuscito a collocare 6,5 miliardi di titoli di Stato a un anno a fronte di una domanda che ha raggiunto i 9,338 miliardi. Il rapporto di copertura è calato a 1,44 da 1,47 precedente.