La stupenda Mariah Carey ci aveva visto lungo! Dal 1994 canta: “I don’t want a lot for Christmas, there is just one thing I need, I don’t care about the presents, underneath the Christmas tree” (Non voglio molto per Natale, c’è solo una cosa di cui ho bisogno, non mi importa dei regali, sotto l’albero di Natale).
Stando alle previsioni dei migliori analisti internazionali quest’anno Mariah e tutti noi rischiamo di non trovare niente sotto l’albero di Natale, non a causa di un Babbo Natale inaspettatamente cattivo, ma a causa dei “bottlenecks” (colli di bottiglia).
Rischiamo di dover lasciare il nostro albero particolarmente sguarnito e privo di pacchetti infiocchettati, ma non tutte le cattive notizie portano cattive conseguenze, ti spiego il perché.
Il mondo sta attraversando una fase di carenza di prodotti, in molteplici settori si sono creati quelli che gli esperti chiamano i “colli di bottiglia”. L’economia globale è governata dalla legge della domanda ed offerta. A causa della chiusura delle attività produttive e commerciali imposta dalla pandemia la reperibilità della maggior parte delle merci ha subito un drastico calo durante gli ultimi 16 mesi.
Alcuni settori stanno vivendo una preoccupante contrazione dell’offerta in concomitanza ad un repentino aumento della domanda, questo è quello che gli economisti definiscono un “collo di bottiglia”, una rara circostanza decisamente sfavorevole al consumatore finale.
I computer portatili sono stati uno dei primi elementi ad entrare in questa fase critica. La domanda di laptop spinta dalla diffusione dell’apprendimento a distanza e dello smart working non è stata soddisfatta da un contestuale aumento dell’offerta che invece è stata “paralizzata” dalla chiusura quasi simultanea e contestuale di tutte le maggiori attività produttive mondiali.
In aggiunta, il processo di digitalizzazione dell’economia globale ha causato un problema ancora più grande: una crescete domanda di semiconduttori (chip) che sono il cuore e l’anima della rivoluzione ed evoluzione tecnologica.
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I chip sono diventati un bene pressoché irreperibile, scarseggiano, e la nuova ondata di produzione non arriverà sul mercato prima della fine del 2022 se non oltre. Le aziende lavorano a ritmo serrato ma un processo produttivo interrotto per oltre un anno richiede tempo per tornare al suo stato ottimale. tutti i processi di produzione che richiedono un chip rischiano di rimanere bloccati per mancanza di offerta, di conseguenza la maggior parte dei prodotti anche di uso quotidiano diventerà irreperibile: smartphone, tv, automobili, console da gioco, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
La scarsità di offerta concomitante ad una domanda stabile o in alcuni casi in forte aumento (pc e laptop) ha causato un aumento dei prezzi (inflazione) accompagnato da un allungamento spropositato dei tempi di reperimento dei prodotti.
Ma veniamo alle buone notizie, Babbo Natale potrebbe avere qualche bel regalo da mettere sotto il nostro albero.
Prima buona notizia: nessuna salita è infinita!
Qualsiasi mercato è regolato dalla legge della domanda/offerta ed i prezzi si determinano con il principio dell’asta.
È vero che la scarsità di un bene ne determina l’aumento di prezzo, ma questo aumento si fermerà appena i compratori non saranno più disposti a pagare una determinata cifra per ottenere un certo bene. A quel punto il rincaro si arresterà e si formerà un nuovo prezzo ritenuto “equo” da entrambe le parti, venditori ed acquirenti.
Seconda buona notizia: la distonia tra domanda e offerta crea opportunità di investimento. Il settore dei semiconduttori ed i paesi maggiormente coinvolti nella produzione di questi componenti come Korea del Sud e Taiwan potrebbero essere avvantaggiati sul panorama economico mondiale beneficiando di una domanda crescente che farà da stimolo agli utili ed all’economia.
Quindi cara Mariah, quest’anno potresti cantare: All I want for Christmas is …. un chip!