Il rialzo di Pop Sondrio è stato uno spunto isolato in una giornata altrimenti assai negativa per il comparto bancario (-3,3%).
All’interno del listino principale quattro dei cinque peggiori titoli di giornata sono Banche, con Mps maglia nera (-5,64%)
Si è ridimensionato il balzo della Popolare di Sondrio a Piazza Affari, in scia alle indiscrezioni di una salita di UnipolSai al 20% del capitale: a fine giornata il titolo, che era arrivato a guadagnare il 6% ha chiuso su un rialzo dell’1,5% a 4,33 euro – uno spunto isolato in una giornata altrimenti assai negativa per il comparto bancario (-3,3%).
Secondo quanto ricostruito da Repubblica, a inizio luglio sarebbe arrivato sul tavolo della Bce il dossier che porterebbe la quota di Unipol dal 9,5 al 19,99% del capitale di Pop Sondrio. La mossa potrebbe preludere, secondo ipotesi non commentate dal gruppo assicurativo, a un’integrazione fra Pop Sondrio e Bper Banca, istituto nel quale UnipolSai detiene già il 19,9%. Il responso della Bce sull’operazione è atteso per fine settembre, al termine dei 60 giorni che Francoforte ha a disposizione per esprimere la sua autorizzazione.
Per Unipol la strategicità di Pop Sondrio non si limita agli accordi distributivi delle polizze, attraverso le controllate Arca Vita e Arca Assicurazioni. Infatti, la possibilità che Unipol possa cercare di accrescere ulteriormente la stazza di Bper, dopo le acquisizioni di CariFerrara, Unipol banca e Carige, non sarebbe da escludere secondo Repubblica: da qui l’ipotesi di una possibile integrazione con Pop Sondrio.
Banche giù, con Mps in apprensione sulle mosse del Mef
La seduta del 6 settembre è stata, per il resto, assai pesante per il comparto bancario italiano: all’interno del listino principale quattro dei cinque peggiori titoli di giornata sono Banche, con Mps maglia nera (-5,64%). Da giorni il titolo della banca senese è gravato dall’ipotesi che il ministero dell’Economia, in possesso del 64% del capitale, possa decidere di dismettere parte delle azioni vendendole sul mercato – teoria circolata già dal maggio scorso dopo un’articolo di Reuters, che citava tre fonti anonime.
Nell’ultimo mese Mps ha perso circa l’11% del valore sottoperformando non solo rispetto al Ftse Mib (-0,3%), ma anche l’indice settoriale bancario (-5,85%). Sul dossier Mps, il governo non ha apertamente dichiarato di voler inserire la sua partecipazione nella banca senese nell’elenco delle dismissioni prospettate all’orizzonte. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, tuttavia, ha fatto sapere il 3 settembre che il governo su Mps deciderà “senza farsi dettare tempi da nessuno e tanto meno dalla fretta per quanto riguarda il sistema bancario”. In precedenza il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva dichiarato che “su Mps si deve procedere alla privatizzazione, lo Stato non deve fare il banchiere. Prima si fa meglio è”.
L’ipotesi più favorevole e non ancora tramontata nelle speranze del Mef sarebbe lo spacchettamento di Mps fra Unicredit, Banco Bpm e Bper.
Dopo Mps pesano, nell’ordine, le forti prese di beneficio su Unicredit (-4,99%), titolo fra i più esuberanti da inizio anno a Piazza Affari (+57%); male anche Moncler (-4,97%), Bper (-3,6%) e Banco Bpm (-3,09%).
Gli altri rumor sull’M&A
Sul fronte delle ipotesi di M&A bancarie le indiscrezioni dei giorni scorsi si erano concentrate sulla possibile acquisizione della romena First Bank da parte di Intesa Sanpaolo, per un valore ipotizzato di 200 milioni di euro. Anche se questa operazione potrebbe raddoppiare la clientela nel Paese (attualmente intorno alle 60mila unità), Mediobanca Securities e Banca Akros hanno giudicato l’eventuale acquisizione come trascurabile sulle sorti del titolo, il cui rating è rimasto invariato.
Nel mondo del risparmio Anima Sgr, ma anche Zurich e Banca Sella, avrebbero preso in considerazione l’acquisizione di Kairos per 40 milioni, con l’obiettivo di ampliare i rispettivi team di gestione e l’offerta di prodotti.