A volte un tesoro non è nascosto, ma brilla davanti ai nostri occhi. Soprattutto quando l’oggetto non è poi così antico o negletto. È il caso del design, ibrido perfetto di artigianalità e industria, forma e funzione, testimonianza brulicante di poco più di un secolo di menti creative capaci di ideare oggetti divenuti vere e proprie icone dell’abitare. E che ora inizia (finalmente) a ricevere la legittimazione che cercava da anni.
Ne è convinto Jacopo Menzani, Capo Dipartimento design e arti decorative del ‘900 di Pandolfini Casa d’Aste, per cui “il mercato di questo pleasure asset sta crescendo anche grazie al lavoro di
fiere, gallerie e musei che sempre più affiancano al design l’arte contemporanea”.
Una sorta di consacrazione che riconosce a tali beni un valore collezionabile, oltre che di arredo. E che si riflette nella crescita del mercato stesso, alimentato dalla domanda di quella che un tempo era solo una nicchia e inanella aggiudicazioni importanti (a volte inaspettate) anche in Italia.
Il design entra nelle vite e nelle case di molti, qualche esempio?
Come nel caso di una vetrina da centro firmata Lapo Binazzi, membro fondatore del Gruppo UFO, partita da una stima di 3-5mila euro e battuta da Pandolfini per oltre 20mila euro. O come nel caso di un tavolo da 10 posti con sedie progettato da Edoardo Gellner, aggiudicato per oltre 32mila euro partendo dalla medesima stima. “Ci aspettavamo interesse, ma per questi oggetti abbiamo riscontrato un fermento particolare che ha spinto in salita le cifre finali” continua Menzani. Aumentando la domanda, tuttavia, è cresciuta anche l’offerta. “Il mercato del design ha viaggiato per anni con grandi quantità, per cui sono convinto che col passare del tempo si darà maggiore risalto alla qualità dell’oggetto”.
Come si può riconoscere la qualità di un oggetto di design?
“Sicuramente, la firma di un importante designer aiuta a riconoscere beni capaci di conservare il proprio valore nel tempo, ma anche oggetti non autografi possono catturare l’attenzione del mercato. Il comparto è certamente soggetto a mode, sebbene l’attenzione sia sempre alta nei confronti del design storico italiano e francese. Ma si sta polarizzando: da una parte le opere contemporanee degli anni ‘90, dall’altra quelle deco e razionaliste degli anni ‘20-’40” precisa Menzani. “Ciò che più conta, tuttavia, è che l’arredo d’autore sia raro o che il suo progetto sia unico, oltre che magistralmente eseguito. Anche se, alla fine, il consiglio è sempre quello di seguire il proprio gusto personale piuttosto che ricercare un affare: in fin fine, non esistono (ancora) sistemi infallibili per scegliere”.
L’esperto
Jacopo Menzani, Capo Dipartimento design e arti decorative del ‘900
La passione per il design, l’architettura e l’arte antica e contemporanea diventa una professione per Menzani grazie a diverse esperienza nella direzione di studi di restauro e gallerie. Entra in Pandolfini nel 2019 e da allora è alla costante ricerca di pezzi di grande qualità e carattere.
Mail: [email protected]
Articolo tratto dal numero di settembre 2024 del magazine We Wealth. Abbonati qui.