Il tasso fisso del mutuo, oggi, è ancora nettamente più conveniente rispetto al variabile: lo attestano gli ultimi numeri rilevati da MutuiOnline, a cui We Wealth ha chiesto un aggiornamento. A marzo, ha dichiarato Nicoletta Papucci, direttore marketing di MutuiOnline.it: “Per chi deve scegliere un mutuo oggi, il fisso risulta nettamente più conveniente: infatti, il 99,6% dei clienti di MutuiOnline.it nel 2025 li ha scelti per la loro stabilità. A marzo, il tasso (TAN) medio fisso è al 2,82%, mentre il variabile si attesta al 3,66%. Su un mutuo da 140.000 euro a 20 anni, il fisso permette di risparmiare 60 euro al mese (764 contro 824), con un risparmio totale di interessi di oltre 14.300 euro”.
Questa è la fotografia del recente passato. Per il prossimo futuro, è probabile che la differenza tra i due tassi si ridurrà progressivamente. La ragione risiede in un cambiamento della politica economica tedesca che ha impattato un parametro di riferimento dei tassi fissi sui mutui: il costo del debito a lungo termine in Germania. E questo cambio politico, sui fissi, impatta più dei tagli ai tassi già previsti da parte della Bce per il resto del 2025.
Con l’approvazione di un piano da 500 miliardi di euro in 12 anni per stimolare l’economia, il mercato ha reagito richiedendo rendimenti più alti per i titoli di Stato tedeschi. Questo ha avuto un impatto diretto sull’Interest Rate Swap (IRS) a 30 anni, il tasso utilizzato dalle banche per trasformare i finanziamenti da variabili a fissi. Tra fine febbraio e il 24 marzo, il tasso è salito dal 2,19% al 2,63%, tornando ai livelli più alti dal novembre 2023.
E, venendo al punto, questo Irs a 30 anni che tanto infuenza i mutui fissi è passato dal 2,19% di fine febbraio al 2,63% del 24 marzo: e nei giorni precedenti era tornato ai livelli più alti dal novembre 2023. Dal momento che alla base di questo rialzo c’è un piano politico pluriennale è possibile che questo rimbalzo non rientrerà rapidamente: se così fosse, sarà difficile che i tassi fissi sui mutui potranno scendere nel breve termine. Anche in presenza degli ulteriori tagli ai tassi Bce che attualmente ha già scontato il mercato (altri due).
“Osservando i forward dei Bund trentennali, principale ancoraggio per l’indice di riferimento dei mutui a tasso fisso”, ha dichiarato Papucci, “si intravede stabilità fino alla fine dell’anno, ma i recenti rialzi di marzo dimostrano quanto il mercato sia difficile da leggere”. Tuttavia, un’eventuale recessione in Europa potrebbe modificare le aspettative future sull’inflazione e spingere al ribasso l’Irs più rapidamente, anche se al momento questo scenario non è ritenuto probabile per il resto del 2025.
Mutui, la rimonta dei tassi variabili
Diversa la situazione per i mutui a tasso variabile, che hanno seguito un trend opposto. L’indice Euribor a 3 mesi è sceso dal 2,46% al 2,38% tra il 28 febbraio e il 21 marzo, ai minimi da gennaio 2023. Se questo trend dovesse proseguire, è possibile che nei prossimi mesi i due tassi si avvicinino. Tuttavia, la velocità del riallineamento dipenderà dal ritmo con cui la Bce ridurrà i tassi e dalle decisioni delle banche sugli spread applicati ai mutui variabili.
“La forbice tra tasso fisso e variabile continuerà a ridursi nei prossimi mesi, con un possibile sorpasso dei TAN entro l’estate”, ha dichiarato Papucci. “Tuttavia, la data esatta dipenderà soprattutto da tre parametri fondamentali: le prossime decisioni della Bce, l’andamento dell’Irs e la politica degli spread applicata dalle banche”.
Su quest’ultimo punto, l’incentivo delle banche a offrire mutui a tasso variabile si rafforza nel momento in cui la probabilità di una risalita dei tassi è superiore a quella di un ulteriore ribasso. Attualmente, gli spread sui mutui variabili si attestano intorno all’1%, un livello che potrebbe variare se l’inflazione europea tornasse a salire, spingendo la Bce a rivedere le proprie politiche. Se invece l’inflazione restasse contenuta e la Bce continuasse con un percorso di riduzione dei tassi, le banche potrebbero abbassare ulteriormente gli spread per rendere i mutui variabili più appetibili.
Infine, chi ha contratto un mutuo fisso nei periodi di tassi più alti potrebbe valutare una surroga per accedere a condizioni migliori. “Non va dimenticato che, nel caso di ribassi improvvisi dei tassi, l’opzione della surroga è disponibile e consente di trasferire il mutuo a un’altra banca con condizioni più vantaggiose. In alternativa, alcune banche permettono la rinegoziazione interna senza cambiare istituto”, ha concluso Papucci.