La Borsa non gradisce la mossa del governo Meloni. Piazza Affari brucia solo nelle prime ore della seduta circa 10 miliardi di euro
Secondo Bank of America, il costo della maxi-tassa sugli extraprofitti ridurrebbe gli utili delle banche tra il 2 e il 9%
Piazza Affari in caduta libera sulla scia della maxi-tassa in arrivo sugli extraprofitti bancari. La mossa del governo brucia nelle prime ore della seduta dell’8 agosto circa 10 miliardi di euro di capitalizzazione. In chiusura Bper cede il 10,94%, Finecobank il 9,91%, Intesa Sanpaolo l’8,67%, Mps il 10,83%, Banco Bpm il 9,09%, Unicredit il 5,94%, Mediolanum il 5,96% e Mediobanca il 2,48%. Secondo Bank of America, gli utili delle banche potrebbero subire una contrazione tra il 2 e il 9%, mentre fonti governative quantificano le entrate fiscali in circa 2 miliardi di euro.
“È una misura fortemente negativa per il settore bancario, tenendo conto che è retroattiva per l’anno 2022”, dichiara a We Wealth Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. “Oltre a influenzare negativamente la redditività delle banche mette un punto di domanda sulla capacità del nostro settore finanziario (e non solo) di attrarre capitali esteri e riduce la competitività delle nostre banche rispetto ai peer europei. Quali investitori saranno intenzionati a investire nel nostro paese se esiste il rischio di un intervento dello Stato così significativo? Inevitabilmente le prospettive sul comparto bancario italiano peggiorano e saranno da valutare nei prossimi giorni gli effetti della manovra governativa sulla liquidità degli istituti bancari”, avverte. Senza dimenticare che il settore vale un quarto del paniere del Ftse Mib.
“L’indice bancario italiano segnava un meno 6,5% alle 10.30 dell’8 agosto, con il resto del mercato abbastanza stabile e lo spread tra Btp italiano e bund tedesco poco mosso”, aggiunge Giorgio Broggi, quantitative analyst di Moneyfarm. “L’attenzione del mercato rimane sui dividendi, che saranno probabilmente influenzati negativamente dall’annuncio, giustificando la reazione nei prezzi dei titoli bancari”, conferma. È interessante notare, continua Broggi, come anche banche francesi e tedesche abbiano reagito male manifestando la preoccupazione che misure simili possano essere implementate in altre economie europee (come ha già fatto anche la Spagna).
Tassa extraprofitti: gli effetti sulle banche europee
“In altre parole, non è solo una questione italiana. Sicuramente le banche nel Regno Unito e altrove nell’Unione europea sono attente a valutarne gli sviluppi all’interno dei propri confini”, aggiunge Broggi. Nel Regno Unito, la Financial Conduct Authority è intervenuta al proposito lo scorso mese e, oltre a un’analisi dell’offerta dei tassi sui depositi di liquidità, ha già stilato un piano di 14 punti per garantire un’appropriata remunerazione alla liquidità dei risparmiatori. “Gli istituti di credito che offrono i tassi più bassi ai propri risparmiatori saranno sollecitati entro la fine di agosto a giustificare le motivazioni di questi livelli. Le notizie dall’Italia non hanno ancora pesato sulle banche britanniche, ma ora la pressione è sicuramente più alta”, dichiara Broggi.
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Extraprofitti banche: come funziona la nuova tassa
Introdotta a sorpresa nel decreto legge omnibus, approvato dal Consiglio dei ministri lunedì, la norma istituisce una tassa straordinaria a carico degli intermediari finanziari, escluse le società di gestione dei fondi comuni di investimento e le società di intermediazione mobiliare. Come si legge in una nota diffusa dal Consiglio dei ministri, l’imposta è determinata applicando un’aliquota del 40% sul maggior valore tra:
- l’ammontare del margine d’interesse relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 5% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022;
- l’ammontare del margine di interesse relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022.
I proventi saranno volti a sostenere il finanziamento del fondo per i mutui sulla prima casa e ridurre la pressione fiscale di famiglie e imprese.
Banche, dalla maxi-tassa alla guerra. Cosa monitorare
Insomma, una nuova spada di Damocle pesa sulle spalle delle banche, ma non dimentichiamoci che devono far fronte anche a una serie di altri venti contrari. Innanzitutto, se l’economia dovesse peggiorare, potrebbero assistere a un aumento dei crediti deteriorati. E resta da gestire ancora la crisi geopolitica. Secondo un’analisi del Financial Times, condotta su 600 relazioni annuali e bilanci, le maggiori aziende europee hanno subito finora perdite per almeno 100 miliardi di euro dalle loro operazioni in Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Nel settore finanziario, in particolare, Unicredit ha subito un colpo da 1,3 miliardi di euro stando ai calcoli del quotidiano economico-finanziario britannico. Per Intesa Sanpaolo si parla invece di un buco da 1,4 miliardi di euro. Société Générale, nell’aprile del 2022, ha venduto Rosbank e le sue attività assicurative a Vladimir Potanin, un alleato di Putin, incassando perdite per 3,1 miliardi di euro. Raiffeisen ha subito infine svalutazioni per 1 miliardo di euro e altri oneri; inoltre, sta valutando la vendita della sua unità russa, attualmente valutata a sua volta 1 miliardo di euro.