Secondo l’effetto framing le decisioni prese dagli individui differiscono a seconda del modo in cui un quesito viene formulato.
Il linguaggio utilizzato, il contesto, la modalità di presentazione delle informazioni, le emozioni suscitate sono tutti elementi che giocano un ruolo fondamentale nel processo di scelta dell’individuo (in generale) e dell’investitore (nello specifico).
In campo finanziario il risparmiatore vittima di questo errore cognitivo è portato a fare scelte d’investimento sbagliate con conseguenti perdite in termini di guadagno.
Il cambiamento della propensione al rischio è una delle più importanti implicazioni dell’effetto framing.
Nel 1981 gli psicologi Amos Tversky e Daniel Kahneman studiarono come il modo in cui le informazioni vengono presentate influenzi le nostre decisioni.
In uno dei loro esperimenti posero ad alcune persone, separatamente, le seguenti domande:
- Devi sottoporti ad un’operazione che ha il 10% di probabilità che ti risulti fatale. Accetteresti di farla?
- Devi sottoporti ad un’operazione che nel 90% dei casi non avrà alcuna conseguenza. Accetteresti di farla?Ebbene, la maggior parte delle persone alle quali era stata posta la domanda nella prima modalità rispose che avrebbe rifiutato l’operazione; al contrario la maggior parte di coloro ai quali era stata posta la domanda nella seconda modalità rispose che avrebbe accettato. E ciò nonostante l’operazione fosse la stessa e le probabilità di sopravvivenza fossero uguali.Molto interessante è anche l’esperimento di Max Hal Bazerman, studioso di finanza comportamentale, che dimostra gli effetti paradossali dell’effetto framing.Egli sottopose ad un gruppo di persone il seguente caso:-un famoso gruppo automobilistico è stato di recente oggetto di numerose difficoltà economiche che sembra porteranno alla chiusura di tre stabilimenti e al licenziamento di 6000 dipendenti.A quel punto Bazerman fornì ai volontari due possibili soluzioni al problema, chiedendo loro quale ritenessero fosse la soluzione migliore.
Al primo gruppo propose questi due piani:
- Piano A: salvataggio sicuro di 1 dei 3 stabilimenti e di 2.000 posti di lavoro.
- Piano B: 1/3 di probabilità di salvare i 3 stabilimenti e tutti i 6.000 posti di lavoro, ma 2/3 di probabilità che non venga salvato nessuno stabilimento e nessun posto di lavoro.Al secondo gruppo, invece, fornì altri due piani:
- Piano A: sicura perdita di 2 dei 3 stabilimenti e di 4.000 posti di lavoro.
- Piano B: 2/3 di probabilità di perdere i 3 stabilimenti e tutti i 6.000 posti di lavoro con 1/3 di probabilità che non vada perduto nessuno stabilimento e nessun posto di lavoro.Le soluzioni prospettate sono evidentemente le stesse: il piano A del primo gruppo corrisponde al piano A del secondo gruppo ed il piano B del primo gruppo corrisponde al piano B del secondo, eppure paradossalmente l’80% degli interrogati preferì il piano A nel primo caso ed il piano B nel secondo.Perché questa reazione così illogica? Semplicemente per come erano prospettati i due piani: in senso positivo nel primo caso e in senso negativo nel secondo.Il nostro cervello ha un approccio diverso di fronte ad una prospettiva di guadagno (prima coppia di soluzioni) e ad una prospettiva di perdita (seconda coppia di soluzioni) e ci influenza così tanto da farci dare due risposte diametralmente opposte allo stesso identico quesito.L’effetto framing, come tutte le altre distorsioni cognitive, non si può evitare, ma si può correggere.Ormai sappiamo che tutte queste distorsioni sono attivate dal sistema 1 del cervello, quello veloce ed istintivo e che per fuggire alle sue trappole dobbiamo far ricorso al sistema 2, quello lento e razionale.
Ma come si fa?
- Riformulare il problema. La formulazione di un problema è di solito più importante della sua soluzione, sosteneva Albert Einstein. È fondamentale guardare e valutare una situazione sotto tutti i punti di vista, positivi e negativi, solo così si potrà fare una scelta consapevole.
- Assumere una necessaria distanza psicologica. Diventare come spettatori di noi stessi, cercando così di valutare le situazioni in modo più imparziale con un minore coinvolgimento emotivo.
- Attivare il pensiero. Siamo abituati a decidere rapidamente e a volte questa capacità è utile, ma ricordiamo che non sempre conviene essere veloci. Quando le decisioni sono importanti dobbiamo disattivare il pilota automatico e analizzare scrupolosamente tutte le possibili conseguenze delle nostre scelte. Ne va del nostro futuro!