Sanremo, quanta ricchezza genera il festival?
Tutti ne parlano, ma quanto vale l’economia del festival di Sanremo? L’impatto economico che ha generato il festival 2025 è di 245 milioni di euro, in aumento rispetto ai 205 milioni del 2024. La stima arriva dalla società di consulenza EY. Di questi 245,1 milioni di euro, 97,9 rappresentano il valore aggiunto in termini di pil, in crescita di circa sei milioni di euro rispetto alla precedente edizione, principalmente grazie a una maggiore raccolta pubblicitaria (e all’aumento generale dei prezzi). I posti di lavoro “pari al tempo pieno” sono 1459, l’anno scorso erano 1327.
Specifica Mario Rocco, partner EY che «I risultati della nostra analisi dimostrano come il Festival di Sanremo continui a essere un rilevante motore di crescita economica per la Regione con interessanti ricadute per il Paese. L’incremento del valore della produzione di quest’anno e del numero di posti di lavoro creati, sottolinea l’importanza degli investimenti nell’industria musicale nonché in eventi artistici di questa portata.
Per l’edizione di quest’anno, inoltre, si stima una percentuale di posti occupati dagli spettatori pari all’80% del totale nelle cinque serate ed è di circa 500 euro la spesa giornaliera del singolo spettatore tenendo conto, tra gli altri, dei costi legati al trasporto, pernottamento, ristorazione e spese varie». L’attività degli spettatori e dei professionisti presenti a Sanremo, infatti, contribuisce con un valore della produzione di 25 milioni e un valore aggiunto di 11,5 milioni, creando circa 220 posti di lavoro.
Quanto vale l’economia del Festival di Sanremo?
Rivela il partner che le spese pubblicitarie e degli sponsor rese disponili pubblicamente avranno un impatto economico complessivo di 172,2 milioni (rispetto ai 148,2 del 2024), con la creazione di 910 posti di lavoro e 66,6 milioni di impatto economico diretto sul territorio generato dalle spese per l’organizzazione dell’evento. Quindi 11 in più rispetto al 2024. Ci sono poi 77,4 milioni da impatto economico indiretto. Di 27,8 milioni è infine l’impatto economico indotto.
Conclude Rocco: «Guardando al futuro, le previsioni indicano che il Festival di Sanremo continuerà a essere un evento di grande rilevanza economica, con potenziali ulteriori incrementi negli investimenti e nell’impatto economico complessivo». Inoltre, «la crescente attenzione degli sponsor e l’aumento della partecipazione del pubblico rappresentano indicatori positivi per le prossime edizioni». Per quanto riguarda la sola raccolta pubblicitaria, l’aumento medio dei listini è del 7%.
Il fenomeno del FantaSanremo: da tavolino da bar a startup milionaria
Ma l’economia del festival di Sanremo oltre il mero evento. Il FantaSanremo era nato per gioco nel 2019 in un bar di Porto Sant’Elpidio, nelle Marche. Ogni anno i millennial fondatori (musicisti, lavoratori del mondo dello spettacolo, fonici e stand-up comedian) si ritrovavano insieme per guardare il Festival, e ogni volta ideavano qualche tormentone giocoso, come i meme o il gruppo Facebook.
Poi, il colpo di genio: realizzare un gioco ispirato al Fanta Game of Thrones: ciascuno può comporre la propria squadra di cinque artisti spendendo 100 baudi. Solo nel 2020 i partecipanti erano 47. Nel 2021, l’esplosione: grazie al passaparola e agli artisti stessi che autoironicamente stanno al gioco, il fenomeno assume proporzioni inimmaginabili. Arrivano gli sponsor, c’è bisogno di creare una società (Mk2). Nel 2023 gli introiti superano i 50 milioni di euro; nel 2024 pare siano superiori. Del resto, per la prima volta è possibile giocare (oltre che dal sito) dalla app FantaSanremo, scaricata da oltre un milione di utenti.
L’industria musicale in Italia: (in)sospettabile fonte di reddito
Nel suo ultimo rapporto, la Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae) conta, nel 2022, 54,6 mila concerti in tutto l’anno, il 110% in più rispetto al 2021 e il 42,5% in più rispetto al 2019, per un totale 24,3 milioni di spettatori: a trainare questo dato sono i live di musica, oltre 31mila in Italia nel 2022 (da soli raccolgono quasi 20,9 milioni di spettatori). Cifre che esemplificano il peso dell’industria della musica in Italia.
Secondo le stime di Assomusica, nel 2017 la sola musica dal vivo aveva generato un totale di circa 750 milioni di euro, per circa 4,5 milioni di spettacoli, con un impatto medio sulle città di 1,2 euro aggiuntivi per ogni euro speso per biglietto. Metriche in aumento negli ultimi anni, dato che, al 2022, i soli concerti organizzati dagli associati di Assomusica hanno generato un fatturato di circa 500 milioni di euro. Se a questo si aggiunge anche l’attività delle case discografiche, l’importanza dell’industria diventa ancora più evidente: un recente studio ha stimato che ogni euro investito direttamente dalle case discografiche porta un contributo aggiuntivo di 1,8 euro di pil in altri settori della catena del valore dell’industria musicale.
Volendo allargare ulteriormente l’analisi al di là di musica live e case discografiche, il rapporto ricorda che in Italia esistono una sessantina di conservatori e assimilati, che impiegano circa 6.500 docenti e diplomano più di 6.000 allievi ogni anno.