Alessandro Mazzanti (Cbre ltaly): “Il nostro Paese ha opportunità senza pari, con uno stock di camere che è di fatto il più grande d’Europa”
Dal Pnrr sostegni al turismo e alla riqualificazione dello stock in chiave Esg
A parlare è Alessandro Mazzanti ceo di Cbre ltaly, commentando il market outlook 2022 realizzato da Cbre, dal quale è emerso che il recupero delle performance alberghiere nei periodi di allentamento delle restrizioni ha rafforzato l’interesse degli investitori in questo comparto, in particolare per i resort, dove si prevede una forte crescita del turismo leisure, e nelle maggiori città d’arte per i segmenti premium/luxury.
In generale, la pandemia ha avuto un impatto contenuto sui pricing, che hanno registrato scontistiche limitate. Gli investitori interessati ad asset distressed hanno guardato con molta attenzione al mercato italiano, ma la rapida ripresa delle performance alberghiere verificatasi con l’allentarsi delle restrizioni e i sostegni pubblici alle strutture hanno prevenuto l’emergere di situazioni di sofferenza.
Previsioni positive
Nella survey di Cbre si prevede un ritorno della domanda alberghiera ai livelli pre-pandemia da fine 2023. Le stime del Tourism Economics prospettano, infatti, un recupero della spesa turistica rispetto ai valori del 2019 a diverse velocità. “Il segmento leisure di matrice domestica dovrebbe tornare ai livelli di spesa pre-pandemia già nel corso del 2022, mentre la spesa dei turisti internazionali per i viaggi di piacere dovrebbe tornare a crescere oltre i livelli del 2019 nel 2023 – si legge nella ricerca – Le prospettive sono meno positive, invece, per il segmento business, dove si attende un pieno recupero della spesa domestica solo nel 2024, mentre per la spesa estera si prevede un recupero ancora più lento. La diffusione del lavoro da remoto provocata dalla pandemia sembra infatti avere ridotto, nell’immediato, la necessità di intraprendere viaggi di lavoro”.
Confronto tra il mercato alberghiero italiano e quello degli altri Paesi
Da sempre, il mercato alberghiero italiano è dominato da una forte frammentazione delle proprietà e da una limitata qualità delle strutture e dei servizi offerti. Questi aspetti possono essere ricondotti alla limitata brand penetration del mercato alberghiero italiano, il più grande d’Europa per camere disponibili.
Nonostante il mercato italiano abbia, infatti, il maggior numero di camere in Europa (oltre 1 milione), si colloca agli ultimi posti per presenza di brand alberghieri. La percentuale di camere appartenenti a catene di hotel è infatti solo del 21% nel nostro Paese rispetto allo stock totale, contro il 58% del Regno Unito, il 57% della Francia, il 46% della Germania, il 41% della Spagna e addirittura il 26% della Turchia.
Elaborazione Cbre su dati Str Global ed Eurostat