Nell’anno nero delle polizze vita, la raccolta di nuovi premi si è ridotta di un ulteriore 3,3% per le imprese italiane ed extra-Ue, dopo il -14% già registrato nel 2022. Con una raccolta di 70,3 miliardi, il 2023 è stato il peggior anno per i nuovi premi del ramo vita che si sia mai registrato almeno dal 2013, quando furono raccolti 61 miliardi (anche se l’Ania quell’anno monitorò solo l’80% degli attori assicurativi).
Se si considerano anche le compagnie comunitarie, la produzione di nuovi premi vita si è attestata a 82,5 miliardi di euro, in calo del 5,2% rispetto al 2022.
Al risultato negativo del 2023 ha inciso soprattutto la riduzione dei premi per le polizze di ramo III (unit linked), ossia quelle a maggior contenuto finanziario e, di norma, prive di garanzie sulla conservazione del capitale.
La tenaglia sulle polizze
Lo scorso anno le polizze vita si sono trovate strette in una morsa. Da un lato, l’incertezza sulle conseguenze del fallimento di Eurovita, durata alcuni mesi. Dall’altro l’aumento dei rendimenti dei Btp, verso i quali i sottoscrittori di polizze si sono mossi riscattando con poche penali i loro contratti di ramo I. Trattandosi di polizze a capitale garantito, la vendita ha offerto sul piatto d’argento un’occasione ai clienti per incrementare i loro flussi di rendimento a lungo termine.
Entrambi i fenomeni hanno contribuito ad alimentare una corsa ai riscatti delle polizze, in particolare quelle di ramo I. Mentre i dati finali sui riscatti del 2023 saranno pubblicati nei prossimi giorni, l’ultimo aggiornamento fornito dall’Ania mette già a fuoco l’andamento dei nuovi premi.
Contrariamente a quanto si sarebbe potuto immaginare, le polizze di ramo I hanno raccolto 56,3 miliardi di euro, ossia l’11,9% in più rispetto allo scorso anno, nonostante la concorrenza del Btp. Tuttavia, l’esperienza dei primi tre trimestri suggerisce che i deflussi dovuti ai riscatti di queste polizze supereranno la raccolta complessiva dei nuovi premi.
La performance positiva dei mercati finanziari non è bastata a sostenere la raccolta delle polizze di ramo III, la grande delusione in termini di nuovi premi, con un calo del 37,5% e 14,8 miliardi raccolti nel 2023.
Buona performance, invece, per le polizze legate ai fondi pensione (ramo VI) la cui raccolta è aumentata del 39,8%, pur rappresentando ancora una piccola fetta del business assicurativo (2,2 miliardi di euro).
Consulenti finanziari, penalizzati dalla frenata delle unit linked
La debolezza delle polizze di ramo III, che costituiscono il prodotto assicurativo principale per i consulenti finanziari, ha colpito maggiormente questo canale distributivo: mentre la raccolta allo sportello è scesa appena dell’1,2% nel 2023, quella dei consulenti è crollata del 15,1% a 9,4 miliardi di euro. Nel dettaglio, le unit linked vendute dai consulenti finanziari hanno raccolto 4,8 miliardi di euro, ossia il 27,1% in meno rispetto al 2022.
Fra i canali distributivi, solo la vendita diretta ha registrato un aumento nella raccolta di premi assicurativi, con un incremento del 5,2% a 3,66 miliardi di euro.
Nel 2024 la previsione degli operatori è che le polizze vita potranno riprendere un po’ di fiato, soprattutto se i tassi d’interesse Bce scenderanno come previsto. La conseguente riduzione dei rendimenti dei Btp, il prodotto finanziario che ha dominato nei portafogli l’anno scorso, dovrebbe moderare l’attrattiva del titolo di Stato, riducendo il divario fra i rendimenti delle ramo I e quello dei Btp a lungo termine.