Luci, campanelle e pan di zenzero, tra Piccadilly e una Regent Street pronta a tornare ad una nuova normalità in una economia post Covid e post Brexit sempre più complessa. Sebbene il contesto sembri cambiato, Londra oggi appare la stessa di sempre: la città inglese resta uno dei principali centri finanziari mondiali, attraente per individui dall’elevato patrimonio e adatta a fughe di piacere di alto standing. A confermarlo sono alcuni numeri: secondo i dati Consultancy.uk, il numero di famiglie con reddito superiore a 100mila dollari crescerà del 45% entro il 2025. Londra si conferma, assieme a New York, uno dei centri più attraenti per gli individui con un patrimonio netto elevato. I due hub sono al primo posto davanti a Parigi all’interno del City Wealth Index di Knight Frank, società leader nella consulenza immobiliare indipendente. Londra si è inoltre attestata come centro finanziario più attraente dell’Europa occidentale nel 2021. L’analisi di Statista del marzo 2021, pubblicata lo scorso agosto, è stata condotta secondo cinque aree di competitività: ambiente imprenditoriale, capitale umano, infrastrutture, sviluppo del settore finanziario e reputazione. La capitale inglese ha ricevuto 743 punti; Francoforte si è classificata seconda in Europa occidentale, con una valutazione di 727 punti. Non è tutto: secondo il Global Power City Index (GCPI), Londra è ancora la città più attraente al mondo per la sua economia, ricerca e sviluppo, interazione culturale, vivibilità, ambiente e accessibilità.
L’effetto
Brexit comunque c’è e si sente: lo sa bene il settore del real estate. Nel luglio 2020, per ridare energia al comparto, il governo ha temporaneamente abolito la cosiddetta Stamp Duty Land Tax, la tassa di registro sugli acquisti immobiliari di valore fino a 500mila sterline, imposta ridotta per immobili al di sopra di tale cifra. La riduzione della tassa di registro inglese, unita alla perdita di valore della sterlina contro l’euro, ha incentivato l’investimento immobiliare di lusso nel cuore di Londra, dove acquirenti in cerca di ‘high end properties’ (sopra il milione di sterline) hanno approfittato della doppia crisi per assicurarsi un affare. Il mercato residenziale di lusso londinese ha registrato più vendite nei primi nove mesi del 2021 rispetto a qualsiasi altro anno dal 2015, secondo la società di consulenza immobiliare Savills. Complessivamente, nei primi tre trimestri sono state registrate 352 transazioni per oltre 5 milioni di sterline, rispetto alle 348 del 2020 e alle 310 del 2019. Quasi la metà di tutte le vendite ha riguardato quartieri centrali di prim’ordine come Chelsea, Kensington, Belgravia, Notting Hill e St. John’s Wood.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, tuttavia, ha impattato pesantemente sul conto di alcuni dei più prestigiosi atenei al mondo. Le rette per i college di Oxford e Cambrige sono più che duplicate per gli europei, equiparati non più a studenti inglesi, ma a studenti internazionali e per questo vincolati a pagare una retta universitaria più alta, senza accesso al prestito d’onore, assoggettati al visto studentesco e senza assistenza sanitaria. Secondo quanto riportato dal l’agenzia di stampa tedesca Dpa, il numero totale degli iscritti alle università inglesi provenienti da Paesi europei è sceso da 27.750 nel 2020 a 11.700 per l’anno accademico 2021-2022. Che possa essere inteso come un ulteriore fattore di esclusività?
A prescindere da dove la si guardi, la Londra che viviamo in questi mesi, divisa tra difficoltà normative e sanitarie, è quella di sempre, pronta a dare dimora ai grandi investitori e a godersi il lustro che i grandi patrimoni recano. La domanda a questo punto è: cosa offre la città agli high net worth individual? Le opportunità non mancano. A partire dagli amanti dell’arte: a metà ottobre l’opera Love is in the Bin dell’artista misterioso Banksy, battuto da Sotheby’s London, ha superato ogni record, arrivando a 16 milioni di sterline (18,6 con il premio della casa d’asta) in appena 10 minuti di asta, superando il suo precedente record con Devolved Parliament (8,5 milioni, saliti a 9,9 milioni con il premio). Sempre da Sotheby’s, a novembre, sono attese due aste incandescenti: ‘Fine Jewels’, l’asta dedicata ai gioielli più rappresentativi del XIX e del XX secolo, con Cartier, Bulgari e Graff, e ‘Handbags and Accessories’, l’asta di borsette firmate (per lo più Hermès, ma anche Chanel e Vuitton), i pleasure asset a maggior rivalutazione lungo tutto il 2020, secondo l’indice di Knight Frank.
C’è poi il capitolo delle esperienze. Si va dall’affittare una cabina privata sul London Eye, al percorrere Londra passando in elicottero tra i cieli. Comun denominatore, un calice di Champagne. O ancora, organizzare un pic nic nel parco reale di Hyde Park con un cesto Fortnum & Mason, negozio di alimentari storico di Londra col sigillo reale. E perché non dedicarsi un pomeriggio di shopping nell’ambìto store di Harrods. E ancora, il rito del tè delle cinque al The Ritz London, istituzione britannica, situato nel centro di Londra su Piccadilly Street, o un sigaro al Churchill Cigar Bar, in terrazza nel Wellesley. Infine, una cena al ristorante Criterion, la più elegante dining room di Londra, datata 1874, o la rappresentazione Muppet Christmas Carol nella suggestiva cornice della Royal Albert Hall.
Articolo inserito nel numero We Wealth di Novembre, all’interno della sezione A Place to be.
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