Hassan Hajiaj, “l’Andy Warhol di Marrakech”

Hassan Hajjaj nasce nel 1961 a Larache in Marocco e si colloca fra i più iconici e interessanti artisti Nord Africani con ormai 40 anni di carriera alle spalle. La sua specialità è la fotografia dall’animo pop e travolgente ma la sua arte si declina anche al linguaggio cinematografico, del design e della moda. Artista multiculturale e autodidatta è soprannominato “l’Andy Warhol di Marrakech” e vive fra Londra e Marrakech. All'età di 13 anni, Hassan lascia il Marocco e si trasferisce con la famiglia a Londra dove inizia la sua carriera nell'underground organizzando concerti già nei primi anni Ottanta. Nel 1984, lancia il suo marchio di abbigliamento e accessori "R.A.P." acronimo di "Real Artistic People". Le sue creazioni riflettono il cambiamento di ambiente e di codici che l’artista ha vissuto durante l’adolescenza lasciando il suo paese per immergersi nel mondo underground di Londra.
Nel 2015 assistiamo alla prima incursione di Hassan nel mondo del cinema con Karima: A Day in The Life of A Henna Girl, un mix fra documentario e film ambientato nella piazza Jemaa el-Fnaa di Marrakech, che l'artista definisce "l'università della vita di strada". Presentato in anteprima al LACMA e successivamente proiettato ad Art Basel e al British Museum, Karima rimane fedele all'estetica pop di Hassan e mette in movimento i protagonisti delle sue vibranti fotografie.
I contatti e le collaborazioni di Hassan con l’Italia sono stati molti, parliamo di collaborazioni con artisti italiani come ad esempio Pino Daniele per cui ha realizzato la copertina di un album. Già nel 2012 partecipa con i suoi lavori a Mia Milan Image Art Fair, successivamente nel 2013 realizza una personale dal titolo “Vogue Arabe” presso Aria Art Gallery di Firenze, un progetto in collaborazione con l’ambasciata del Marocco in Italia. Nel 2018 espone i suoi lavori al MAXXI di Roma nella mostra intitolata “African Metropolis. Una città immaginaria”, si è inoltre appena conclusa una bellissima mostra di Hajajj presso la 193 Gallery di Venezia, dal titolo “The Colors of Dreams”.
Hassan Hajjaj by Jenny Fremont
Opere
Hassan Hajjaj attraverso alle sue opere di arte contemporanea rende omaggio a diverse celebrità marocchine, da cantanti a designer tra cui Hindi Zahra, Amine Bendriouich, Dizzy DROS, Yassine Morabite e molti altri, che sono apparse nella mostra “My Maroc Stars”. Inoltre sono molti anche i ritratti realizzati dal fotografo, di pop star internazionali del mondo dell’arte e della musica come: Madonna, Billie Eilish, Will Smith.
La carriera di Hassan vanta all’attivo numerose mostre personali d’arte, fra le più importanti voglio citare: La Salle de Gym des Femmes Arabes, Al Riwaq Art Space, Adliya, Bahrain (2017); La Caravane, Somerset House, Londra, Regno Unito (2017); Hassan Hajjaj, My Rock Stars Experimental, Vol.1, Wexner Center for the Arts, Columbus, USA (2015); Kesh Angels, Taymour Grahne Gallery, New York, USA (2014); My Rock Stars: Volume 2, Gusford Gallery, Los Angeles, CA, USA (2014); My Rock Stars: Volume 1, Los Angeles County Museum of Art, CA, USA. Nel 2019 ha luogo la sua prima retrospettiva in Francia presso la Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Le opere di arte contemporanea di Hassan sono state inoltre acquisite dal Los Angeles County Museum of Art, dal Brooklyn Museum di New York, dal Victoria and Albert Museum di Londra e dal British Museum di Londra.
Jajjah
Di recente Hassan ha aperto “Jajjah” un meraviglioso locale multidisciplinare che si trova a Marrakech nella zona Sidi Ghanem, area della città dedicata alle gallerie di arte contemporanea e agli showroom di design. All’interno del locale, rigorosamente ristrutturato e concepito con il classico stile pop dell’artista troviamo un ottimo ristorante, un concept store che presenta le collezioni di vestiti “andy wahloo apparel” disegnati dall’artista e una serie di altri articoli unici come la linea di the dai packaging coloratissimi e una piccola galleria che propone opere di giovani artisti emergenti selezionati personalmente da Hassan Hajjaj. Questo locale è già diventato un luogo d’incontro per creativi e artisti che gravitano in città, se passate per Marrakech vi consiglio vivamente di farci un salto.
Circa quattro anni fa ho avuto il piacere di conoscere Hassan nel suo Riad a Marrakech, Riad Yima, un luogo iconico dove è possibile ammirare le opere dell’artista dal vivo e che consiglio di visitare a chi si trovasse in zona. Con l’occasione acquistai all’epoca uno dei suoi strepitosi lavori che non mi stanco mai di contemplare. Recentemente nel mio ultimo viaggio a Marrakech ho avuto l’occasione di intrattenere una conversazione con l’artista che vi riporto di seguito.
Dove sei nato?
Larache, in Marocco.
Dove vivi e qual è il tuo background?
Vivo tra Londra e Marrakech. Ho lasciato la scuola all'età di 15 anni e mi sono approcciato al mondo dell’arte da autodidatta. Ho ricevuto un grande aiuto da parte dei miei amici che lavorano nel mondo dell’arte e della creatività occupandosi di musica, fotografia, film making e moda e negli anni ho sviluppato la mia carriera artistica.
Come e quando hai scoperto la tua passione per la fotografia?
Probabilmente all'inizio degli anni '80, quando ho ricevuto la prima macchina fotografica dal mio amico Zak Ove.
Cosa ispira il tuo lavoro?
Il mio lavoro è ispirato dalla vita e dal mondo che mi circonda: dalle persone, dalla musica, dai film, dall’arte, e dai viaggi.
Quali sono le tecniche che usi di più?
Non sono una persona tecnica, uso la macchina fotografica perché è il mezzo che più mi rappresenta per esprimermi.
Com'è il settore dell'arte contemporanea nordafricana?
È molto migliorato, ma c'è ancora tanta strada da fare, perché c'è bisogno di educare il pubblico, divulgare il nostro linguaggio e la nostra storia che è per certi aspetti molto distante da quella occidentale. C’è inoltre bisogno di più gallerie esperte nel settore, e di più scrittori nel campo dell'arte che trattino l’argomento.
Parlami della tua ultima mostra e dei prossimi progetti?
L'ultima mostra è stata alla Fotografiska di New York. Ho presentato una miscela di miei lavori sotto il titolo "Vogue, the arab issue" che si concentrava più sull'aspetto legato alla moda della mia fotografia. Il mio prossimo progetto sarà presentato alla biennale di Sharjah nel febbraio del 2023. sS tratta di un documentario sulla Gnawa e sulla Capoeira, che desideravo fare da anni, quindi sono entusiasta che stia finalmente prendendo vita.
Con quali gallerie lavori?
Lavoro con la Third Line Gallery di Dubai, la 193 Gallery di Parigi e la Yossi Milo Gallery di New York.
Che rapporto ha con i collezionisti?
Si rivolgono principalmente alle gallerie, ma alcuni si mettono in contatto diretto con me, questo mi ha portato a sviluppare grandi progetti a tu per tu con i miei collezionisti.
Raccontami un aneddoto che ha in qualche modo influenzato il tuo percorso artistico
Un mio amico, che viveva per strada, senza soldi e senza lavoro, scattava foto incredibili e questo mi ha dato la certezza di potercela fare, mi ha fatto capire che la mancanza di soldi e mezzi non può limitare il talento e la creatività, con la volontà e la fiducia si può raggiungere qualunque obbiettivo.
In copertina: Hassan Hajjaj, Feetball, White Frame