“Ecco come sono andato in pensione a 40 anni”… “Ho lasciato il mio lavoro da 80 ore a settimana, ora mi godo la pensione”. Il web è intriso di questo sogno: ritirarsi precocemente dalla vita lavorativa e, specialmente sfogliando blog e testate americane, le storie personali di chi ce l’ha fatta non si contano. In parte, questa popolarità deriva dal diverso sistema pensionistico statunitense, nel quale i contributi previdenziali obbligatori sono molto più bassi di quelli italiani e la responsabilità del risparmio previdenziale è molto più individuale. La possibilità di accumulare capitali per vivere di rendita il prima possibile, in effetti, è un po’ più facile se i contributi obbligatori sono più bassi, lasciando in mano a chi lavora un reddito netto più elevato.
Il sogno di andare in pensione il prima possibile, tuttavia, è molto diffuso anche in Italia; e a testimoniarlo non è solo la grande attenzione che viene sempre rivolta, in ogni legge di Bilancio, alle finestre di ritiro precoce come Quota 100 e sue variazioni successive. Il tempo libero può essere considerato una delle risorse più preziose che il denaro può effettivamente comprare: la domanda è quanto ne serve per potersi mantenere e anticipare l’uscita dal mondo del lavoro? Come vedremo, non poco. “Vivere di rendita non ha nulla a che fare con il ‘guadagna in automatico dalle tue passioni’ mentre sorseggi un cocktail sulla spiaggia, come millantano tanti fuffaguru sui loro social, vuol dire ottenere un flusso di denaro scollegato dal proprio lavoro grazie all’utilizzo di un patrimonio (finanziario, immobiliare, intellettuale) già esistente”, ha dichiarato a We Wealth Matteo Cadei, Customer Success Manager di Plannix, una piattaforma digitale di pianificazione patrimoniale.
“Nell’attuale contesto socio-economico, l’idea di una pensione anticipata è controcorrente”, ha affermato a We Wealth Edoardo Fusco Femiano, fondatore di DLD Capital e membro del consiglio AssoScf. Infatti, “la vita media si allunga”, così come “il periodo lavorativo necessario per maturare i requisiti pensionistici” e “il bisogno di risorse finanziarie per un arco temporale più lungo”. Il primo passo, ha aggiunto Fusco Femiano, consiste nell’acquisire competenze dinamiche che permettano di incassare un reddito sufficiente a risparmiare e accumulare capitale. “Con le pensioni pubbliche che tendono a coprire circa la metà dell’ultimo stipendio percepito, è evidente la necessità di pensare a un’integrazione”, ha proseguito il consulente di DLD Capital, “questo diventa ancora più critico considerando che nuovi bisogni emergono con l’evolversi dell’assetto familiare e sociale”, ovvero l’assistenza ai genitori anziani e ai figli giovani.
Accumulare capitale per ottenere una rendita
Per generare una rendita che possa assomigliare a un assegno previdenziale, qualcosa che sia in grado di coprire per intero le spese di ogni anno, serve un capitale investito di grandi dimensioni. E prima si intende andare in pensione, meno tempo si avrà a disposizione per accumulare quel capitale. Una pensione anticipata richiede, quindi, redditi più alti e spese tenute sotto stretto controllo per risparmiare quanto serve per una pensione precoce. L’obiettivo non è esattamente alla portata di tutti: secondo i dati Istat più recenti, nel 2022 la ricchezza media di ciascun italiano, considerando anche gli immobili, era di 177mila euro. Anche ipotizzando, per assurdo, di poter investire tutta questa ricchezza in titoli finanziari a basso rischio che paghino cedole periodiche, il budget annuo per poter vivere con tale rendita sarebbe molto basso. A esser generosi, non molto più alto di 7.000 euro.
Per tracciare la rotta finanziaria in grado di portare alla pensione precoce, bisogna definire alcune variabili puramente personali. Innanzitutto, “il livello di spese personali, avendo chiaro quanto costa il tuo stile di vita: i soldi che spendi in un anno”, ha dichiarato Cadei. Lo stile di vita post-pensione non necessariamente rifletterà quello della vita lavorativa: “Hai intenzione di trasferirti? Viaggiare di più? Diventare membro di un circolo? Benissimo, quanto costerà tutto ciò? Più lo stile di vita è costoso e più serviranno soldi da investire a rendita per finanziarlo integralmente”. La combinazione che può rendere la pensione precoce relativamente più facile, dunque, sta nel combinare una vita lavorativa precedente redditizia con uno stile di vita successivo non troppo esoso. Nella pratica, però, la maggioranza delle persone cerca di mantenere gli stessi standard di vita dopo la pensione: questo complica le cose se la barra è stata già fissata molto in alto (ed è la ragione per la quale molti sportivi di successo finiscono con il bruciare in fretta patrimoni accumulati in giovane età). Ancor più complicato è lo scenario di chi si vede in pensione costantemente in vacanza.
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello delle coperture assicurative, in particolare per proteggere la salute. “La fragilità associata all’avanzare dell’età rende essenziale una buona pianificazione assicurativa”, ha sottolineato Fusco Femiano, “secondo l’Ocse, il 70% delle persone oltre i 65 anni incontrerà un evento invalidante di durata media di tre anni, necessitando così di coperture assicurative supplementari per mantenere un adeguato tenore di vita. La diminuzione delle risorse pubbliche e la pressione sul sistema sanitario accentuano l’importanza di tali coperture, poiché le pensioni di invalidità e inabilità spesso non sono sufficienti”.
Simulare una rendita realistica e in linea con le aspettative
Una volta quantificato il costo del tenore di vita e delle coperture assicurative, il passaggio successivo è simulare una rendita derivante dal risparmio investito che sia realistica e che permetta di calcolare quanto capitale occorre accumulare per generare il flusso di reddito desiderato. “Facciamo un esempio. Se spendi 40.000 euro all’anno, ipotizzando una rendita del 4%, il capitale necessario per vivere interamente di rendita è pari a 1 milione di euro”, ha ricordato Cadei. Se il tenore di vita costasse 100mila euro l’anno e la medesima ipotesi di rendimento netto, bisognerebbe mettere da parte 2,5 milioni di euro investiti. Lo ricordiamo: il capitale in questione dovrebbe essere investito, pertanto la ricchezza “immobilizzata” nella prima casa di proprietà, che è spesso la componente di maggior valore nel patrimonio, non potrebbe giocare alcun ruolo in questa generazione di reddito. La pensione precoce, dunque, richiede “cifre importanti, non alla portata di tutti”, ha ammesso Cadei, “ma vivere di rendita richiede necessariamente un capitale. Se non si dispone già di un capitale, bisogna accumularlo. Per accumularlo è necessario risparmiare. E per risparmiare, è fondamentale prima guadagnare”.
Di solito, la strategia che caratterizza le storie di chi è riuscito ad andare in pensione molto presto sfruttando il proprio risparmio include una ferrea combinazione di redditi elevati, disciplina nel controllo dello stile di vita e delle spese correnti e investimenti fortemente orientati, nei primi anni di vita adulta, sul mercato azionario. Tutte mosse che, con maggiori probabilità, permettono di accrescere rapidamente il capitale. “La pensione precoce non è un sogno impossibile, ma una realtà raggiungibile per chi è disposto a pianificare attentamente le proprie finanze”, ha concluso Cadei, “è necessario progredire per gradi, consapevole di quello che si sta facendo e dando valore a ogni singola fase”.