L’intelligenza italiana nel gioiello: così viene presentata il 19 gennaio 2024 a VicenzaOro la più recente ricerca di settore redatta dal Club degli orafi italiani con il supporto del centro studi di Intesa Sanpaolo. Una definizione pertinente, date le performance brillanti registrate nei primi nove mesi del 2023. Rispetto alla rilevazione effettuata a giugno, è infatti aumentata la percentuale di rispondenti che dichiarano un fatturato in crescita (dal 39% al 44%). Ma la revisione al rialzo interessa tutte le classi dimensionali, come confermato anche dall’indice ISTAT che nel periodo gennaio-ottobre 2023 evidenzia un +8,5% (sistema moda +3,3%; totale manifatturiero -0,1%). Sottolinea Stefania Trenti, responsabile industry and local economies research, Direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo che il comparto si giova di «una sostanziale tenuta della produzione (-1,4%), meglio di quanto osservato per il sistema moda e il manifatturiero nel suo complesso». Molto si deve alla sua «elevata competitività sui mercati internazionali».
Settore dei creatori di gioielli in Italia: i primi in Europa
Nel periodo considerato, siamo stati i primi esportatori a livello europeo, raggiungendo il quinto posto a livello mondiale con una quota pari al 10,1%. Il miglioramento rispetto al 2019, quando si era all’8,3%, è netto. Nei primi nove mesi del 2023, a fronte di una domanda mondiale sostanzialmente stabile (+0,3%), «le esportazioni italiane di gioielli in preziosi si sono attestate a 6,8 miliardi di euro, in crescita del +12,3% in valore» e con una tenuta nelle quantità (+0,9%), nonostante lo scenario di riferimento risulti «condizionato dal rallentamento complessivo che si sta manifestando anche per questo settore, che però ha mostrato negli ultimi anni una buona capacità di risposta alle crisi, frutto anche del percorso di rafforzamento competitivo». Oltre al consolidamento nei principali mercati come gli Stati Uniti (+6,3%) e Francia (+14,2%), si è assistito a un balzo importante delle esportazioni verso la Svizzera (+43,6%), hub logistico delle maison del lusso, e alla buona capacità di cogliere la crescente domanda turca (+59,5%) e cinese (+16,7%).
I timori del settore orafo italiano per il 2024
Per il 2024 si colgono i timori del rallentamento anche nelle attese degli operatori con una maggior prudenza, soprattutto per le imprese più piccole, mentre per le imprese medio-grandi permane un 50% di rispondenti che ha attese di fatturato in crescita. Nonostante queste preoccupazioni, il settore mostra una buona consapevolezza della necessità di continuare a investire: nel 2023 in tutte le classi dimensionali si rafforza la percentuale di chi dichiara investimenti in crescita (dal 33% di giugno al 44% attuale). I fattori che spingono maggiormente le scelte di investimento riguardano l’introduzione e il potenziamento dell’innovazione tecnologica per le imprese più grandi e un rafforzamento dell’identità e dell’immagine aziendale per le imprese più piccole. La tenuta della domanda diventa la prima difficoltà con il 64% degli intervistati. Si riscontra un ridimensionamento delle difficoltà a reperire manodopera, rimaste il primo scoglio da superare per il 36% dei produttori (quarto posto nella scala delle difficoltà).
I soli veri concorrenti degli orafi italiani
Gli unici percepiti come veri concorrenti sono gli altri operatori e produttori italiani, i soli capaci di distinguersi per qualità, artigianalità della produzione e professionalità. Chiude Stefania Trenti: «Pur in un contesto più incerto, sarà determinante sostenere la propensione a investire per rafforzare il livello di innovazione ed efficienza dei processi; questi fattori dovranno convivere e massimizzare i punti di forza del settore come l’artigianalità e la flessibilità delle produzioni».
Chiosa Giorgio Villa, presidente del Club degli orafi Italia: «I dati di questa quinta edizione dell’inchiesta congiunturale confermano che il settore orafo, pur nelle incertezze del panorama economico globale, dimostra una capacità di risposta unica sul panorama produttivo italiano. In previsione del rallentamento dell’economia internazionale, soprattutto nella prima parte dell’anno, sarà cruciale per le aziende del comparto concentrarsi sul potenziamento della propria competitività attraverso investimenti mirati. Questo approccio strategico consentirà di cogliere la ripresa della domanda e di mantenere una presenza robusta sui mercati internazionali. L’analisi qualitativa ci offre un quadro decisamente diverso rispetto a quello configurato in agosto, con nuove sfide: aumenta infatti il numero di imprenditori che prevedono una contrazione del fatturato nel 2024 rispetto al 2023, e la principale preoccupazione è ora il calo degli ordini. La riduzione prospettata riguarda soprattutto il mercato interno, mentre è meno marcata per le esportazioni. Nonostante le incertezze, dai dati emerge chiara l’intenzione di investire, con obiettivi principali quelli di rimanere competitivi in un mercato sempre più dinamico e di potenziare la visibilità aziendale».
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