Il BTP decennale è ai massimi dal 2014, i rendimenti sui corporate bond Europei o sui governativi USA sono ai massimi dell’ultimo decennio
Al momento le opportunità maggiori si trovano nella parte a breve della curva
Tre suggerimenti per chi è investito
Tuttavia, secondo Dld Capital, ci sono alcuni suggerimenti utili che si possono seguire:
– Il primo è quello di comprendere esattamente i sottostanti in cui il fondo è investito: maggiore è la discrezionalità con cui il gestore può muoversi tra emittenti, duration, valute e strumenti di hedging e, tendenzialmente, minore è la visibilità che gli investitori potrebbero avere sul processo di gestione del fondo.
– Secondariamente, si può rifocalizzare l’esposizione su strumenti con bassi costi di gestione, soprattutto se si dispone di un consulente finanziario di fiducia.
-Terzo, si può valutare l’ipotesi di ridurre l’esposizione attuale per andare a cercare valore anche in altre class: da anni il mercato obbligazionario offre valore limitati per gli investitori che, nel prossimo futuro, si concentreranno maggiormente sulla remunerazione del capitale, anche qualora ciò comportasse un cambio nelle abitudini d’investimento.
Entrare nel mercato?
Per chi è rimasto fuori dall’obbligazionario fino a oggi, il discorso cambia. “L’investitore con la “I” maiuscola, quello che guarda alla sua allocazione di lungo termine, vedrà facilmente che i livelli di entrata di oggi sono nettamente diversi da quelli di pochi mesi fa: il BTP decennale è ai massimi dal 2014, i rendimenti sui corporate bond Europei o sui governativi USA sono ai massimi dell’ultimo decennio. Nel momento in cui si selezionano emittenti solidi, oggi possiamo percepire rendimenti che possono coprire dal rischio tasso e dall’inflazione” spiega Edoardo Fusco Femiano, fondatore DLD Capital SCF.
“Soprattutto per chi ha avuto la fortuna o la bravura di rimanere alla finestra, oggi suggeriamo di alleggerire la posizione di liquidità e di cominciare, gradualmente, a considerare le opportunità sul mercato obbligazionario”, aggiunge il responsabile Fixed Income di Banor Capital Francesco Castelli. Un eventuale ingresso in questo momento va supportato da un consulente finanziario che possa mettere a punto “ingressi graduali” e una scelta d’investimento che deve essere inquadrata in una logica di pianificazione patrimoniale. La selezione degli strumenti d’investimento più adeguati richiede un certo livello di sofisticazione.
Fondi, tra corporate e governativi
Il concetto sembra contro intuitivo ma, nella realtà, da anni il mercato prezza come più sicuri i titoli del corporate rispetto ai titoli di Stato dell’area euro. Ovviamente, sappiamo che i fondi governativi dell’area euro sono molto eterogenei tra loro, perché rispecchiano il diverso merito di credito dei singoli paesi. “Al momento le opportunità maggiori si trovano nella parte a breve della curva, ovvero quelli che hanno una duration intorno ai 3-5 anni. Il comparto corporate ad oggi offre ancora molto poco in termini di rendimento, a fronte di questi livelli d’inflazione. La possibilità di investire in fondi HY che si contrano su società di altri Paesi con copertura in euro certamente rappresenta una possibilità per gli investitori di diversificazione. In generale, suggeriamo di valutare con grande attenzione la composizione dei portafogli e più in particolare le dimensioni delle emissioni, gli emittenti ed il loro merito di credito e i costi associati ai singoli strumenti. Il mercato obbligazionario ad oggi è piuttosto instabile e potremmo assistere ad ulteriori dislocazioni di valore nei prossimi mesi.
Allocazione
In generale su base tattica, andrà tarata bene l’allocazione per settore e per duration. Evitiamo gli emittenti più fragili ed esposti al rischio di recessione. Con il sostegno di un consulente bisogna puntare su singoli nomi caratterizzati da una buona solidità, da bassa esposizione al ciclo economico e, soprattutto, da basso rischio di rifinanziamento (emittenti con buona elasticità di cassa).
Negli Usa
Sugli investimenti in dollari, sono ormai scontati molti rialzi dei tassi e quindi cominciamo a guardare con interesse anche le obbligazioni di maggiore durata: in caso di recessione, queste ci proteggeranno offrendo anche una funzione di bilanciamento in un portafoglio diversificato. Sotto la lente sia i governativi Usa, sia corporate investment grade in dollari, ma anche qui si consiglia prudenza sui titoli high yield. Trattandosi di un investimento in valuta, va considerato anche il rischio cambio. Fermo restando che l’esposizione valutaria deve essere considerata anche a livello di portafoglio (e non di singolo investimento), riteniamo il livello del dollaro relativamente caro. L’investitore interessato alle obbligazioni in dollari Usa deve, a questi livelli, considerare l’opzione di coprire (in tutto o in parte) il proprio rischio di cambio.
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