- Polo: “I tagli della Banca centrale europea hanno, eventualmente, un effetto immediato sui pochi mutui indicizzati al tasso Bce”
- L’Euribor riflette la media dei tassi ai quali primarie banche attive nel mercato monetario dell’euro offrono depositi interbancari ad altre primarie banche
La Banca centrale europea, durante l’ultima riunione di fine gennaio, ha annunciato una nuova sforbiciata al costo del denaro. La mossa, nelle previsioni della stragrande maggioranza degli operatori, rappresenta una buona notizia per chi ha un mutuo a tasso variabile in essere. Come approfondito da We Wealth nel consueto aggiornamento sull’effetto delle mosse dell’Eurotower sui variabili, con l’ultimo calo dei tassi dello 0,25% la rata di un mutuo da 126mila euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022 potrebbe scendere di circa 17 euro, passando dagli attuali 666 euro a 649 euro. Ma c’è chi potrebbe non beneficiare di questa riduzione istantaneamente. Perché?
“I tagli della Banca centrale europea hanno, eventualmente, un effetto immediato sui (pochi) mutui indicizzati al tasso Bce”, spiega a We Wealth Andrea Polo, chief communication officer di Facile.it. “La maggior parte dei finanziamenti per l’acquisto della casa concessi in Italia sono legati al tasso Eurirs o al tasso Euribor, a seconda che siano fissi o variabili. Questi due indici sono sì influenzati anche dalle decisioni di Bruxelles, ma le riduzioni o gli aumenti non sono immediati”, prosegue l’esperto.
Qual è la differenza tra Euribor e Eurirs (Irs)?
Facciamo chiarezza. L’Eurirs (anche noto come Irs, acronimo di Interest rate swap) è l’indice di riferimento su cui le banche calcolano il tasso di interesse da applicare ai mutui a tasso fisso. Corrisponde al valore su cui gli istituti europei basano scambi di denaro di durata pluriennale, da un anno fino a 50 anni. La sua controparte per i mutui a tasso variabile è l’Euribor, il tasso interbancario di riferimento comunicato quotidianamente dall’European money markets institute. Riflette la media dei tassi di interesse ai quali primarie banche attive nel mercato monetario dell’euro offrono depositi interbancari ad altre primarie banche.
Mutuo: perché la rata non sta scendendo per tutti
Occorre sottolineare innanzitutto che esiste un tasso Euribor per ogni scadenza dei depositi interbancari negoziati sul mercato interbancario analizzato: a una settimana, a un mese, a tre mesi, a sei mesi e a 12 mesi. Sebbene non esistano dati su quanti italiani abbiano un mutuo a tasso variabile ancorato a un determinato Euribor piuttosto che un altro, la sensazione è che l’offerta privilegi al momento soprattutto l’Euribor a 3 mesi. A titolo esemplificativo, se si guarda alle migliori 10 offerte di oggi per un mutuo a tasso variabile, evidenziate da Facile.it per We Wealth nella simulazione sottostante, sette sono ancorati all’Euribor a 3 mesi e tre sono ancorati all’Euribor a 1 mese. Se la rata del proprio mutuo non è ancora calata, presumibilmente potrebbe essere perché è ancorata proprio all’Euribor a 3 mesi.
Mutuo: cos’è l’ammortamento alla francese
Inoltre, non tutte le banche utilizzano lo stesso criterio di rilevazione dell’Euribor, ma le modalità specifiche sono indicate nei fogli informativi e nel contratto di mutuo. “Va anche chiarito che in Italia noi paghiamo solitamente con il cosiddetto ammortamento alla francese”, aggiunge Polo. “Ovvero prima restituiamo gli interessi e solo nella parte finale del mutuo aggrediamo la quota capitale, ragione per la quale, anche in caso di mutuo a tasso variabile, sentiamo in maniera diversa il peso delle decisioni di Bruxelles a seconda di dove ci troviamo nel percorso del nostro piano di ammortamento”, conclude l’esperto.