Nella simulazione di Facile.it si considera un mutuo a tasso variabile sottoscritto a gennaio 2022 della durata di 25 anni, l’importo di 126mila euro e un loan-to-value del 70%
Le mosse della Bce hanno spinto il tasso del finanziamento a tasso variabile tipo preso in esame al 4,14% ad aprile 2023, che equivale a una rata mensile di 675 euro
Dopo l’ultimo rialzo dei tassi d’interesse di marzo di 50 punti base, si riaccende il confronto tra falchi e colombe a Francoforte. Stando a quanto recentemente dichiarato dal governatore della banca lettone Martins Kazaks e riportato dall’agenzia di stampa Leta, i membri del consiglio direttivo della Banca centrale europea potrebbero optare per un aumento di 25 punti base in occasione del meeting del 4 maggio. Se confermato, secondo le simulazioni di Facile.it, potrebbe tradursi in un rincaro della rata di un mutuo medio a tasso variabile del 52% rispetto all’inizio dello scorso anno.
Tasso fisso o variabile: cosa cambia
Facciamo innanzitutto una precisazione. Per tasso fisso si intende un tasso d’interesse che non oscilla in base all’andamento dei mercati finanziari; di conseguenza, la rata del mutuo resta immutata per l’intera durata del rimborso del debito. Il parametro di riferimento degli istituti bancari per calcolare i mutui a tasso fisso è l’Eurirs, detto anche Interest rate swap, e dipende dall’andamento di particolari derivati sui tassi (definiti appunto “swap”) utilizzati dalle banche per difendersi da potenziali perdite. Nel caso del tasso variabile la rata del mutuo varia invece in base alle oscillazioni dell’Euribor, ovvero il tasso medio delle transazioni finanziarie tra le principali banche europee.
Mutui, rincari fino a 237 euro
Nella simulazione di Facile.it si considera un mutuo a tasso variabile sottoscritto a gennaio 2022 della durata di 25 anni, dall’importo di 126mila euro e un loan-to-value (l’indicatore che misura l’importo finanziato in rapporto al valore dell’immobile da acquistare) del 70%. Il Tan (il tasso di interesse puro applicato al finanziamento) di partenza è dello 0,67%, pari a una rata mensile di 456 euro. Le mosse della Bce – susseguitesi da allora per riportare l’inflazione su livelli più contenuti – hanno spinto il tasso del finanziamento a tasso variabile tipo preso in esame al 4,14% ad aprile 2023, che equivale a una rata mensile di 675 euro (219 euro in più rispetto all’importo iniziale). E non è finita qui, visto che la tendenza è a rialzo. Come anticipato in apertura, infatti, il 4 maggio la Bce si riunirà e con ogni probabilità seguiranno altri interventi sul costo del denaro.
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Se venisse confermato l’atteso rialzo dello 0,25%, Facile.it ha calcolato che la rata mensile del finanziamento preso in esame potrebbe toccare i 693 euro, vale a dire 237 euro in più rispetto a gennaio 2022, quando il mutuo è stato sottoscritto. “Se è vero che l’Euribor si muove in base alle aspettative dei tassi Bce, non è detto che lo faccia in modo analogo, quindi bisognerà aspettare ancora un pochino per capire come cambieranno nel concreto le rate”, precisano gli esperti di Facile.it. “È bene ricordare, però, che l’impatto degli aumenti sarà diverso per ciascun mutuatario in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare: più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto”.
Meglio il tasso fisso o variabile?
Analizzando le aspettative di mercato (futures sugli Euribor aggiornate al 26 aprile 2023), continuano gli esperti, si stima che l’Euribor a 3 mesi toccherà il suo picco a settembre 2023, intorno al 3,76%. In tal caso, il tasso del mutuo medio esaminato supererebbe il 5%, per una rata di circa 737 euro. Successivamente però, sempre secondo le aspettative, tale trend dovrebbe invertirsi. A giugno 2024 si stima che l’Euribor a 3 mesi scivoli infatti al 3,22%, che spingerebbe la rata mensile a 698 euro. Ma chi non ha ancora sottoscritto un mutuo, quale tasso dovrebbe scegliere oggi?
“In questo periodo le banche stanno spingendo sui tassi fissi, soprattutto quelli di lunga durata; ciò si traduce in spread bassi e tassi finali estremamente competitivi. Se uniamo anche la prospettiva di crescita dei tassi variabili, è evidente come in questa fase la prima opzione da valutare sia quella del mutuo a tasso fisso, che non solo garantisce la stabilità della rata ma, dati alla mano, è addirittura più conveniente rispetto alla rata di partenza di un mutuo variabile”, dichiarano gli esperti di Facile.it. Considerando sempre un mutuo della durata di 25 anni, dall’importo di 126mila euro e un loan-to-value del 70%, hanno calcolato infatti che i migliori tassi fissi disponibili online oggi partono dal 2,99% pari a una rata di 597 euro per l’intera durata del finanziamento; al contrario, la migliore offerta di tasso variabile parte da un Tan di 3,70%, ovvero una rata iniziale di 644 euro. “Naturalmente non c’è in assoluto una scelta migliore rispetto ad un’altra. Proprio per questo il consiglio è quello di confrontare le diverse opzioni presenti sul mercato e farsi aiutare da un consulente in grado di indirizzarci verso la soluzione migliore per le nostre esigenze”, avvertono infine.