L’Euribor a 3 mesi dovrebbe aver toccato il massimo a metà novembre con il 4%, giovedì scorso era calato al 3,93% e si prevede che per metà gennaio raggiunga il 3,86%
L’Euribor a 1 mese dovrebbe aver invece raggiunto il picco a inizio novembre con il 3,89%, oggi è al 3,84% e a metà gennaio dovrebbe arrivare a 3,80%
La Banca centrale europea, durante l’ultima riunione del 14 dicembre, ha deciso di mantenere fermo il costo del denaro. Si tratta del secondo stop consecutivo dall’inizio del ciclo di rialzi iniziato a luglio dello scorso anno, che lascia il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50%, quello sui depositi al 4,00% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Intanto il mercato anticipa Francoforte, mostrando già gli effetti di un futuro allentamento della politica monetaria. E i mutui a tasso variabile iniziano a intravedere una luce in fondo al tunnel.
“Secondo le stime attuali del mercato, i mutui a tasso variabile stanno già iniziando la loro discesa, seppur per ora in maniera quasi impercettibile”, spiega a We Wealth Nicoletta Papucci, direttore marketing MutuiOnline.it. “L’Euribor a 3 mesi dovrebbe aver toccato il massimo a metà novembre con il 4%, giovedì scorso era calato al 3,93% e si prevede che per metà gennaio raggiunga il 3,86%; l’Euribor a 1 mese dovrebbe aver invece raggiunto il picco a inizio novembre con il 3,89%, oggi è al 3,84% e a metà gennaio dovrebbe arrivare a 3,80%”, spiega l’esperta. Nel breve termine si tratta di cali non significativi, aggiunge, ma le curve forward indicano chiaramente una discesa ripida dei tassi nei prossimi mesi fino al 2,5%. “Nei primi mesi gli impatti sui mutui saranno ridotti, ma nel giro di un anno le rate dovrebbero arrivare ai livelli di fine 2022”, rassicura Papucci.
Tenuto conto che l’Euribor a 3 mesi e a 1 mese hanno andamenti molto allineati, quindi il costo attuale dei mutui indicizzati a uno o all’altro tasso e le previsioni future non variano in maniera significativa nei due casi, We Wealth ha chiesto a MutuiOnline di calcolare quanto potrebbe calare la rata tra 12 mesi sulla base di due scenari: uno più estremo, ovvero sei tagli dei tassi da 0,25 punti base nel 2024, e uno meno estremo, ovvero quattro tagli dei tassi da 0,25 punti base nello stesso arco temporale. Nella simulazione fornita da MutuiOnline su dati reali di mercato, ipotizziamo che un impiegato di 30 anni intenda sottoscrivere un mutuo a tasso variabile per l’acquisto di una prima casa.
Supponiamo che l’importo del mutuo, della durata di 20 anni, sia di 140mila euro e che il valore dell’immobile sia di 200mila euro. La rata iniziale per un mutuo sottoscritto oggi, considerando la migliore offerta al 15 dicembre 2023, è di 902 euro (vedi tabella). “Per un mutuo medio la rata rispetto ad oggi potrebbe abbassarsi fino al 12,2% con una riduzione di 150 punti base sui tassi, permettendo un risparmio di 110 euro al mese o di 1.320 euro all’anno”, spiega Papucci. La rata mensile scivolerebbe infatti nel primo scenario dai 902 euro attuali a 828 euro. “Anche solo quattro tagli dei tassi da 25 punti base porterebbero a un risparmio di 74 euro al mese (pari a 888 euro all’anno)”, conclude l’esperta. In altre parole, si parlerebbe in questo caso di un calo della rata dell’8,3% rispetto ai livelli attuali.