Sileoni: “Nel Mezzogiorno, in linea di massima, i tassi sono più alti. Perché le economie sono più deboli, ci sono più fallimenti di imprese, l’occupazione è meno stabile e vi sono più famiglie in difficoltà con le scadenze dei pagamenti”
Il tasso di interesse medio supera il 6% in quattro regioni: Molise (6,25%), Calabria (6,23%), Sicilia (6,14%) e Campania (6,02%). Risulta invece inferiore al 5% in Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna
Dove conviene accendere un mutuo? Di certo non a Catanzaro, secondo l’ultima ricerca della Fabi: per un finanziamento a tasso fisso da 150mila euro della durata di 25 anni, nel capoluogo calabrese bisognerebbe essere disposti a sostenere una rata mensile di 1.000 euro. A questa cifra, fra le altre grandi città italiane, si avvicina unicamente Napoli (980 euro). Seguono Firenze con 906 euro, Torino con 859 euro, Milano con 841 euro e Roma con 821 euro. Ma la città che dove un finanziamento per l’acquisto di un immobile viene concesso alle condizioni migliori è Bologna, dove per un mutuo da 150mila euro alle stesse condizioni si paga una rata mensile di 800 euro.
Scorrendo la classifica per regioni si scopre come esistano ampi divari fra i tassi di interesse praticati sui mutui dalle banche alla clientela del settentrione e del meridione. “Pesano in particolare, i fattori di rischio presi in considerazione dagli istituti di credito nel momento in cui devono calcolare le condizioni per ciascun contratto di prestito, che possono variare sulla base dei territori”, spiega Lando Maria Sileoni, segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani. “Nel Mezzogiorno, in linea di massima, i tassi sono più alti. Perché nelle regioni meridionali del Paese le economie sono più deboli, ci sono più fallimenti di imprese, l’occupazione è meno stabile e vi sono più famiglie in difficoltà con le scadenze dei pagamenti”, aggiunge.
Il Molise detiene il record in Italia: il tasso medio praticato dalle banche sui nuovi mutui – rilevato lo scorso giugno sulla base delle statistiche di Banca d’Italia – è pari al 6,25%. Il tasso di interesse medio supera il 6% anche in altre tre regioni, Calabria (6,23%), Sicilia (6,14%) e Campania (6,02%). In sei regioni risulta invece inferiore al 5%, Piemonte (4,68%), Valle d’Aosta (4,55%), Friuli-Venezia Giulia (4,50%), Lombardia (4,48%), Lazio (4,24%) ed Emilia Romagna (4.03%). A posizionarsi infine nel range tra il 5% e il 6% sono Puglia (5,91%), Basilicata (5,87%), Abruzzo (5,65%), Sardegna (5,61%), Liguria (5,57%), Umbria (5,50%), Veneto (5,33%), Toscana (5,21%), Marche (5,20%), Trentino-Alto Adige (5,09%).
Fonte: Fabi
Come anticipato in apertura, tutti i dati si riferiscono ai prestiti a tasso fisso che in questo momento storico risulta più conveniente rispetto al variabile. Questo perché, spiega la Fabi, il mercato vede il costo del denaro vicino al picco e prevede una discesa nel breve periodo (due o tre anni). Bisogna tenere conto però che gli interventi sul costo del denaro, almeno per ora, potrebbero non essere finiti. “Dopo l’ultimo ritocco di settembre, quando il tasso base è stato portato al 4,5% con il decimo rialzo in 14 mesi, molti osservatori hanno pensato che fosse l’ultimo. Tuttavia, proprio il 4 ottobre la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha gelato tutti dicendo che i rialzi non cesseranno finché l’inflazione non calerà e tornerà verso il 2%. Insomma, la corsa al rialzo, purtroppo, potrebbe non essere finita”, avverte Sileoni.