- Mocchi: “Occorre sviluppare una cultura all’interno dell’azienda che renda l’intelligenza artificiale trasversale, perché le implementazioni sono estremamente estese”
- Un caso di successo è quello della verbalizzazione delle riunioni: l’Ai è in grado di sintetizzare lunghi meeting e catturare il senso delle discussioni
Gli ambiti applicativi dell’intelligenza artificiale in azienda, anche in una rete di consulenza, sono molteplici. Ma in una fase di sperimentazione come quella attuale, alcuni casi d’uso possono non mostrare esiti immediati o addirittura mostrarne di discutibili, mentre altri risultano vincenti. Quali? A raccontare l’esperienza di Allianz Bank Financial Advisors è Antonio Mocchi, chief operating officer della rete intervenuto in occasione dell’evento Ai Revolution: il futuro del wealth management passa da qui organizzato da We Wealth in partnership con Accenture.
“Ci siamo cimentati negli ambiti applicativi più svariati, quelli che sembravano più promettenti e che richiedevano un effort (sforzo, ndr) minore dal punto di vista organizzativo”, ricorda Mocchi. “Partendo dai casi meno convincenti, abbiamo provato a utilizzare l’Ai per creare una sorta di assistente virtuale che potesse consentire ai nostri operatori di riconoscersi all’interno di una base di conoscenza condivisa, anche per ridurre i tempi di formazione. Siamo partiti da una conoscenza più estesa per poi arrivare a una conoscenza più verticale. Con esiti abbastanza discutibili”, dice il coo. Dopo diversi mesi di implementazione, si riscontra infatti ancora una certa difficoltà dell’Ai nel distinguere tra carte di credito e carte di debito, per esempio. In alcuni casi per un problema di tassonomia, ovvero di definizione; in altri per via di istruzioni valutate dall’Ai come divergenti.
Intelligenza artificiale: i casi di successo
L’intelligenza artificiale sembra invece sbloccare il suo potenziale nella verbalizzazione delle riunioni. “In questo caso, la sua capacità è a tratti sorprendente, perché dimostra di essere in grado di sintetizzare lunghe riunioni catturando il senso delle discussioni. Noi la utilizziamo in modo esteso nei rapporti con i fornitori, con un enorme risparmio di tempo”, afferma Mocchi. “Un altro ambito molto interessante è quello della gestione e dell’individuazione dei contenuti all’interno di informazioni destrutturate, siano esse conversazioni o scambi di mail”. L’Ai è capace di classificare tali informazioni secondo ordini e metriche fornite, indirizzando eventuali richieste verso l’operatore che dovrà prenderle in carico.
Così l’Ai migliora i processi produttivi
L’ambito più promettente in generale, continua Mocchi, è quello delle operation. In altre parole, l’Ai può abilitare un miglioramento dei processi produttivi e una semplificazione e ottimizzazione delle attività delle figure coinvolte che dovranno modificare le loro attitudini professionali. “C’è poi l’ambito dell’assistenza, nelle diverse modalità in cui può essere erogata, sia nei confronti dei clienti finali che dei nostri stessi consulenti finanziari”, dichiara il coo. Secondo Mocchi, in definitiva, occorrerà sviluppare una cultura all’interno dell’azienda che renda l’Ai uno strumento estremamente trasversale, considerando l’estensione delle sue implementazioni. “Noi insisteremo sicuramente sul percorso intrapreso, introducendo anche qualche scommessa in più: è importante comprendere che questi strumenti tendono a evolvere a una velocità tale per cui – anche se oggi non restituissero soluzioni immediate – vale la pena partire. Le soluzioni arriveranno nel durante”.