Colpo di scena, Mediobanca lancia il guanto bianco a Mps puntando a Generali (nello stesso giorno in cui si apre l’offerta di Unicredit su Bpm).
Un pezzo di Assicurazioni Generali in cambio della banca: il buongiorno del 28 aprile 2025 è stato dato dalla tipica notizia-bomba che scuote le cronache finanziarie. Mediobanca ha presentato un’offerta pubblica di scambio su tutta Banca Generali, non in cash, ma con azioni dello stesso gruppo cui appartiene. Piazzetta Cuccia è infatti già prima azionista (con il 13%) della società madre Assicurazioni Generali (titolare di una partecipazione del 50,17% in Banca Generali). Sempre il 28 aprile Generali tiene la prima riunione del nuovo consiglio di amministrazione per la nomina delle cariche sociali. La mossa è non concordata, tuttavia d’ora in poi la banca d’affari milanese intende «negoziare con BG un’operazione che riteniamo interessante», nelle parole dell’amministratore di Mediobanca Alberto Nagel.
L’operazione – dal valore complessivo di €6,3 miliardi – prevede il pagamento del corrispettivo con azioni di Assicurazioni Generali oggi detenute da Mediobanca, con un rapporto di concambio pari a 1,7 azioni delle prime per ogni azione di Banca Generali. Ossia un prezzo implicito pari a 54,17 euro per azione, con un premio dell’11,4% circa sull’ultimo prezzo di mercato precedente l’annuncio. Si tratta di un passo che trasformerebbe in vera e propria partnership industriale il rapporto fra Mediobanca e Generali, al momento solo finanziario (per quanto strategico).
L’obiettivo di Piazzetta Cuccia è trasformare il gruppo in un leader di mercato europeo nel wealth management per attivi in gestione (200 miliardi), ricavi e capacità di crescita, capitalizzando così l’elevata complementarità tra le due realtà. L’ammontare di masse in gestione si collocherebbe comunque dopo quelle di Fideuram – Intesa Sanpaolo PB (394 miliardi), posto che, al 31/12/2024 Mediobanca Premier risulta averne 44,8 miliardi e Banca Generali 103,8 miliardi (dati Assoreti).
L’impatto dell’operazione Mediobanca su Banca Generali per il wealth management
In caso di successo dell’operazione, quale sarebbe l’impatto sull’industria del wealth management? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting «Con l’acquisizione di Banca Generali da parte di Mediobanca il mercato italiano del wealth management sarebbe profondamente ridisegnato. Mediobanca, infatti, diventerebbe il secondo player nazionale per masse amministrate, subito dietro a Fideuram ISPB (354 miliardi di euro in gestione a fine 2024) con circa 210 miliardi di euro in gestione. Avremmo quindi nel nostro mercato due grandi leader assoluti per masse, con tutti gli altri operatori a seguire: pensiamo a Banca Mediolanum e FinecoBank, che si attesterebbero entrambe intorno ai 100 miliardi».

Maurizio Primanni, Excellence Consulting
La risposta di Banca Generali all’offerta pubblica di scambio di Mediobanca
L’offerta è condizionata all’approvazione dell’assemblea ordinaria di Mediobanca, all’ottenimento di una quota minima del 50% più una azione di Banca Generali, alle relative autorizzazioni regolamentari e all’avveramento delle condizioni stabilite. Sul finire di giornata, Banca Generali si è limitata a comunicare, in seguito al cda, di “aver preso atto” della comunicazione di Mediobanca, aggiungendo che «proseguono le attività del gruppo Banca Generali secondo quanto pianificato o già comunicato al fine di continuare a contribuire alla creazione di valore per tutti gli azionisti e gli stakeholders».
Come osserva Filippo Diodovich, senior market strategist di IG, «acquisendo una realtà strategica come Banca Generali, Mediobanca aumenterebbe la propria dimensione, complessità e valore strategico, rendendosi un obiettivo molto meno contendibile e più difficile da scalare senza un accordo amichevole. Inoltre, attraverso l’operazione Mediobanca perderebbe la quota in Generali, a nostro avviso, il vero obiettivo finale dell’offerta di Banca Mps».
L’intreccio con Monte Paschi
Se andrà in porto, l’operazione costituirà uno scudo in più per difendersi dai tentativi di ribaltone nel suo azionariato, a pochi giorni dall’assemblea che ha confermato vincente proprio Mediobanca, con la sua lista Donnet. In più, Piazzetta Cuccia risponde al tentativo di scalata avanzata nei suoi confronti da Monte Paschi, anche se Nagel in conferenza stampa sottolinea che quella avanzata nei confronti di Generali non è un’azione difensiva quanto piuttosto una vera azione offensiva.
Quale sarà dunque l’impatto dell’ops Mediobanca su Mps? «In quest’analisi – aggiunge Primanni – occorre anche considerare il possibile apporto di Banca Monte dei Paschi di Siena. Tuttavia, l’impatto del gruppo senese sul business del wealth management sarebbe relativamente limitato, in quanto rappresentato dalla controllata Widiba (con circa 9 miliardi di masse) e dalla divisione private (con circa 19,5 miliardi di masse). Anche nel caso in cui entrambe le offerte pubbliche di scambio avessero esito positivo, questi numeri non cambierebbero sostanzialmente il quadro complessivo del mercato sopra rappresentato, che vedrebbe comunque Fideuram ISPB e Mediobanca come i due leader di riferimento».
Con la nuova ops, gli azionisti di Mediobanca dovranno decidere se spostarsi su Generali o cedere le proprie azioni a Mps. In ogni caso, la mossa del 28 aprile costituisce un ostacolo non da poco nei confronti dell’interventismo del governo, che appoggia l’offerta di Mps nei confronti di Mediobanca per arrivare alle Generali. Il tutto, nella stessa giornata in cui parte un’altra ops, quella di Unicredit nei confronti di Bpm, anche questa ostacolata – nei fatti – dall’esecutivo.
L’impatto dell’ops Mediobanca – Banca Generali sulla rete dei banker
Infine, domandiamo a Maurizio Primanni quale sarebbe l’impatto dell’operazione sulla rete dei banker, in termini di numero e produttività media. «Anche in termini di numero di private banker l’unione tra Mediobanca e Banca Generali avrebbe un impatto rilevante. L’aggregato delle due realtà arriverebbe a contare circa 3.700 banker, posizionandosi così al terzo posto del mercato per dimensioni della rete, dietro a Fideuram ISPB (con 6.747 banker previsti a fine 2024) e a Banca Mediolanum (con 4.410 banker). Mediobanca supererebbe FinecoBank, che si fermerebbe a circa 3.002 banker. Tutte le altre reti, nonché le divisioni private delle principali banche, compresa UCG, sarebbero nettamente distanziate».
Un altro aspetto molto significativo riguarda poi «il portafoglio medio amministrato da ogni banker. Considerando tutte le aziende iscritte ad Assoreti, l’aggregato Mediobanca + Banca Generali acquisirebbe una posizione di rilievo in termini di portafoglio gestito pro capite, con una media di circa 57 milioni di euro per banker, a fronte di una media generale Assoreti che si attesta intorno ai 40 milioni».
Cosa succederà nelle prossime settimane?
Al momento, è difficile capire e prevedere quale possa essere l’evoluzione del risiko bancario in corso. Sono evidenti però alcuni punti chiave, come ha osservato Filippo Diodovich:
- tutte le operazioni del risiko bancario sono sempre carta contro carta e senza l’ombra di un euro cash;
- gli interessi “politici” (soprattutto su Generali) sembrano essere più importanti di quelli economici.
Previo l’avvio dell’iter autorizzativo nel mese di maggio, il 16 giugno Mediobanca terrà l’assemblea che dovrà approvare l’ops a dispetto della passivity rule impostale in seguito all’ops di Mps.
Assiste Mediobanca in qualità di financial advisor EQUITA.